Vino e Ristoranti

I Vini ed il Territorio della Baronia

I confini della Baronia sono delimitati da un territorio della Sardegna Nord Orientale situato nella Provincia di Nuoro, un tempo parte del Giudicato di Gallura, oggi diviso in Alta Baronia.

 

Comprendente i centri di Lodè, Posada, Siniscola e Torpè e in Bassa Baronia comprendente i centri di Dorgali, Galtellì, Loculi, Onifai e Orosei. Collocati al confine tra il regno di Gallura e quello d’Arborea, l’abitato di Posada e il suo castello furono al centro di complesse vicende storiche.

Sebbene non si abbiano dati certi sul periodo di costruzione della fortificazione, si può ipotizzare che nel XIII° secolo fosse già stato eretto il maniero e munito di fortificazioni il centro abitato. Il castello di Posada, realizzato con conci poco lavorati di pietrame misto, si articola in una cinta muraria di forma quadrangolare non regolare all’interno della quale si trovano una torre a pianta quadrata, con coronamento merlato, e una serie di imponenti ma necessarie cisterne.

Posada fu sede dei sovrani di Gallura così come di Eleonora d’Arborea, ma finì nelle mani degli Aragonesi intorno al 1380 per poi tornare sotto il comando di Brancaleone Doria. Con la caduta del Giudicato d’Arborea, Posada fu infeudata alla famiglia Carròs ed elevata al rango di Baronia. Il particolare appellativo del castello denominato della fava viene da una leggenda secondo la quale intorno al 1300 una flotta turca sbarcò sulle coste isolane un ingente numero di armati e pose sotto assedio proprio Posada nell’intento di conquistarla per fame.

Nel tentativo di ingannare gli assedianti gli abitanti fecero mangiare l’ultima manciata di fave rimaste a un piccione, ferendolo leggermente e liberandolo oltre le mura. Il pennuto durante il volo cadde proprio nell’accampamento dei Turchi  rivelando lo stomaco pieno di fave ed inducendo gli assedianti a sovrastimare le risorse alimentari degli assediati. Fu così che i Turchi, convinti di non avere nessuna speranza di conquistare il castello tolsero l’assedio e lasciarono le coste dell’isola.

La Baronia ha forti connotazioni vitivinicole ed agricole, oltre a poter offrire chilometri di spiagge incontaminate e selvagge ma dotate di un fascino unico. Sono stato al faro di Capo Comino per ammirare lo scenario davvero speciale ed è già brulicante di turisti nordici quali danesi, olandesi e tedeschi che a bordo dei loro camper sostano vicino alle spiagge libere o presso i camping ed è pure possibile imbattersi in piccole colonie di nudisti.

Ormai da qualche lustro il Distretto 2080 del Rotary Club ha ideato ed organizza prendendo spunto da una brillante idea di Santino Marteddu un duplice e significativo appuntamento culturale abbinando un Concorso di Poesia sia in rima libera che baciata di Lingua Sarda con un Concorso Enologico dedicato ai Vini del territorio.

D’altronde illustri precedenti nella storia della Poesia da Omar Ibrahim Ben Al Khayyam passando per Charles Baudelaire, Stephane Mallarmé, Arthur Rimbaud, Paul Verlaine, i Poeti della Scapigliatura fino a Giosué Carducci che non vedeva l’ora di uscire dalle aule dell’Università di Bologna per poter andare a fare il giro delle osterie prima di andare a casa spesso assai tardi ci mostrano quanto stretto sia il legame tra vino, altre bevande quali l’Assenzio prediletto dai Poeti Maledetti francesi e la Poesia.

Due commissioni distinte esaminano gli scritti numerosissimi che pervengono e che ogni anno aumentano e i campioni di vino che i viticoltori soprattutto a livello amatoriale forniscono all’organizzazione curata dal Rotary di Siniscola forte di tanti anni di esperienza. L’evento Viniscola 2014  quest’anno è stato inserito in un contesto denominato Primavera in Baronia.

