La siccità del fiume Po fa male a tutti
L’ acqua dell’Adriatico ha risalito dal delta il Grande Fiume per almeno 30 chilometri finora.
La salinità delle acque non ne permette l’utilizzo per tutti gli usi agricoli.
L’ Eridano non era così in secca da 70 anni e in alcune località il livello delle acque è sotto lo zero idrometrico dai 3 a 8 metri.
Sono a fortissimo rischio le coltivazioni di frutta, pomodori e mais.
Prodotti per i quali l’Emilia Romagna è conosciuta e apprezzata e che questa estate saranno fortemente penalizzati.
Al momento viene stimata una perdita di almeno il 35 % della produzione e sono già oltre 3 miliardi i danni per le aziende agricole.
La siccità ma soprattutto la mancanza di una seria e concreta programmazione per la gestione delle acque hanno messo in evidenza una situazione scabrosa.
I laghi del Nord Italia sono sotto il livello e in montagna i ghiacciai stanno sparendo e non possono fornire supporto alle regioni in difficoltà.
Gli agricoltori devono scegliere quali campi e coltivazioni irrigare.
La pianura padana rappresenta il 30 % delle produzioni agricole nazionali e vi sono ubicate una buona parte degli allevamenti di animali.
E anche questi sono in crisi per mancanza di foraggio che ha visto ridursi drasticamente la disponibilità.
Il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha chiesto lo stato di emergenza come stanno facendo tutti i suoi colleghi delle altre regioni.
Questo servirà a far avere alle imprese ristori per compensare le perdite.
Importi e date per gli accrediti non pervenuti, ma il governo è davvero molto impegnato.
Il presidente del consiglio sta cercando freneticamente in giro per il mondo il gas per compensare le forniture dalla Federazione Russa che da qualche giorno sono dimezzate.
Senza guardare chi governa gli stati e le condizioni di vita dei cittadini di queste nazioni che quasi sempre sono sotto il duro controllo di dittatori sanguinari.
Ma gli affari sono affari.
Umberto Faedi
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