L’Italia non vince i mondiali del vino in Qatar
L’Italia per la seconda volta consecutivamente non partecipa ai mondiali di calcio assegnati al Qatar per meri e abbietti motivi economici e politici.
Personalmente non mi interessa nulla ma si deve considerare il riflesso di questo evento per la nostra economia.
In Qatar come nella maggior parte delle nazioni arabe a maggioranza di fede musulmana è proibito, haram in arabo, il consumo di alcolici tranne ovviamente per i ricchi che fanno quello che vogliono.
Gli hotel e i resort di lusso hanno licenze speciali che consentono ai danarosi ospiti di bere vini, birre e superalcolici.
Nel 2021 sono arrivate in Qatar 1,6 milioni di bottiglie di tutte le tipologie di vini e superalcolici per un valore corrispondente di 11 milioni di euro.
E sono ahimè i nostri cugini d’Oltralpe a vincere su tutti con il 73 % di bottiglie vendute.
I campionati mondiali hanno causato un notevole incremento delle importazioni.
Da Gennaio a Settembre il flusso è aumentato del 243 % rispetto allo stesso periodo del 2022.
Molte le nazioni che hanno beneficiato di questi mondiali insanguinati dalla morte di decine di migliaia di lavoratori che hanno perso la vita per realizzare le strutture sportive.
Il Cile fa la parte del leone con + 775 %, seguito da Francia con + 381, Sudafrica con + 380 % e Italia con + 220 %.
Per tipologia di bottiglie l’Italia è al secondo posto del podio con 180.000 pezzi.
Per la Francia i vini più richiesti in Qatar sono champagne e i rossi di Bordeaux mentre per l’Italia i vini più graditi sono Prosecco, bianchi dell’Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, rossi DOP della Sicilia.
L’effetto mondiali ha contagiato gli Emirati Arabi che hanno aumentato l’importazione di vini italiani e francesi negli primi otto mesi di quest’anno.
Umberto Faedi
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