Curiosità

I vini affinati sott’acqua piacciono sempre di più ma costano tantissimo

Sono molte e varie le proposte che si susseguono nel mondo del vino. La crescita nel mercato di tipologie quali vini biologici, biodinamici, naturali o orange è un dato di fatto.

Molte cantine hanno rivolto parte della loro produzione verso vini rosati e spumanti derivati da vitigni autoctoni.

Per molte aziende queste tipologie rappresentano una produzione di nicchia e nel mercato vanno ad aumentare la proposta di referenze.

In questo ambito si sono conquistati uno spazio i vini affinati sott’acqua.

Non sono una assoluta novità e attualmente la produzione complessiva arriva a solo 200.000 bottiglie in tutto il mondo.

In Italia ci abbiamo al momento tre aziende che si sono dedicate a produrre questa particolare tipologia di vini.

Approntare una cantina subacquea non è assolutamente semplice e richiede tempo e investimenti importanti.

Chi pratica questo metodo di affinamento ritiene che il microclima particolare che si crea con temperatura costante, assenza totale di ossigeno e luce, il movimento delle onde e delle correnti e il riparo naturale dalle fasi lunari creino le condizioni ottimali per la maturazione del vino.

La Tenuta del Paguro di Brisighella in provincia di Ravenna adotta dal 2010 questa tecnica speciale di affinamento.

Le bottiglie di Albana, Cabernet, Merlot e Sangiovese provenienti da terreni sopra Brisighella vengono inabissate nel relitto di una piattaforma al largo di Ravenna.

Restano sommerse per almeno 6 mesi a 30 metri di profondità. L’ Azienda Vinicola Bisson di Sestri Levante ha creato nel 2009 una cantina subacquea nei fondali al largo di Portofino.

Vennero immerse allora 6500 bottiglie di Spumante Metodo Classico in una gabbia metallica alla profondità di 60 metri e lì lasciate affinare per 26 mesi.

Attualmente vengono immerse 30.000 bottiglie di Abissi Spumante Classico, Rosè e Riserva.

La stragrande maggioranza di queste bottiglie viene venduta all’estero. In Sardegna la Cantina Santa Maria La Palma di Alghero propone l’Akenta Sub ottenuto da uve di Vermentino di Sardegna raccolte manualmente e realizzato con Metodo Martinotti.

L’affinamento avviene a 40 metri di profondità nei fondali del Parco di Porto Conte.

In occasione della raccolta delle bottiglie viene organizzata una grande festa che è l’occasione per promuovere e valorizzare il territorio.

Vicino a noi in Croazia l’azienda Edivino ubicata sulla Penisola di Peljesac tra Ragusa e Spalato mette le bottiglie in anfore di terracotta che vengono calate nel Mare Adriatico da 18 a 25 metri e lasciate affinare per almeno un anno e fino a due.

La Cantina greca Gaia Wines mette nelle stupende acque di Santorini le sue bottiglie di Thalassitis ottenuto da pregiate uve Assyrtiko in gabbie metalliche alla profondità di 25 metri.

Sono passati molti anni da quando bottiglie di Sauvignon Blanc Pouilly Fumè AOC, stepitoso vino bianco  originario della Loira, furono poste ad affinare a Saint Nazaire nell’Oceano Atlantico.

Il pregiato vino si chiama cosi a causa di una polverina grigiastra che ne ricopre i chicchi giunti a maturazione e dal tipico aroma di pietra focaia.

Era il vino preferito da Luigi XVI.

Da allora molto tempo è passato e i vini affinati sott’acqua sono ancora alla portata di una ristretta clientela.

L’affinamento effettuato in acqua porta ad ottenere bottiglie assai particolari e da collezione proposte a prezzi molto alti che sono alla portata di pochissime persone.

Ho avuto il privilegio di degustare in ottima compagnia una bottiglia di Sauvignon Blanc Pouilly Fumè ed è davvero un vino assai particolare e interessante.

Umberto Faedi 


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Redazione

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