Le enoteche escluse dal Fondo per i sostegni alle attività
Le enoteche italiane non accederanno per il momento al “Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della enogastronomia e dell’agroalimentare italiano”.
La decisione è fortemente penalizzante per questi negozi che dopo due anni di grandi difficoltà causate dalla pandemia e dalla incertezza economica hanno diritto di essere sostenute.
L’attuale crisi energetica, la guerra e la carenza di materie prime prolungano la già difficile situazione.
Le enoteche chiedono fortemente di partecipare ai tavoli di concertazione quali parte integrante della filiera agroalimentare italiana.
Sono 7300 le enoteche attive in Italia e quasi il 30 % sono condotte da donne, oltre 6000 offrono la mescita ai clienti.
L’associazione Vinarius ne rappresenta molte e chiede un incontro con il Ministro delle politiche agricole e alimentari Stefano Patuanelli.
Questi negozi ubicati nei quartieri dellle città sono importanti luoghi di aggregazione sociale e di divulgazione.
Al pari di bar, ristoranti, trattorie, osterie, pasticcerie e gelaterie promuovono e utilizzano i prodotti DOP e IGP italiani.
Ogni giorno questi esercizi lavorano per valorizzare e promuovere gli unici e inimitabili prodotti alimentari italiani e per trarre sostentamento per le molte migliaia di persone che ci lavorano.
È giusto inserirle nella lista delle attività previste dal decreto attuativo del fondo per i sostegni alle attività.
Al ministro Stefano Patuanelli gli enotecari chiedono innanzitutto un incontro e una risposta positiva alla domanda di inserire le enoteche nella filiera agroalimentare per poter accedere ai sostegni del fondo del ministero.
Umberto Faedi
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