Stile e Società

Moltalbano rimane in Sicilia

Il commissario più famoso d’Italia non si vuole spostare in Puglia. Si mobilitano gli chef isolani che prendono per la gola la produzione.

Montalbano preferisce le orecchiette con le cime di rapa, ad una pasta con le sarde autenticamente siciliana, agli arancini fatti apposta per lui a Ragusa Ibla, alle granite che portano il suo nome e a tutte le innumerevoli eccellenze degli Iblei?  Baggianate, nient’altro che frottole.

 

Il commissario infatti, al richiamo della produzione orientata a spostare le riprese nel “Tacco della Nazione”, pur ricco di pregiato Barocco, ha minacciato lo sciopero della fame. Infatti, non potrà mai dimenticare i profumi ed i sapori siciliani; come potrà più rifarsi gli occhi, le narici ed il palato. Per questo gli chef di tutta la Sicilia sud-orientale e non solo, si sono mobilitati per farlo rimanere nella splendida isola, prendendo tutta la produzione letteralmente “per la gola”.

 

“Ho sempre apprezzato la bontà e l’abbondanza del cibo siciliano – ha affermato il mitico commissario Luca Zingaretti – che se correlate da un appetito smisurato… beh, provate anche voi (della produzione), vi assicuro che i vostri occhi diventeranno certamente più grandi del vostro stomaco. Provate a gustare vini superbi come ad esempio il Cerasuolo – rigorosamente sempre Docg – e sentirete l’aroma delle uve maturate al sole accarezzate dalla brezza del mare e delle colline sconfinate dagli orizzonti infiniti”.

 

Il ricordo corre subito nelle amatissime trattorie del Sud Est della Sicilia, (ma anche di ogni altro angolo siciliano), dove il nostro Commissario si è fatto tentare da squisitezze sempre pronte: gli arancini per esempio (in Sicilia il riso fa rima con arancine e si sa che l’arancina è “fimmina”), le focacce ripiene ed una miriade di altre prelibatezze proposte da paninoteche ambulanti che, con la loro scelta di ingredienti e condimenti tipici, fanno impallidire i fastfood più blasonati, come le panelle, gli sfinciuni, i cicireddu, tutte nicchie che, assieme al panino con la milza, hanno fatto diventare il “cibo di strada siciliano” una tendenza di grande attualità in tutto il mondo.

 

D’altra parte la produzione (che vorrebbe abbandonare l’Isola per il taglio dei contributi ottenuti in passato), dove trova una terra così ricca di Città d’arte. Patrimonio dell’Umanità, ma sopratutto di sapori e profumi unici, dove mangiare è una religione e i bimbi imparano prima a dire panelle (tipiche del palermitano), che mamma. A tal proposito, ci risulta che si siano mobilitati, non solo gli chef degli Iblei, tra cui qualche stellato, ma anche alcuni palermitani famosi. La Sicilia è la Sicilia e, pur con gli enormi problemi, quando c’è la chiamata “alle armi” per la difesa delle proprie eccellenze enogastronomiche, il mondo siciliano della ristorazione si mobilita immediatamente, scomodando perfino qualche chef stellato. 

 

Il mitico commissario è stato così costretto a rimanere. Legato da un amore infinito al suo posto riservato nel ristorante preferito, dove l’attendono i suoi piatti prelibati sempre presenti nel menù per il pubblico dei suoi fans, proveniente da tutto il mondo, il nostro “Montalbano sono” è diventato famoso anche per essere un’ottima forchetta. Nonostante le sue pecche, la Sicilia delle eccellenze e delle magnificenze dei palazzi di una sfolgorante nobiltà, anche se praticamente ormai estinta, ti sorprende in ogni angolo, lasciandoti nell’anima una nostalgia struggente e non solo per gli squarci di mare che ti si aprono davanti a sorpresa.

 

L’incanto ha innumerevoli “pregevoli risvolti”, eccone citati alcuni (in ordine alfabetico così evitiamo l’imbarazzo della scelta): cannoli, cassate, dolci di mandorle, frutta martorana, gelo di melone, sette veli, dolci meraviglie che non hanno eguali al mondo e tutti in porzioni generose, aspetto quest’ultimo che, si sa, non dispiace per niente al nostro Commissario. Insomma, mentre operatori e politici della Trinacria, in particolare del Sud Est della Sicilia, si sono momentaneamente  distratti, rischiando di farsi sfilare sotto il naso le riprese delle prossime puntate della fiction più famosa al mondo, molti chef siciliani, stellati e non solo, si sono mobilitati per non farselo scappare il sicilianissimo Commissario di Camilleri.

 

Grazie così ai piatti della tradizione barocca, sia di carne che di pesce, dessert della propria artigianalità, spesso preparati a due passi dal mare, il Commissario è rimasto fedele alle sue “location”: Marinella, Montelusa, Vigata…  E ciò nonostante l’insistente richiamo pugliese dove si continua a sbandierare il noto slogan televisivo “provare per credere”. Ma Lui, tra le orecchiette pugliesi, avendo già toccato con mano le bontà eccelse dell’Isola, ci ha creduto ancora e quindi è rimasto nella sua amata Sicilia, e noi speriamo per sempre.

Federica Farnisi


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