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Il vino patrimonio europeo

Il vino patrimonio europeo La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti di concerto con la Confederazione europea ha presentato un manifest

Il vino patrimonio europeo

Lorenzo Cesconi, presidente della FIVI (foto Michele Purin)

La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti di concerto con la Confederazione europea ha presentato un manifesto per il futuro del sistema vitivinicolo. L’impegno per tutelare il territorio e il paesaggio rurale. Il ruolo (con relativo business) del turismo del vino.

Ormai è notorio. Oltre la metà delle normative che regolano il settore vitivinicolo vengono elaborate, discusse e approvate a Bruxelles. 

Per questo motivo – sostengono i Vignaioli indipendenti Italiani – a pochi giorni dalle elezioni europee è fondamentale trasmettere le proprie posizioni ai candidati al Parlamento Europeo. 

“Nelle prossime settimane incontreremo tutti i candidati che avranno piacere e interesse a confrontarsi con noi” ha dichiarato il vignaiolo trentino Lorenzo Cesconi, presidente della FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti).


La FIVI, di concerto con la CEVI (Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti) ha elaborato un proprio “Manifesto”, suddiviso in cinque punti per sensibilizzare i parlamentari europei sull’importanza di legiferare in modo efficace, coerente e armonioso al fine di  garantire un futuro sereno al comparto vitivinicolo europeo.

Lorenzo Cesconi: “Siamo i protagonisti di una viticoltura sostenibile”

“Il vino non è semplicemente una bevanda alcolica, ma è innanzitutto un prodotto agricolo” ha spiegato Lorenzo Cesconi.

 “Questo è il caposaldo non solo del nostro Manifesto, ma di tutto l’impegno che mettiamo e metteremo in campo per tutelare la viticoltura italiana ed europea. 

I Vignaioli sono protagonisti di un modello produttivo sostenibile in ogni fase della filiera: in campagna, in cantina, sul mercato.”

“Il nostro impegno per tutelare il territorio e il paesaggio rurale”

Matilde Poggi, presidente della Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti

“Senza viticoltura – ha aggiunto Cesconi – non c’è paesaggio rurale storico, non c’è tutela territoriale contro il dissesto idrogeologico, c’è l’abbandono della terra e lo spopolamento delle aree interne. 

Senza i Vignaioli, il mercato del vino sarebbe appannaggio di prodotti industriali avulsi dal territorio. 

Alle istituzioni europee diciamo: non chiediamo semplicemente sussidi, ma il riconoscimento del nostro ruolo e una strategia coerente che punti a una riforma strutturale del sistema vitivinicolo europeo, all’altezza dei grandi cambiamenti in atto, climatici, geopolitici e di consumo.”

Il manifesto in 5 punti dei Vignaioli Indipendenti Italiani ed Europei

Sono cinque i punti in cui si articola il Manifesto firmato da FIVI e CEVI. Il riconoscimento del vino come prodotto agricolo, riformando la PAC in modo più inclusivo per i piccoli produttori. 

La sostenibilità economica, attuando misure che riducano i costi di produzione, semplifichino le vendite e rendano più semplice, efficiente e competitiva la conduzione delle piccole imprese vitivinicole. 

La sostenibilità ambientale, con il sostegno alla transizione agroecologica e la ricerca di nuove tecniche agronomiche, non puntando tutte le carte solo sulle tecnologie di evoluzione assistita. 

La sostenibilità sociale, rafforzando il raccordo tra aziende agricole e territorio, valorizzando le esternalità positive delle imprese verticali. Infine, la richiesta di non imporre nuove misure restrittive sul consumo moderato e consapevole di vino, sostenendo con forza l’obiettivo di combattere l’abuso e il consumo dannoso. 

Nelle prossime settimane incontreremo tutti i candidati che avranno piacere e interesse a confrontarsi con noi” ha concluso Cesconi. 

Il settore genera un business miliardario, il boom dei turisti del vino

“Il futuro del sistema vitivinicolo europeo non riguarda solo i 3 milioni di addetti che lavorano direttamente o indirettamente nel settore, ma tutta la società europea e le comunità territoriali, generando 130 miliardi di euro di PIL, 52 miliardi di euro di entrate fiscali e attirando oltre 36 milioni di turisti del vino: chi avrà l’onore e l’onere di sedere in Parlamento europeo, è importante che ne sia consapevole e conosca a fondo un settore così importante per il futuro dell’Europa.”

La Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti: 1.700 gli associati

La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un’organizzazione senza scopo di lucro nata nel 2008. Si propone di promuovere e tutelare la figura, il lavoro, gli interessi e le esigenze tecnico-economiche del Vignaiolo Indipendente italiano, inteso quale soggetto che attua il completo ciclo produttivo del vino, dalla coltivazione delle uve fino all’imbottigliamento e alla commercializzazione del prodotto finale. 

Attualmente sono quasi 1.700 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di oltre 15.000 ettari di vigneto.


Il marchio FIVI raffigura “Ampelio”, immagine di un vignaiolo che porta una cesta d’uva sulle spalle e la cui ombra prende la forma di una bottiglia. In questa figura è riassunto tutto quello che per la FIVI significa essere Vignaioli, impegnati quotidianamente in un processo che segue tutta la filiera di produzione, operando costantemente per custodire, tutelare e promuovere il territorio di appartenenza.

In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)


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