Nel padiglione dedicato al panorama vitivinicolo italiano presente all’interno dell’Area Palazzo Italia a Expo 2015, “Vino a Taste of Italy”, solo 70 grappe circa presenti per 30/40 produttori e degustazioni solo una volta a settimana.
Ho bisogno di pormi e porvi alcuni interrogativi.
Expo 2015 è o no la più grande vetrina mondiale dell’agroalimentare? La grappa è o no il nostro distillato di bandiera, fierezza tutta italica? Se rispondiamo sì a entrambi i quesiti, i conti non mi tornano.
Com’è possibile che a “Vino a Taste of Italy”, il padiglione dedicato al panorama vitivinicolo italiano a Expo siano presenti solo 70 grappe circa e 30/40 produttori? E perché le degustazioni si fanno solo una volta a settimana?
Per capirci con i numeri: in Italia i produttori di grappa sono circa 130 (fonte Museo della grappa Poli) e un numero infinito di etichette.
Ho l’impressione che stiamo assistendo all’ennesima occasione perduta per il nostro distillato di bandiera (se possiamo ancora chiamarlo così!). Mi sarei aspettato altro in occasione di expo 2015.
Un intero padiglione dedicato alla grappa, ai metodi di produzione, alla peculiarità di questo distillato e, infine, la presenza di tutti i produttori, con le loro grappe per promuovere questa eccellenza tutta italiana.
Purtroppo non è andata così; chissà perché? Ho visitato padiglioni di Paesi a Expo, che pur avendo pochissimi prodotti, li hanno valorizzati al meglio, sfruttando questa vetrina mondiale. Perché noi no? Giro questo quesito all’Istituto nazionale grappa che rappresenta circa il 70 per cento della grappa distillata e oltre 100 aziende e alle associazioni che a vario titolo si occupano di promuovere la grappa.
Continuando così, potremo ancora definire la grappa come distillato di bandiera?
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