All’interno di questo contenitore sono stati inseriti laboratori quali quello denominato Dal latte al formaggio con preparazione in diretta di alcuni tipici formaggi sardi e successiva degustazione, quello dedicato a Sa Suppa Siniscoilesa piatto tipico della zona e quello dedicato a Sa Pompia , una vera e propria gustosa esclusiva siniscolese.

 

Si tratta di un ecotipo locale di antica origine e di difficile inquadramento tassonomico. Oltre ad essere citato dal Manca dell’Arca (1780) questo agrume veniva coltivato a Milis nel 1760 come risulta da una statistica redatta all’epoca per ordine del Viceré. Da molti ritenuto un cedro si differenzia dalla specie Citrus medica L. per diversi caratteri  sia dell’albero sia del frutto:mentre più probabilmente potrebbe essere un ibrido naturale originatosi nell’ambito della popolazione agrumicola locale.

La descrizione della pianta e dei frutti è stata redatta su esemplari individuati in agro di Posada a 8 km da Siniscola. L’albero è di dimensione media,ha portamento assurgente e rami provvisti di spine medie appuntite. Le foglie sono grandi, di forma ovale con apice convesso.  I frutti hanno forma sub-globosa appiattita ai poli e dimensioni elevate: un frutto può raggiungere un peso pari a circa 600-700 grammi. La base è appiattita e profondamente solcata con calice piccolo regolarmente diviso e peduncolo difficilmente distaccabile.

L’apice è piano,leggermente incavato circondato da un’aureola molto evidente,la cicatrice stilare è molto piccola. L’epicarpo di colore giallo,più intenso e ambrato nei frutti a maturità avanzata,è molto rugoso,presenta costole longitudinali accentuate e spessore elevato. Alcuni frutti, di dimensioni inferiori, possono presentare la superficie liscia a maturità avanzata. La polpa, costituita da 13-14 logge ben separabili, è di color giallo chiaro e ha tessitura grossolana e vescicole grandi e tozze. Il contenuto in succo è modesto così come il tenore zuccherino, mentre  l’acidità è elevata.

Il numero dei semi è contenuto entro valori medi. Conosciuta e apprezzata da un mercato  molto ristretto deve la sua sopravvivenza alla tradizionale utilizzazione nella preparazione del dolce tipico noto come aranciata meglio aranzata e data la sua antica origine e la scarsità di conoscenze sia sulla sua posizione tassonomica sia sulle caratteristiche bio-agronomiche, è ritenuta particolarmente interessante per l’individuazione dei caratteri utili nel miglioramento genetico.

Settantadue i campioni di vino tutti rossi presentati al Concorso Enologico ed esaminati da una Commissione composta da cinque esperti del settore Angelo Concas Presidente dell’Accademia EPULAE ed espertissimo assaggiatore e conoscitore di prodotti nonché giornalista enogastronomico, Giannetto Lapia espertissimo Sommelier e profondo conoscitore delle tipologie vitivinicole della Sardegna che ha svolto in modo ineccepibile e con grande rigore le funzioni di segretario della commissione, il dottor Tonino Costa e il dottor.Franco Fronteddu entrambi iscritti all’albo regionale degli assaggiatori isrituito dalla Regione Sardegna ed il sottoscritto unico foresto ma frequentatore del concorso da molti anni.

Il lavoro di selezione ha portato ad individuare otto vini che sono andati in finale. Premi per i primi tre classificati e menzioni speciali a pari merito per gli altri cinque che sono stai consegnati a cura del Rotary Club di Siniscola nella sala consiliare durante un incontro che ha visto la premiazione del concorso di poesia.

Alla sera presso la sede della Pro Loco è stato allestito un Banco d’Assaggio nell’ambito di una notte bianca che ha visto in vari punti della cittè oltre ad un mercatino dell’artigianato nelle numerosi corti dei palazzi e per le strade degustazioni, spettacoli musicali, rappresentazioni di balli tradizionali e Tenores sardi, di nuovo laboratori per la preparazione di formaggi, minestre tipiche e la Prima Edizione della Sagra dell’Agnello.

