Tribuna

I vini del cuore di Luca Maroni 

I vini del cuore di Luca Maroni 

I vini del cuore di Luca Maroni 

 

Luca Maroni assorto nell’assaggio (Photostudio Diego Montano)

Meravigliosi quelli assaggiati quest’anno” sentenzia il guru della critica enoica.

Premiate con 99 centesimi due etichette altoatesine: il Moscato Rosa di Franz Haas e il Goldmuskateller Cantina di Bolzano oltre a tre colossi della distribuzione internazionale: Provinco, Schenk e Eno Partner Italia.

In 35 anni (dal 1988 al 2022) ha degustato 380 mila vini. Chi è costui, vi chiederete. Tranquilli, non è extraterrestre. 

E’ una persona in carne e ossa: Luca Maroni, uno dei più autorevoli “Taster of Wine” del pianeta che ogni anno assaggia migliaia di vini. 

Nei giorni scorsi è uscita l’edizione 2023 del suo Annuario dei Migliori Vini Italiani (Casa editrice Sens, 55 euro). 

Un’opera monumentale (976 pagine) suddivisa per regioni. Una vera e propria Bibbia del buon bere italiano.

Confessa: “In gioventù ero astemio”. Poi dal 1988 ha degustato 380 mila vini

E pensare che in gioventù era addirittura astemio.

Il guru della critica enoica Luca Maroni (Photostudio Diego Montano)

 “Avevo 24 anni, ero uno studente in Economia e Commercio in cerca di una passione – racconta Luca Maroni – il vino non mi piaceva, ero astemio  anche perchè a quei tempi i vini li trovavo pesanti e spesso difettosi. 

Poi un giorno, un caro amico mi regalò un bottiglia particolare. 

Mi incuriosì l’etichetta. Stappai la bottiglia, ne assaggiai un sorso e poi un calice intero. Rimasi sorpreso dalla piacevolezza di quel vino al punto che il giorno dopo acquistai tutti i libri che parlavano di vino.

 Mi innamorai e cominciai ad assaggiare altri nettari. Dopo quattro anni di studio, da autodidatta, scrissi una lettera a Veronelli, che è stato il mio maestro, proponendomi come collaboratore. da allora, nel 1988, decisi di occuparmi esclusivamente di analisi sensoriali applicate al vino.”

Il parametro di giudizio è la piacevolezza, il fruttato di un vino

Luca Maroni nelle sue analisi sensoriali segue da sempre un solo parametro di giudizio: la piacevolezza.

 Le valutazioni sono la risultanza di un metodo scientifico da lui stesso creato. Metodo  che privilegia come parametro qualitativo il sapore, ovvero la fruttato di un vino.

“La qualità del vino è la piacevolezza del suo sapore” ripete. 

Questo, da sempre, è lo slogan del guru della critica enoica italiana che nel valutare i vini segue con coerenza, da anni, questa sua filosofia. 

Un’opera monumentale: 976 pagine, 32.680 valutazioni degustative

Da pochi giorni  è arrivata in libreria la monumentale (976 pagine) edizione 2023 dell'”Annuario dei Migliori Vini Italiani”. 

Cantina di Trento

La guida contiene 32.680 valutazioni degustative, centinaia di pagine di statistiche e graduatorie relative a 8.160 vini e a 1.201 aziende. Ampio spazio è dedicato anche ai vini del Trentino Alto Adige.

 Quest’anno Luca Maroni punta i riflettori sull’eccellenza vitivinicola italiana, apprezzata in tutto il mondo per la sua varietà e la sua alta espressione qualitativa. 

Ecco perchè l’Annuario rappresenta un valido strumento di informazione non solo per gli esperti del settore, ma anche per i semplici appassionati.

 

Giudizio entusiastico sull’annata: “Raggiunti livelli qualitativi eccezionali”

Entusiastico il giudizio del critico romano: “Meravigliosi i vini assaggiati quest’anno. 

