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La lunga Estate calda

Una lunga e difficile estate si prospetta per l’Italia. La siccità incombe e due regioni, Emilia Romagna e Sardegna, hanno chiesto all’ esecutivo di proclamare lo stato di calamità e di crisi idrica.

Intere produzioni uniche e di eccellenza corrono il rischio serissimo di essere decimate.

Sono già sottoposte al ricatto dei grandi gruppi che pagano sottocosto i prodotti e centinaia di migliaia di aziende agricole corrono il concreto rischio di chiudere.

Le stalle a causa della siccità non hanno il foraggio per nutrire gli animali e gli allevatori devono comprare erba e fieno dissanguando il loro già scarsissimo reddito.

Importiamo centinaia di migliaia di litri di latte dall’estero, e spesso questo prodotto ha dubbia e insana provenienza.

Vogliamo ricordare le vuote promesse fatte ad agricoltori ed allevatori colpiti dal tremendo terremoto della scorsa estate?
Oltre ai lutti e ai danni la beffa di promesse vuote ed inutili. E il ministro dell’agricoltura Martina cosa fa?

Compare alle kermesse organizzate dal suo partito.
E lo stipendio pagato anche da agricoltori e allevatori arriva regolarmente a fine mese…. Le venticinque mila guide turistiche regolari iscritte agli albi dopo aver sostenuto il relativo esame corrono il rischio di perdere il posto di lavoro a causa della famigerata direttiva Bolkenstein che colpisce pure gli stabilimenti balneari e i bagnini e le bagnine.

Decine di migliaia di posti di lavoro e migliaia di famiglie a rischio di perdere quello che spesso e’ l’unico reddito: io vorrei sapere cosa capiscono i parrucconi di Bruxelles di queste problematiche.

Penso solo la logica dei grandi profitti.

I produttori italiani di grano devono combattere con l’arrivo di bastimenti stracolmi di grani stranieri di dubbia provenienza e salubrità ma sicuramente convenienti per i grandi produttori di pasta che non hanno scrupoli per fare profitti.

Un pacco di pasta su tre in vendita non è fatto con grani italiani.

Un tal Farinetti ha affermato che non è un problema e poi l’Italia non produce grano a sufficienza.

Pensi a trattare dignitosamente i suoi dipendenti e a remunerarli dignitosamente.
E a controllare le date di scadenza dei prodotti in giacenza nei suoi punti vendita……

Certo che se nei decenni scorsi anziché perseguire una politica di smantellamento delle nostre uniche ed eccellenti produzioni alimentari gli esecutivi che si sono succeduti avessero potenziato il settore agricolo e vitivinicolo la situazione sarebbe assai differente.

Hanno sempre piegato la testa e calato i pantaloni di fronte ai diktat della UE. E continuano a farlo.
Che tristezza e che rabbia!
Davvero una lunga estate calda sotto tutti gli aspetti.

Ma l’esecutivo e’ in tutt’altre faccende affaccendato. Lontani e disinteressati a questi gravi problemi da risolvere si affanna ad organizzare quasi inutili kermesse pagate coi soldi dei contribuenti.

Persino lo sbiadito presidente del consiglio compare oramai in ogni angolo del nostro paese ma sembra una inutile comparsa: le decisioni importanti non le prende lui di sicuro e nemmeno il suo governo composto da tristi ed incompetenti personaggi.

Sicuramente andando avanti in questo modo dovremo affrontare altre calde stagioni non solamente dal punto di vista climatico.
Umberto Faedi


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Redazione

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