Queste sono le Cantine che hanno donato i Vini per la degustazione che è stata allestita sotto i portici della palazzina della Pro Loco di Siniscola: Cantina GOSTOLAI di Oliena, Cantina DORGALI di Dorgali:che ha presentato Bardia senza solfiti, Filine Vermentino di Sardegna e Sant’Elene, Cantina SURRAU di Arzachena che ha portato Sciala Bianco, Surrau e Sole Ruiu Passito, Cantina PIERO MANCINI di Olbia con il suo Cannonau, Cantina SANTADI di Santadi che ci ha deliziato con un imponente e vellutato Terre Brune oltre a Villa Solais, Cantina TONDINI di Calangianus che ha messo a disposizione Lajcheddu, Katala, Karagnani e Siddaju, Cantina ORRO di Terralba che ha  offerto ai fortunati fruitori una interessantissima Verticale di Vernaccia, Cantina BERRITTA di Dorgali che ha messo in degustazione Panzale e Nostranu, Cantina ZANATTA di Olbia che ha presentato Cannonau e Vermentino di Gallura, Vinicola CHERCHI di Usini con l’autoctono  Cagnulari, Azienda Vitivinicola SERRA di  Zeddiani  con un’altra particolare Verticale di Vernaccia e la Cantina FRADILES di Olbia con il suo Vermentino di Gallura.

La degustazione denominata Calici di Stelle ha visto presenti i vini vincitori del concorso e quelli che hanno ottenuto la menzione speciale. In una terra che vede una predilezione per i vini rossi, in primis il Cannonau, particolare  attenzione e plauso hanno ottenuto i vini dell’Azienda Agricola Maria Letizia Gaggioli di Zola Predosa situata nel territorio della DOC Colli Bolognesi che sono stati presentati in degustazione da me e da Angelo Concas al direttivo del Rotary e ad alcuni ospiti durante una cena al Ristorante Albero Maestro che si trova in località Sa Petra Ruia (la pietra rossa) tra Orosei e Siniscola.

Nata nel 1972 dalla volontà di Carlo Gaggioli di recuperare il Vigneto Bagazzana che é situato sulla collina sulla quale si ergeva l’antica Abbazia di Zola Predosa l’Azienda Agricola Giaggioli è una delle cantine storiche del Consorzio dei Colli Bolognesi e dispone di 22 ettari di vigneto specializzato disposto sulle alture argillose a formare una specie di anfiteatro naturale, splendidamente vocato per produrre i gioielli enologici del territorio, Pignoletto in primis.

Oggi che rappresenta una delle realtà enologiche d’eccellenza del suo territorio la famiglia Gaggioli si è dotata anche di un moderno agriturismo denominato  Borgo delle Vigne seguito personalmente da Maria Letizia figlia di Carlo, sorto nella vecchia casa padronale nella quale è nato nel 1447 il pittore ed orafo Francesco Raibolini detto Il Francia che ha ritratto nei suoi dipinti i paesaggi delle dolci coline bolognesi. Il ristorante dell’agriturismo dispone di 50 coperti interni, distribuiti su due ampie sale, e di 50 esterni.

Nel corso degli anni la cantina si è aggiudicata numerosi premi ai concorsi enologici e decine di riconoscimenti e menzioni. L’ultimo riconoscimento è stato tributato in questi giorni ai vini dell’Azienda Agricola Gaggioli in occasione del XIII° Concorso Enologico Internazionale “La Selezione del Sindaco”: entrambi i prodotti presentati dall’Azienda sono stati infatti premiati, e in particolare:Il Colli Bolognesi Pignoletto Superiore DOC 2013 ha vinto la Medaglia d’Oro e il Colli Bolognesi Pignoletto Frizzante DOC 2013 si è aggiudicato la Medaglia d’Argento.

