Tribuna

I mercati asiatici per il vino italiano: Cina e Corea del Sud

La crisi dovuta alla pandemia ha portato a un cambiamento dei consumi e delle modalità di acquisto.

I vini italiani hanno retto abbastanza bene e sono alla ricerca di nuovi mercati e di consolidare quelli già acquisiti.

La Cina ha subito nel 2020 un notevole calo in valore di vendite ma quest’anno ritornerà ai livelli del 2019, prima della diffusione del virus.

I cinesi che consumano vino non ne bevono molto in casa.

Quindi il consumo domestico non ha compensato il calo di vendite.

Le fiere dedicate al vino sono tornate e i ristoranti sono in piena attività.

I cinesi che apprezzano i vini sono generalmente benestanti e coloro che negli ultimi anni hanno fatto fortuna.

Spendono i loro denari in patria senza andare all’estero.

Vini e marchi del lusso stanno conquistando spazi nella Repubblica Popolare Cinese. La lotta alle contraffazioni e al contrabbando ha portato ad avvicinare ulteriormente i cinesi benestanti a consumare vino nei ristoranti e durante le festività.

I ricchi millennials cinesi amano i vini italiani e vanno spesso  al ristorante durante la settimana.

Le sanzioni imposte ai vini australiani dal governo cinese favoriscono i nostri vini. Durante la pandemia le aziende hanno educato i loro clienti a bere vino in casa e a visitare le cantine.

Quando i cinesi potranno viaggiare di nuovo molti di loro si indirizzeranno a visitare le aziende.

La Corea del Sud ha un grande potenziale di consumatori grazie all’ottimo sviluppo economico e all’interesse nei riguardi della cultura del vino europea.

La bevanda alcolica nazionale è il Soju, un vino di riso che può essere ottenuto anche da patate dolci, tapioca e cereali.

Dagli anni ottanta sono cresciute sensibilmente le importazioni di bevande.

I limiti ambientali che penalizzano le produzioni hanno determinato una crescita annuale dell’11%  negli ultimi anni di vini importati.

L’italia si trova al quarto posto dietro a Francia, Cile e Usa con una quota di mercato del 16% circa.

I vini preferiti sono quelli rossi con oltre il 60% seguiti da spumanti e bianchi.

I prezzi sono alti, fino a 30 euro per una bottiglia di qualità. Grazie alle catene GDO i vini con un prezzo al dettaglio intorno o inferiore ai 10 euro stanno conquistando grandi spazi.

Grazie al EU – South Corea Trade Agreement la tassazione dei vini europei è diminuita e questo offre un grande vantaggio rispetto a Sud Africa e Nuova Zelanda.

L’Italia si conferma tra i maggiori fornitori di prodotti di grande qualità ma i produttori devono adeguare i prezzi rispetto ai concorrenti.

Umberto Faedi 


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Redazione

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