Stile e Società

Intervista a Dany Stauffacher, il “papà” di S.Pellegrino Sapori Ticino

S.Pellegrino Sapori Ticino è una manifestazione svizzera, giunta ormai al settimo anno, che porta sulle rive del lago di Lugano chef di alto livello per far conoscere ai gourmand elvetici i piatti della loro cucina.

Fautore di tutto ciò, deus-ex-machina è Dany Stauffacher, imprenditore ticinese, con la passione per la cucina e per tutto ciò che le ruota attorno. Ho incontrato Dany alla cena di gala per l’inaugurazione di S.Pellegrino Sapori Ticino, e a fine serata gli ho rivolto alcune domande:

Questo è il settimo anno che si svolge S.Pellegrino Sapori Ticino, ci spieghi com’è nata l’idea?

L’idea è nata attorno ad un tavolo da Martin Dalsass al ristorante Santabbondio. Eravamo un gruppo di amici, stavamo mangiando e festeggiando, ci siamo girati e in sala non c’era più nessuno e così ci siamo chiesti perché non organizziamo noi qualcosa? Se le cose belle non le fanno gli altri facciamole noi. E’ così è stato. Abbiamo cominciato ad invitare chef da altri nazioni. Con serate dove creare contatti, ambiente, un po’ di movimento, la convivialità. La prima volta abbiamo invitato 5 chef, già molto bravi in quei tempi, poi il secondo anno abbiamo avuto gli chef italiani e la crescita è stata incredibile. Per me la cucina italiana è assolutamente la più buona al mondo, la più variegata, che permette di elaborare piatti particolari pur restando nella semplicità, perché l’Italia è piena di ottime materie prime. E da lì poi il terzo, il quarto…e quest anno siamo arrivati al settimo.

 

Avete avuto solo chef  italiani?

No. Ogni anno abbiamo avuto dei temi diversi: per esempio nel 2012 il tema era “I Giovani Talenti d’Europa, nel 2011 gli chef delle “Grand Table d’Europe”, nel 2011, uno degli anni più importanti per noi,  le “Donne chef più brave in Europa”, quell’anno è stato straordinario perché la donna in cucina ha quel tocco in più. La donna che fa la chef di livello ha la vità più complicata rispetto ad un uomo, perché se la chef è donna ha un marito, un figlio, una casa da gestire, mentre lo chef maschio dopo il lavoro può tranquillamente andare al bar e bere una birra con gli amici.

 

E perché quest anno la scelta è caduta su Berlino?

L’idea è partita da loro, hanno visto il nostro format, gli è piaciuto e ci hanno contattato per fare qualcosa insieme. Volevamo già da un po’ di tempo organizzare qualcosa di particolare, quindi abbiamo colto l’occasione perché Berlino sta investendo in modo molto importante nell’enogastronomia. Ormai è assodato che l’enogastronomia è uno dei veicoli principali per promuovere un territorio. Berlino nel 2012, con 16 stelle in 13 diversi ristoranti è la città tedesca con il più alto numero di stelle.

 

Il prossimo anno chi verrà?

Un sogno è la Francia, ma anche un altro bel sogno è fare il giro d’Italia, far venire in Ticino gli chef di tutta l’Italia. E poi preparci per il 2015 con l’Expo, per fare il colpo della vita, e dopo magari andremo a fare il giro del mondo.

 

Un bel successo per una manifestazione nata quasi per gioco…

Sì, siamo contenti e orgogliosi, l’organizzazione è importante ma non dobbiamo dimenticare che  si ha sempre bisogno di altre persone, una manifestazione di enogastronomia come questa senza gli chef bravi, senza i vini buoni, non si può organizzare. Manifestazioni di questo livello le puoi fare solo con un team staordinario, per esempio stasera quando sono usciti tutti coloro che hanno collaborato, io ho contato almeno cinquanta persone, e noi eravamo in centoventi.

Isabella Radaelli

i.radaelli@egnews.it


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