Stile e Società

Le sponsorizzazioni occulte

È arrivata alla mia casella postale telematica una specie di comunicato stampa in cui si abbinava una calda atmosfera abitativa ad un’ospitalità gastronomica, con tanto di fotografie conviviali e ricette di pietanze offerte da una giovanissima padrona di casa.

Come mio costume sono andata ad approfondire, per verificare la fonte e la notizia di cui si pregava di dare divulgazione. E sono rimasta di stucco: non si trattava di un evento enogastronomico, bensì della pubblicità di una agenzia immobiliare e di designer architettonico, su cui non intendo fornire ulteriori precisazioni per non dare spazio pubblicitario gratuito e poco meritevole di questo portale enogastronomico.

È ben vero che potrei congratularmi per l’ingegnosa trovata e complimentarmi per l’acume imprenditoriale, cosa rarissima ma necessaria di questi tempi per nulla favorevoli ad una stabilità di impiego e dove la generazione dei trentenni e quarantenni non possono fare altro che “essere imprenditori di sé stessi”.

Tuttavia, essendo che la ditta in questione pare già solida, vedendo i complessi residenziali realizzati in un lungo arco di anni ed in cantiere, quello che colpisce è essa orienti la sua campagna promozionale alla sponsorizzazione di cibo e vini e, leggendo bene, pure di oggettistica per la casa e di abbigliamento.

Forse è lanciata un’idea nuova, del resto negli inviti di molti eventi culturali compaiono sponsorizzazioni di ditte alimentari locali e aziende vinicole, talvolta in forma di patrocinio “gratuito” a vantaggio della visibilità del proprio marchio, altre volte con assunzione di una parte delle spese nella realizzazione dell’evento.
Sempre più spesso i rinfreschi a vernissage o a post manifestazioni di risonanza pubblica sono offerti dalle aziende, con contropartita dell’ostentazione del contrassegno.

Mai avrei pensato che ciò potesse essere sfruttato anche per l’inaugurazione di una dimora o ufficio con tanto di divulgazione informatica, intrusiva in siti e blog di “Food Lovers”.

Ci vogliono sempre dei pionieri, ardimentosi e anche sfacciati, per aprire nuove strade e il loro esempio potrebbe essere d’incentivo.
Tante, troppe, piccole aziende rischiano di essere stritolate dalle ganasce finanziarie, fiscali, burocratiche.
Il mio “Hair Fashion Staff” ha pensato di offrire ai clienti un intermezzo con le bollicine, accanto al caffè con le cialde, ma dovrebbe dotarsi del permesso per spaccio di bevande alcoliche … troppo complicato anche per l’azienda vinicola che si presterebbe.

Evidentemente un privato, che inaugura un’abitazione dopo la ristrutturazione, è svincolato da restrizioni. E dunque ben vengano collaborazioni tra le parti.
Questo è un messaggio a buon intenditore.

Maura Sacher


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