Stile e Società

Gli asini volano davvero in Inghilterra e non solo la

Tutti sappiamo che fra gli Italiani e gli abitanti di quella poco attraente isola che si trova di fronte alle coste della Francia non corre grande simpatia.

Gli inglesi sono coloro che una volta e parzialmente tuttora abitano l’Inghilterra.

Il regno unito è l’entità territoriale che comprende Galles, Gran Bretagna, Irlanda, Scozia e le isole del Mare del Nord e della Manica.

Gli inglesi hanno origine dalle tribù degli Angli, dei Sassoni, dei Frisoni e degli Juti che si fusero successivamente dando vita al popolo anglosassone.

Queste rozze tribù provenivano dal continente ed erano di ceppo germanico. Occuparono progressivamente l’isola dopo che i Romani intorno al 410 dc abbandonarono i territori conquistati e civilizzati.

Scacciarono a nord i Celti che abitavano l’isola che si rifugiarono nel Galles, in Scozia e in Cornovaglia.

Il nome Inghilterra deriva da Angleland ovverossia terra degli Angli.

A nord i Vichinghi erano presenti da secoli e man mano si integrarono con i nuovi arrivati.

Dopo l’abbandono da parte dei Romani e delle legioni che mantenevano l’ordine la popolazione diminuì.

I Romani avevano portato la loro civiltà bonificando intere regioni malsane come quella dove sorge tuttora Londinium, Londra.

Avevano costruito ponti, strade, terme, piazze, edifici stabili, acquedotti e il Vallo di Adriano per tenere lontane le bellicose  tribù dei Pitti.

Con la loro partenza la situazione degenerò a livello sanitario e si diffusero largamente malattie come peste e vaiolo.

E in queste situazioni la fame sviluppa il cannibalismo come avvenne successivamente in Borgogna nel 1033 durante la grande carestia.

Le tribù residenti sull’isola pare siano state le ultime a praticare metodicamente il cannibalismo.

Scusate la mia passione per la storia.

Venendo ad anni più recenti essendo tra i fondatori della Balla degli Spaghetti alla Bolognese mi interessa quello che attiene agli spaghetti appunto.

Gli Spaghetti in Italia arrivano dalla Sicilia grazie agli Arabi che cominciarono a fare essiccare la pasta.  Diretta conseguenza del fatto che dove abitavano non c’era sufficiente acqua per produrre pasta fresca.

Nell’epoca dei Romani il grande Apicio nel “De re Coquinaria” cita le lagane, strisce di pasta sottile impastata con acqua e farina.

In Cina nei secoli si diffondevano parallelamente vermicelli di grano e di riso. Nel 1957 la BBC che è la più importante rete radiotelevisiva inglese mandò in onda un documentario girato sulle Alpi.

“L’albero degli Spaghetti” venne trasmesso il primo aprile 1957 e già questo avrebbe dovuto far pensare gli austeri e inamidati anglosassoni.

L’idea del docufilm era venuta ad un cineasta di origine austriaca, Charles De Jaeger. Ottenuto il consenso della BBC De Jaeger andò sul Lago di Lugano al confine tra Italia e Svizzera.

Riprese alberi di alloro con appesi ai rami spaghetti umidi ma non cotti e persone che li raccoglievano.

Tornato a Londra chiese di doppiare il filmato a Richard Dimbleby, conosciutissimo conduttore di programmi.

Dimbleby raccontò che gli spaghetti sono molto difficili da coltivare a causa delle ghiacciate che possono danneggiare il raccolto.

La lunghezza è determinata da un lavoro che si tramanda da generazioni di coltivatori.  All’epoca gli spaghetti e la pasta non erano cibi comuni nell’isola anglosassone, anzi erano considerati qualcosa di esotico.

Il filmato era accompagnata da famose canzoni italiane. Centinaia di migliaia di persone chiamarono la BBC per avere maggiori informazioni sulla coltivazione degli spaghetti.

Le centraliniste imperturbabili risposero che per coltivare bene gli spaghetti era necessario mettere un pugno di pasta dentro una scatola di pomodoro.

Le telefonate continuarono ad  arrivare ai centralini della BBC per molti giorni.

No comment.

Ai giorni nostri gli inglesi hanno deciso di lasciare l’Europa e di lasciar morire i più deboli.

In periodo di epidemia l’inelegante forse ossigenato primo ministro aveva deciso per l’immunità di gregge.

Significa che sopravvive chi riesce e non si infetta, non si spendono sterline per curare ed assistere i soggetti più deboli.

E alla fine della fiera della follia si è infettato anche il borioso Boris che si vantava di stringere la mano a tutti. Il ministro della salute, che figuraccia, Matt Hancock e un paio di sottosegretari.

Un primo ministro incosciente ed insipiente e un governo non di pecore bensì di asini. Con tutto il rispetto per gli asini, che volano parlando inglese.

Stanlio ed Ollio cantavano “guardo gli asini che volano nel ciel….” nel film “I diavoli volanti” del 1939.

Noi vediamo nel 2020 un branco di altezzosi inglesi che volano nel cielo della loro stupidità.

Che non sia poi un male che se ne siano andati dalla UE?

Umberto Faedi 


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