Il che conferma – aggiunge – che ogni anno il vino italiano consolida la propria leadership toccando vertici qualitativi eccezionali, con miglioramenti su tutti i fronti, con i produttori sempre più capaci di attutire e attenuare 

l’impatto negativo del cambiamento climatico, con grande rigore e attenzione ai tempi di raccolta, con trasformazioni enologiche sempre più pulite, sempre più all’insegna del rispetto massimo dell’aroma del frutto. 

A livello sensoriale ci confermiamo leader mondiali”.

“Dobbiamo rendere merito ai produttori che in vigna hanno coltivato uve con la massima cura, tempestività e rigore, trasformandole in cantina con tecnica enologica di tal rispetto da trasfondere nei vini i loro tesori di polpa, 

di dolcezza e di aroma senza alterazioni. Il vero cru, allora, è l’uomo che orchestra tutti i fattori produttivi in modo da far esprimere al suo frutto e al suo vino tutto il portato in termini di colore,

 profumi e gusto che gli elementi naturalistici possono recare alla bacca nel loro nativo luogo di produzione” scrive Maroni nella prefazione del suo volume.

Le eccellenze: dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, senza dimenticare Roma 

Tante le eccellenze assolute, i vini giudicati con 99/100, con una grande predominanza di rossi (ben 77), 

davanti ai bianchi (23), ai rosati (5) e ai vini dolci (4) che rappresentano il pianeta vino italico: dall’Alto Adige alla Sicilia.

 Premiate le cantine più prestigiose: Franz Haas, Cantina di Bolzano, Donnafugata, Velenosi, Tasca d’Almerita, 

Tenuta Ulisse, Fantini Group, Piccini 1882, Provinco, Schenk Italian Wineries, Cottanera,  Vespa Vignaioli, Lungarotti, Botter, Bollina, Barbanera, Nativ. 

Tra tanti assaggi, guardando a Regioni o territori che vivono un momento di particolare splendore, 

Luca Maroni segnala l’Abruzzo, con “vini davvero eccezionali dal punto di vista olfattivo e gustativo e la Puglia con il Primitivo e non solo, ma anche con i bianchi: la Verdeca e il Fiano Minutolo,

 uve aromatiche stupende. E poi, finalmente, brillano i vini della Roma Doc: le uve che maturano guardando Roma, grazie ad una denominazione intelligente e vincente nel mondo. 

Stanno raggiungendo le massime qualità organolettiche dei vini italiani, e quindi, finalmente possiamo dire Roma Caput Vini davvero.”

Il Moscato Rosa di Franz Haas e il Goldmuskateller Cantina di Bolzano
Franz Haas ci ha lasciati il 13 febbraio 2022, stroncato da un infarto. Aveva 68 anni

Per quanto riguarda il Trentino Luca Maroni assegna il punteggio più alto (99 centesimi) a due cantine altoatesine: a Franz Haas per il Moscato Rosa 2020 e alla Cantina di Bolzano per il Goldmuskateller Vinalia 2019.

Il Moscato Rosa di Franz Haas premiato con 99:100

Al winemaker Franz Haas, figura mitica dell’enologia altoatesina, che ci ha lasciati l’anno scorso, stroncato da un infarto a soli 68 anni, Luca Maroni ha voluto dedicare l’Annuario 2023 con queste parole: “Ha reso il Moscato e il Pinot Nero dell’Alto Adige dei vini mito senza eguali.” 

Premiati, inoltre, sempre con l’astronomico punteggio di 99 centesimi tre colossi regionali della distribuzione internazionale: Provinco Italia con sede a Rovereto per cinque Primitivi di Puglia e il Cabernet Sauvignon Elettra 2021; 

Schenk Italia con sede ad Ora per il Maso Antico Prinitivo del Salento 2021 da uve leggermente appassite e il rosso Lazio Corte del Golfo 2021; l’Eno Partner Italia con sede ad Egna per il Mezzatìa Salento 2021 da uve leggermente appassite (Primitivo 85%, Negroamaro 15%).

