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Grilli negli alimenti: l’allarme per le reazioni allergiche è concreto

Ognuno è padrone della propria salute.

Ognuno è padrone della propria salute.

Come è ormai noto, lo scorso 24 gennaio 2023 è entrato in vigore il «Regolamento di esecuzione (UE) 2023/5 della Commissione che autorizza l’immissione sul mercato della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico) quale nuovo alimento». Vedere qui.

In realtà si tratta del terzo insetto approvato per il consumo.
Nel febbraio 2022 era stata la volta della larva gialla della farina (Tenebrio molitor) e nel novembre 2021 della locusta migratoria.

L’ultima autorizzazione riguarda la domanda presentata nel 2019 dalla società Cricket One Co, azienda vietnamita che alleva grilli su ampia scala, e li commercia già in mezzo mondo.

Ciascuno dei provvedimenti accoglie una domanda di aziende interessate alla messa in commercio delle farine dei tre specifici insetti (locuste, larve della farina, grilli), allevati, congelati, essiccati, ridotti in polvere per essere utilizzati nell’alimentazione, anche umana.

Il testo di ogni provvedimento segue la medesima formulazione.
Incluse le espressioni cautelative.

La UE si cautela, ammette reazioni allergiche

Viene, infatti, messo nero su bianco che «riconoscendo che sulla base della quantità limitata di dati pubblicati sulle allergie alimentari connesse agli insetti, il consumo del nuovo alimento può provocare una sensibilizzazione primaria e reazioni allergiche nelle persone allergiche ai crostacei e agli acari della polvere».

E inoltre: «Nel suo parere l’Autorità ha inoltre rilevato che il consumo //della locusta migratoria, // di larva gialla della farina // di polvere parzialmente sgrassata del grillo domestico// può provocare reazioni allergiche nelle persone allergiche ai crostacei, ai molluschi e agli acari della polvere».

L’Autorità ha inoltre osservato che, se il substrato con cui vengono alimentati gli insetti contiene ulteriori allergeni, questi ultimi possono risultare presenti nel nuovo alimento.

La UE, dunque, è ben consapevole anche dei rischi che possono derivare dai novel food persino reazioni allergiche anche gravi (come lo shock anafilattico) a soggetti già sensibili a crostacei, molluschi ed acari della polvere.

Viene riconosciuto che anche il consumo prolungato potrebbe condurre ad una sensibilizzazione anche in chi non è allergico.
Come già era denunciato qui.

Questo l’elenco degli alimenti che potranno contenere farina di insetti

Ciascuna domanda riguardava l’uso delle polveri ottenute dall’essicazione, anche parziale, per gli alimenti destinati alla popolazione, che i Provvedimenti UE elencano per tutti e tre gli insetti, ossia:

• nel pane e nei panini multicereali,
• nei cracker e nei grissini,
• nelle barrette ai cereali,
• nelle premiscele secche per prodotti da forno,
• nei biscotti,
• nei prodotti secchi a base di pasta farcita e non farcita,
• nelle salse,
• nei prodotti trasformati a base di patate,
• nei piatti a base di leguminose e di verdure,
• nella pizza,
• nei prodotti a base di pasta,
• nel siero di latte in polvere,
• nei prodotti sostitutivi della carne,
• nelle minestre e nelle minestre concentrate o in polvere,
• negli snack a base di farina di granturco,
• nelle bevande tipo birra,
• nei prodotti a base di cioccolato,
• nella frutta a guscio e nei semi oleosi,
• negli snack diversi dalle patatine
• e nei preparati a base di carne.

Etichettatura dei novel food

Nell’etichettatura di questi nuovi cibi devono essere rispettati precisi requisiti per quanto riguarda l’allergenicità, conformemente all’articolo 9 del regolamento (UE) 2015/2283.

È importante quindi che i produttori e i fornitori implementino misure di controllo atte ad escludere la presenza accidentale dell’allergene. O, al caso, siano adeguatamente etichettati gli alimenti contenenti polvere di tali insetti.

È per questo motivo che i Laboratori pH sono subito adoperati e sono in grado di svolgere un ruolo chiave per verificare l’assenza di allergeni in questi nuovi prodotti alimentari.

A tale scopo, i Laboratori pH hanno già sviluppato un’analisi in “PCR Real time” per rilevare la presenza in tracce di Acheta domesticus nelle diverse matrici alimentari.

Nel frattempo, evitiamo di consumare questi alimenti la cui composizione non comparirà in etichetta!

Noi già vi avevamo messi in allarme. Qui.

Maura Sacher


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