 

Giunto quest’anno alla XIII° edizione, con la qualificata presenza di mille Aziende partecipanti il Concorso Enologico Internazionale “La Selezione del Sindaco è magistralmente organizzata dalla Associazione Nazionale Città del Vino e da RECEVIN la Rete Europea delle Città del Vino. La premiazione si svolgerà a Roma in Campidoglio alla presenza dei Sindaci delle città premiate. La degustazione dei vini é stata guidata da me e da Angelo Concas che ha fatto precise e dotte precisazioni sui vini avendo visitato la Cantina Gaggioli e ha visto presenti Angelino Fadda, Santino Marteddu ideatore di Viniscola, l’avvocato Antonio Canalis e la moglie Loreta avvocatessa, Pietro Brundu, Patrizio Sanna già Presidente del dustretto Rotary ed altro infaticabile organizzatore dell’evento nonché caro Amico, Giannetto Lapia, Pier Giorgio Lapia, Giampiero Concas e il Presidente del  Distretto del Rotary 2080 (Roma –Lazio – Sardegna) dottor Gianfranco Piras.

 

Lo Chef Palmiro Sanna ha deliziato ancora una volta di più i palati dei presenti con una seria di succulenti antipasti di pesce caldi e freddi che ben si sono sposati con Il Francia Brut VSQ Pignoletto Spumante DOC che ha piacevolmente stupito i presenti pe la sua quasi morbidezza tanto da non farlo sembrare a giudizio dei presenti un brut e l’acidità davvero discreta. Con i primi piatti è arrivato in tavola il Pignoletto Superiore DOC che ha continuato degnamente il mariage con i manicaretti preparati dallo chef che quando poteva usciva dalla cucina per verificare ed apprezzare il connubio dei vini con i suoi piatti. Intenso, profumato, persistente e con un gran carattere ha accompagnato con autorità il palato verso il vero fritto gustoso di paranza e dei pesci poveri e dimenticati che però preparati in siffatta maniera da Palmiro fanno trasecolare è stato servito ai fortunati presenti Il Rosso Bologna DOC che è stato chiamato così forse per rammentare che pure bei dintorni della Città che ospita la più antica Università del mondo si produce vino di ottima qualità.

 

Era il momento che più mi teneva in apprensione dato che a parte il Vermentino squisito la prevalenza e le preferenze dei consumatori si rivolge ai vini rossi pregevoli dell’antica Ichnusa. Ed invece il Rosso Bologna è piaciuto moltissimo s si è ben abbinato con il fritto, le triglie, gli scampi, i calamari, il fritto ed altri pesci che non ricordo ma che ho gustato veramente. Ed il piacere più grande è stato per me il sincero apprezzamento per il Rosso Bologna che è venuto dagli amici sardi  che forse erano un poco prevenuti e pensavano forse che i buoni rossi in Emilia Romagna non ci fossero.

 

Il ristorante Lu Impostu di San Teodoro ha davanti alla sua terrazza l’isola di Tavolara e direi che non è poco ed è gestito dal rotariano del Distretto 2080 signor Tonino De Candia e da sua moglie signora Anna Maria Fiori mi ha dato un gradevolissimo e raffinato saluto il giorno della mia partenza. Sono andato a pranzo col caro amico Raimondo Azara che devo ringraziare infinitamente perché senza le sue preziose indicazioni geografiche, le precise note storiche sulla Baronia e l’elenco completo delle Cantine che hanno regalato con grande piacere al Rotary di Sinisicola i vini per la degustazione nonché non per ordine di importanza la sua esatta descrizione agronomica di Sa Pompia io non avrei potuto scrivere questo quasi racconto.

 

Siamo stati veramente benissimo pasteggiando a Vermentino che ha accompagnato una dozzina di ottimi antipasti, due primi piatti favolosi e tre secondi di pesce freschissimo con relativi succulenti contorni, Io popi non mi son fatto mancare alla fine le Seadas col miele, Voglio ringraziare gli Amici Patrizio Sanna, Santino Marteddu, Antonio Canalis, il Presidente del Distretto Gianfranco Piras e le relative consorti e compagne, i colleghi giornalisti e sommmeliers, gli agronomia saggiatori della Commissione e tutte le degne e gentili persone che hanno contribuito alla riuscita dell’evento. La soddisfazione più grande per gli organizzatori è venuta dalle labbra di alcuni produttori premiati e non che hanno ringraziato pubblicamente i  Rotariani per aver creato la rassegna che a loro dire e c’è da crederci li ha aiutati a crescere nel modo di produrre il vino.

Umberto Faedi
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