Stile e Società

Il vino simbolo di pace tra i popoli

Il vino simbolo di pace tra i popoli Gorizia e Nova Gorica, capitali europee della Cultura nel 2025, diventano un'unica città per raccontare un territorio

Il vino simbolo di pace tra i popoli

L’imperatrice Maria Teresa d’Austria: nel Settecento classificò i vigneti della Contea goriziana

Gorizia e Nova Gorica, capitali europee della Cultura nel 2025, diventano un’unica città per raccontare un territorio cosmopolita che ha abbattuto i confini: il Collio goriziano.

Benvenuti nel Collio goriziano. E benvenuti nel Collio sloveno (Brda).

Abbiamo citato più volte nei nostri servizi giornalistici questa terra di confine tra l’Italia e la Slovenia conosciuta dai wine lover come uno dei territori a più alta vocazione vitivinicola del Vecchio Continente. 

Un confine che ha tagliato a metà monti, fiumi, case, cortili e quei bellissimi vigneti che costituiscono un unicum nel panorama europeo. 

Vigneti diventati famosi per la famosa “ponca”, stratificazioni di marne e arenarie che stimolano la crescita della vite in profondità. 

Una terra che racconta millenni di storia, crocevia di culture diverse

Il monastero francescano di Castagnevizza (Kostanjevica) sulle colline di Nova Gorica

Qui si è vissuta una pagina tragica della storia d’Europa, i due conflitti mondiali, la cortina di ferro e poi la guerra fredda. 

Oggi quella frontiera, con i “graniciari” (le guardie di confine della ex Jugosavia) pronti a sparare, non divide più due Nazioni: l’Italia e la Slovenia. La barriera è superata grazie anche alla viticoltura che ha accomunato le popolazioni che hanno vissuto in questa terra “crocevia” di culture diverse, oggi simbolo di pace. 

Due città, Gorizia e Nova Gorica, nel 2025 saranno la prima “Capitale Europea della Cultura Transfrontaliera”, accomunate da un’esperienza unica, un esempio virtuoso per l’Europa tutta perché, per la prima volta, un virtuoso metodo di lavoro sul territorio transfrontaliero ha superato le dinamiche nazionalistiche sul piano progettuale, amministrativo ed operativo. 

Gorizia e Nova Gorica saranno l’epicentro enogastronomico d’Europa

Riccardo Illy con il priore del Monastero di Kostanjevica Niko Žvokelj

E saranno proprio i vini i protagonisti dello storico evento. Saranno i vini dei due versanti del Collio goriziano e sloveno a raccontere la millenaria storia di queste terre attraverso sapori e profumi unici come le genti che hanno attraversato il filo spinato del confine per far vincere il dialogo e costruire insieme un futuro migliore.

Le città di Gorizia e Nova Gorica saranno l’epicentro enogastronomico d’Europa assieme all’intera area del Nord-Est d’Italia come dimostrano i numerosi progetti di “Go! 2025” con la regia del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale che ha il compito di costruire una città unica, quella del territorio tra Nova Gorica e Gorizia, dove i confini sono ormai superati. Due città che si preparano a vivere l’esperienza di una realtà cosmopolita dove accogliere un vasto pubblico, segno tangibile e concreto della nuova visione e di un modus operandi transnazionale che guarda al cibo e al vino come “ponte” di cultura, amicizia e socializzazione.

“Gusti di Frontiera” una spettacolare kermesse triveneta dei sapori

Castel Dobrovo, luogo simbolo del Collio sloveno (Brda)

Numerosi gli eventi e le manifestazioni in programma, eventi che culmineranno con la prima edizione #borderless di “Gusti di Frontiera”, una spettacolare kermesse triveneta dei sapori, che festeggerà 20 anni senza confini nel settembre 2025, a cavallo tra Italia e Slovenia, dopo un’edizione-ponte, dal 26 al 29 settembre 2024 a Gorizia. Evento che si preannuncia fin d’ora planetario grazie alla presenza di oltre 50 Paesi dei Cinque Continenti. 

Nel Carso transfrontaliero il progetto “Borderless Okus”, proporrà, invece, esperienze gastronomiche ed eventi che incrociano l’arte contemporanea e i fumetti per promuovere la diversità culturale e sostenere lo sviluppo sostenibile attraverso il turismo sostenibile. 

A Venezia, Muggia e Lubiana ci sarà un Festival riservato alla Malvasia

I vigneti del Collio goriziano e sloveno, sembrano disegnati come un’opera d’arte

Tra gli eventi più attesi va segnalato anche il Festival “Malvasia In porto”, per valorizzare le aree geografiche legate al vino Malvasia con incontri e degustazioni. Il primo appuntamento è previsto a Venezia nell’ottobre-novembre 2024, a Muggia, nell’estremo Nord-Est italiano, nel luglio-agosto 2025, e a Lubiana, in Slovenia, nell’autunno 2025. 

Vino dalla storia affascinante la Malvasia, il cui nome ricorda un’antica cittadina greca del Peloponneso, Monemvasia, uno dei porti più importanti per il commercio del vino “Cretico” proveniente da Candia (Creta), Rodi e dalle isole greche. Questa rotta commerciale era utilizzata già dall’XI secolo dai mercanti veneziani che introdussero questi vini in Italia. Per secoli a Venezia con il termine “Malvasie” erano indicate le osterie, le botteghe, i bacari e i locali di mescita dove con tradizionali “cicheti” venivano serviti i vini delle isole greche.

Il Castello di Spessa (Gorizia) e il monastero di Kostanjevica (Nova Gorica) 

Il Castello di Spessa a Capriva del Friuli, nel Collio goriziano

Tra i partners transfrontalieri vanno ricordati altresì il Monastero francescano di Kostanjevica (Nova Gorica) e il Castello di Spessa (Collio goriziano) che saranno protagonisti del progetto “Grandi Vini di Amicizia e Pace”, un’offerta turistica innovativa collegata al patrimonio culturale dei migliori vigneti classificati come Grand Cru già nel Settecento dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria nella regione vinicola transfrontaliera che comprenda il Collio, la Brda e la Valle del Vipava, territorio concepito come un unicum per le peculiarità vitivinicole. 

Nell’autunno 2024 al Monastero di Kosytanjevica (Castagnevizza) si terrà come ogni anno l’asta benefica di botti selezionate e donate dalle cantine transfrontaliere italiane e slovene. Il ricavato sarà devoluto al convento dove è sepolto anche Carlo X, ultimo re di Francia, che qui fu esiliato con altri membri della famiglia Borbone dopo la rivoluzione del 1830.

Spazio anche all’enosatira transfrontaliera con il concorso “Spirito di Vino” 

La cantina di Marjan Simčič a Dobrovo, nel Collio sloveno

Tra gli altri eventi non va dimenticato lo storico concorso “Spirito di Vino” promosso dal Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia e unico nel suo genero dedicato alla satira di attualità ispirata dal mondo del vino.

 Il concorso si appresta a compiere un quarto di secolo, con un grande evento nel Palazzo Lantieri nella Valle del Vipacco in Slovenia e in Piazza Lantieri a Gorizia con il Festival della Satira in programma nel febbraio 2025. Nell’attesa è previsto anche il primo itinerario della satira transfrontaliera tra Gorizia e la Valle del Vipava con le cantine nel ruolo di protagoniste. 

L’8 febbraio 2025 data simbolica per festeggiare i due poeti Prešeren e Ungaretti

La splendida Villa Russiz a Capriva del Friuli nel Collio goriziano

“Il vino e la viticoltura sono parte della cultura transfrontaliera di questo territorio e rappresentano il percorso comune delle nostre genti da sempre”, ha ricordato l’assessore all’Agricoltura della Regione Friuli Venezia Giulia Stefano Zannier. 

A sua volta l’ambasciatore della Repubblica di Slovenia in Italia, Matiaz Longar, affiancato dal Segretario di Stato e viceministro dell’Agricoltura del Governo sloveno Eva Knez, ha aggiunto che “Go!

2025 è un progetto che supera i confini di una regione storicamente divisa, nel quale la cultura slovena e quella italiana diventano ponte tra due popoli. 

Una connessione favorita anche dalle comunanze legate al vino e alla gastronomia tipici di aree geograficamente contermini.”

Un’unione che sarà sancita l’8 febbraio 2025, data simbolica nella quale la Slovenia festeggia il suo poeta nazionale France Prešeren e l’Italia ricorda la nascita del poeta Giuseppe Ungaretti. 

Una data importante, più che mai attuale nello scenario di conflitti internazionali, anche alle porte del Vecchio Continente. Uno scambio tra culture, popoli e tradizioni che da sempre convivono in Europa con la speranza che l’amicizia possa prevalere sull’odio.

In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)

 


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