Notizie Italiane

L’agroalimentare di casa nostra

Panoramica dell’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) sull’andamento dei mercati. Chi sale e chi scende.

 
Come vanno i nostri prodotti agroalimentari? Lo dice Ismea nell’Overview di questa settimana.

 

Mercato interno ancora contratto per i vini italiani, mentre la dinamica si rivela positiva solo per le denominazioni di origine. Per l’olio di oliva, al contrario, le quotazioni dell’extravergine potrebbero registrare qualche ulteriore lieve flessione, seppure in un contesto caratterizzato da un’offerta in fase di esaurimento. Intanto, più che confortanti i riscontri sullo stato vegetativo delle colture, grazie ad un’ottima allegagione segnalata soprattutto negli oliveti del sud.

 

Per i lattiero-caseari, resta appiattito su livelli decisamente inferiori rispetto allo scorso anno il mercato dei formaggi grana, a fronte di una domanda interna che stenta a mostrare segnali di ripresa. Anche i prezzi delle materie grasse si sono assestati su livelli particolarmente bassi e non si scorgono fattori che potrebbero innescare a breve un’inversione positiva, e questo in Italia come nell’Ue dove addirittura le quotazioni del burro (ma anche del latte scremato in polvere) hanno raggiunto i minimi storici dell’autunno del 2009. Basso livello dei consumi interni e prezzi all’export piuttosto contenuti, sono i due elementi che stanno giocando a sfavore della redditività di filiera.

 

In linea con le attese, il comparto avicolo ha potuto beneficiare di significative rivalutazioni dei prezzi soprattutto per i principali tagli di pollo e tacchino. Resta al contrario fortemente depressa la commercializzazione nel comparto delle carni bovine, con le ultime quotazioni dei principali tagli freschi nazionali ormai allineati a quelli della concorrenza estera. Per i suini, non ci sono particolari novità sul fronte dei prezzi, ma l’evoluzione degli scambi dovrebbe favorire una lenta ma graduale ripresa delle quotazioni sia del vivo sia delle carni industriali e da consumo.

 

Sui mercati dei frumenti prevale un clima di attesa, con la raccolta ormai avviata in alcuni areali del Sud Italia. Rese e qualità delle nuove produzioni sembrano, dalle primissime indicazioni, confermarsi su livelli soddisfacenti.

 

Per la frutta di stagione, i listini sembrano ormai orientati a un graduale ma fisiologico assestamento al ribasso. Questo si riscontra sia sul mercato delle albicocche, dove resta pressante l’offerta spagnola, sia su quello delle fragole, connotato da un progressivo ridimensionamento dell’offerta dai poli produttivi del Meridione, compensato dai distretti del Nord. Anche per le ciliegie, gli scambi proseguono con regolarità, ma al Sud le quotazioni mantengono uno scarto negativo rispetto all’anno scorso.

 

Determinante nel comparto degli ortaggi il forte rialzo delle temperature, balzate su livelli superiori alle medie stagionali. Tale situazione ha comportato un sensibile aumento dell’offerta nazionale, associata anche all’entrata in produzione del Nord Italia, con conseguente riduzione dei prezzi per zucchine, melanzane, pomodori, meloni e angurie.


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