Opinioni Storie e Fatti

Il profilo tipo del consumatore di Prosecco: una ricerca

Il primo dato da mettere in evidenza è che il 90% degli intervistati, presi a campione in venticinque province italiane, afferma di consumare abitualmente Prosecco almeno due volte a settimana, e prevalentemente fuori casa, in particolare al bar.

Lo racconta la ricerca “Generazioni DOCG”, condotta da tre gruppi di lavoro degli studenti dell’ITS Cerletti di Conegliano, istituto enologico fondato da Antonio Carpenè nel 1876, che è stata presentata al Vinitaly, presso lo stand di Carpenè Malvolti, lunedì 7 aprile.

L’indagine conoscitiva su come il consumatore percepisce il valore del Prosecco in termini di immagine, qualità, modalità di acquisto e consumo, è stata un’idea di Rosanna Carpenè, quinta generazione della dinastia più longeva del Prosecco e recentemente eletta alla Presidenza della Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove tecnologie per il Made in Italy del comparto Agroalimentare e Vitivinicolo, che così ha spiegato presentando i risultati del lavoro:
«L’idea nasce dall’impegno assunto con me stessa di dare continuità al percorso avviato dal mio trisavolo Antonio Carpenè. L’obiettivo è non solo valorizzare il Territorio di Conegliano, tradizionalmente vocato alla viticoltura, ma anche poter contribuire al futuro delle nuove generazioni, che con lo stesso interagiscono. In tal senso, sono fermamente convinta che la collaborazione tra Istituzioni Pubbliche ed Impresa rappresenti una risorsa imprescindibile, sia per la valorizzazione delle eccellenze territoriali sia per le conseguenti dinamiche economiche, sociali e professionali».
Rosanna Carpenè, inoltre, ha espresso soddisfazione che la risposta degli studenti sia stata entusiasta ed immediata, «cogliendo la possibilità di acquisire ulteriori competenze, spendibili nel mondo del lavoro», per capitalizzare la nuova esperienza all’interno del proprio percorso formativo, «teso e destinato a partorire le professionalità del domani».

Tre erano i filoni di indagine, con 320 questionari somministrati face to face, via internet e telefonicamente a persone di venticinque province della penisola, e in aggiunta sono state effettuate rilevazioni dirette in 33 punti vendita della GDO in cinque province venete.
L’analisi dei dati ha mostrato anche un diverso approccio al prodotto nelle varie aree geografiche; è emerso che, mentre nel Nord-Est il Prosecco è considerato identificativo di un territorio, nel resto d’Italia è uno stile di vita.

C’è poco da sorprendersi se la tipologia più apprezzata è risultata il Brut, prodotto di eccellenza trasversale non soltanto tra le fasce d’età ma anche tra i generi. Il divario tra consumo maschile e femminile è pressoché nullo, a conferma della prevalenza femminile nelle scelte d’acquisto.

In crescita anche l’apprezzamento da parte delle giovani generazioni, «consumatori di oggi e decision makers del prossimo futuro», fascia generazionale che le aziende tengono in forte considerazione per delineare nuove strategie di comunicazione e marketing.
Con l’auspicio da parte della comunità sociale di un orientamento verso prodotti di qualità, che solo certi marchi possono garantire.

Maura Sacher


Grazie per aver letto questo articolo...

Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi.
Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio