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La Francia fa riassaporare agli italiani le frittelle di bianchetto

Fritto, al naturale o con l’aggiunta del peperoncino per dar vita alla rinomata “rosa marina” calabrese. La tradizione gastronomica regionale italiana propone tanti modi di assaporare il “bianchetto”, ovvero i giovanili della sarda. Peccato che dal 1 giugno del 2010, di fatto, l’Unione europea ha bandito la pesca di questo prodotto, costringendo a chiudere in un cassetto le ricette della nonna.

Con l’arrivo della Pasqua, però, gli italiani potranno nuovamente inserire questo prodotto nel menu e non perché la Comunità europea abbia fatto un passo indietro, ma in virtù di un provvedimento nazionale che in Francia consente di pescare il bianchetto per cinquantacinque giorni, con un massimo di settanta chili al giorno per barca, con prezzo minimo di vendita del prodotto di venti euro al chilo. “Una buona notizia per i gourmet ma non per i pescatori italiani, visto che per loro ancora vige il divieto di pesca “afferma la Federcoopesca-Confcooperative. Il prodotto che in questi giorni si trova sui mercati, in particolare quelli liguri, è, infatti, il frutto della pesca degli operatori francesi. “Un altro duro colpo per la bilancia ittica nazionale che vede la produzione interna pari solo al 40% delle importazioni” sottolinea l’associazione nel ricordare che da quando questo prodotto non può essere più pescato i consumatori, più o meno consapevolmente, hanno optato finora per un prodotto di acqua dolce, il pesce ghiaccio cinese. “E’ una situazione inaccettabile: o portiamo le nostre barche in Francia o, più semplicemente, Roma potrebbe dare un colpo di telefono ai cugini d’oltralpe per farsi spiegare come hanno fatto” afferma la Federcoopesca nell’evidenziare come in Italia due progetti sperimentali, da realizzare in collaborazione con il mondo della ricerca, delle Università e con le Regioni, siano stati fatti naufragare. L’Associazione auspica “che il nostro paese sappia seguire l’esempio francese, ma anche spagnolo, visto in Catalogna si pesca il cicerello (altra specie la cui pesca è proibita) già da un po’, e trovi il modo di ottenere una deroga per consentire di nuovo il via libera a questa antichissima tradizione di pesca, molto importante sotto l’aspetto socio-economico”.

A.F.


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Redazione

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