Tribuna

L’intrattenimento potrebbe essere l’apertura di drive in per mantenere le distanze

Occorre ovviamente molto spazio, ma è una proposta interessante.

In Emilia Romagna alcuni comuni stanno seriamente valutando di concedere licenze in appositi siti.

Il Comune di Bologna sta pensando di organizzarne uno al posto del cinema all’aperto in Piazza Maggiore.

Uno spazio adatto che si presta all’evento è al vaglio della amministrazione. Ovviamente non in centro città, ma nella immediata periferia.

In Italia il primo fu il Metro Drive In, apri a Casal Palocco nel 1957 e  negli anni se ne aggiunsero altri.

Non hanno mai avuto una grande diffusione al contrario degli Usa nei quali hanno avuto origine.

L’idea venne nel 1933 a Richard Hollingshead Junior perché voleva consentire a sua mamma, molto obesa, di vedere film.

La donna non riusciva a sedersi nelle poltroncine dei cinema e cosi il figlio ebbe l’idea del cinema all’aperto nel quale vedere i films stando seduti in macchina.

Fece una piccola società con alcuni parenti e il 6 Giugno 1933 venne proiettato il film ” Beware Wife “. Il primo drive in ha iniziato l’ attività a Pennsauken cittadina ubicata vicino al fiume Delaware a pochi chilometri da Philadelphia.

I drive in si diffusero largamente fino a conoscere una profonda crisi negli anni Sessanta.

Era cambiato il modo di stare insieme e divertirsi.

I gestori non guadagnavano con i biglietti, i prezzi erano molto popolari, attorno ai 25 cents.

Era il corollario delle bevande e degli spuntini che proponevano che li faceva guadagnare.

La preparazione di spuntini e popcorn non richiedevano troppo impegno e costi. Celebrati ed idolatrati in molti films e serie tv raggiunsero il numero di oltre quattromila. Adesso ne rimangono trecentocinquanta ed in Alaska, Delaware, Hawaii, Louisiana e North Dakota non ce ne sono.
Al di là dei drive in è necessaria una intelligente uniformità nelle disposizioni regionali.


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Redazione

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