Stile e Società

L’amore per la terra significa anche Birra

“Questa Birra è la mia Terra” è l’avvincente titolo dell’evento costruito intorno alla presentazione ufficiale della Birra De Litio, un prodotto tutto italiano, fatto col cuore, con la passione del dinamismo moderno e con il seme della saggezza antica, del tutto artigianale, frutto di una regione in cui pochi si possono aspettare di trovare tale schiumosa bevanda.
“E’ nata una nuova birra, rispettosa della natura, delle tradizioni e della storia. Una birra che punta al cuore del gusto e al cuore di chi ha gusto” è scritto sul depliant dell’invito per il 30 novembre 2014, presso le Scuderie delle Tenute Ducali di Atri, Teramo.

 

L’azienda, di proprietà della famiglia sin dal 1912, è situata ad Atri, in Abruzzo, e possiede 26 ettari nel cuore della Riserva Naturale dei Calanchi, a 339 m. s.l.m., esposta da un lato, verso il Mare Adriatico, che dista 7 Km, e dall’altro lato verso le vette maestose del Gran Sasso, a 40 Km, coltivando in proprio le materie prime, che dalle peculiarità climatiche e morfologiche ambientali ricavano il massimo beneficio.  
Vengono lavorati cereali e luppoli su terreni curati con tecniche tradizionali, prive di trattamenti. Le materie prime sono acqua di sorgente, malto d’orzo, luppolo e lievito.

 

Questa Birra deriva da una ricetta originale riscoperta nel 1936 e nel corso dei decenni è sempre stata un prodotto riservato ad amici e conoscenti. 
Solo nel 1998, con un cambio generazionale, la ricetta è stata perfezionata, ma sempre prodotta per uso esclusivamente personale. Nel 2005, offerta in degustazione agli ospiti della struttura ricettiva e trovando apprezzamenti, la birra ha iniziato ad essere prodotta su maggiore scala fino ad essere commercializzata nel 2013, anche grazie anche alla crescente cultura italiana della birra artigianale.

 

È nata così la birra “De Litio”, che prende il nome da Andrea De Litio, pittore tra i massimi esponenti della pittura centro-meridionale del Rinascimento, il quale dimorò nella località dal 1445 al 1481, aprendo bottega e dedicandosi alla vita agricola, possedendo un orto, una vigna con uliveto e un terreno coltivato a cereali sito, per l’appunto, nella zona dell’attuale Riserva naturale dei Calanchi.

Pare strana una birra nel Meridione della nostra Penisola, ma qui essa ha una storia molto antica, a testimonianza che Atri fu uno dei primissimi centri in Italia a produrla. Infatti, alcuni documenti del 1181 citano l’uso dell’orzo ivi coltivato per realizzare una bevanda, completata nel gusto dal rosmarino o dall’alloro.

Ma, dopo che Atri si fu liberata dai Normanni, compare l’utilizzo di una nuova pianta, presumibilmente luppolo, che garantiva una maggiore conservazione del prodotto.

Atri e l’Abruzzo vantano, pertanto, una antichissima tradizione di birra lunga quasi mille anni.

Il sito dell’Azienda è ricco di spunti per comprendere a fondo cosa sta dietro a questa avventura. E anche per conoscere le topologie della collezione: la Bionda, l’Ambrata, la Rossa, con le singole schede e i consigli per la migliore degustazione.


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Redazione

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