Superstar la Cantina Sociale di Trento con il Gewurztraminer Goccia d’Oro
Il Gwurztraminer Goccia d’Oro della Cantina Sociale di Trento premiato con 96:100

Lusinghieri i punteggi assegnati da Luca Maroni a molti vignaioli e cantine cooperative del Trentino Alto Adige.

 Alle spalle di Franz Haas e della Cantina di Bolzano, aziende premiate con l’astronomico punteggio di 99 centesimi troviamo un altro tris di aziende altoatesine: la Cantina Produttori di San Michele Appiano con l’Appius 2017, 

la Cantina Produttori di Merano con uno dei migliori vini dolci d’Italia, Sissi 2018 (Moscato Giallo 70%, Traminer 20%, Petit Manseng 10%) e l’azienda di Elena Walch con il blend Beyond The Clouds 2020. Tutte e tre queste cantine sono state premiate con il punteggio di 98 centesimi.

Seguono, con punteggio di 96 centesimi, sei cantine: la Cantina Sociale di Trento con il Gewurztraminer Goccia d’Oro 2021, la Cantina Kaltern con il Campaner 2021, la Cantina Valle Isarco con il Sauvignon Aristos 2021, Colterenzio con lo Chardonnay Lafòa 2020, la Erste+Neue di Caldaro con il Goldmuskateller 2021 e la cantina Nals Margreid con lo Jura Pinot Noir Riserva 2019.

Premiate la tenuta San Leonardo, la Cantina Rotaliana, Marco Donati e Rotari
Marco Donati con la moglie Emanuela e la figlia Elisabetta

A quota 95 centesimi troviamo poi la Tenuta San Leonardo con il mitico bordolese San Leonardo annata 2017 (Cabernet Sauvignon 60%, Carmenère 30%, Merlot 10%),

 l’azienda Josef Griegl di San Michele Appiano con il Riesling Vigna Rielerhof 2021, la Cantina Rotaliana con il Teroldego Rotaliano Superiore Riserva 2019, l’azienda Marco Donati di Mezzocorona con il Teroldego Rotaliano Sangue di Drago 2019 e  la Tenuta Kornell con il Cosmos Sauvignon 2021.

Tre le cantine della regione premiate con 94 centesimi segnaliamo Mezzacorona con il Teroldego Rotaliano Riserva 2019 Castel Firmian, la Kellerei St. Pauls con il Riesling Bergspiel 2021 e  Martini&Sohn con lo Chardonnay Maturum 2019.

 Seguono con 92 centesimi la Rotari con il Trentodoc AlpeRegis Extra Brut 2016 e con 91 centesimi la cantina Levide località Predaia Val di Non con il Trentodoc Maso Alesiera metodo classico Brut Nature Riserva 2016.

Luca Maroni: “Un consumo moderato di vino a tavola non fa male”

Infine, con un divulgatore e uomo di cultura enologica come Luca Maroni, impossibile non fare una riflessione sul tema del momento, ovvero il difficile rapporto tra vino, alcol e salute. 

Un tema quanto mai attuale, tra indicazioni di realtà come l’Organizzazione Mondiale della Sanità che vuole disincentivare il consumo tout court e iniziative legislative come quella presa in questi giorni dall’Irlanda, con gli “healt warning” in etichetta.

“L’equazione vino uguale alcol è un’aberrazione. 

La componente maggioritaria del vino, infatti, è l’acqua. Poi è vero che c’è anche un po’ di alcol. 

A questo punto è la moderazione che fa la differenza. 

Come si può immaginare un pasto senza vino?

 Studi scientifici hanno ha confermato che i 187,5 centilitri di vino (poco più di un calice, ndr) ad una gradazione alcolica del 12,5% durante il pasto non solo non fanno male, ma anzi aiutano l’organismo. 

Ovviamente si parla di un consumo consapevole e moderato. 

La consapevolezza e la passione sono il primo vero freno all’eccesso: non ho mai visto un appassionato di vino, ubriaco.”


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