Stile e Società

Frutti di bosco surgelati contaminati da virus epatite

Il procuratore della Repubblica di Torino, Raffaele Guariniello, in seguito a un allarme lanciato dal ministero della Salute, ha disposto un nuovo prelievo di campioni di confezioni di frutti di bosco in negozi e supermercati della provincia di Torino, per farle analizzare dai laboratori sanitari. Sono dieci i marchi risultati positivi al test, ma per il momento dalla Procura non sono stati divulgati nomi.

Le analisi dei ritiri di quattro note marche effettuati in primavera su ordine direttamente del Ministero della salute, avevano riscontrato la presenza del virus dell’epatite A in confezioni di frutti di bosco congelati provenienti da Serbia, Ucraina, Bulgaria, Polonia, Romania e anche dal Canada.
Sono coinvolte aziende di Padova, Pavia, Ferrara, Parma e Cuneo. La procura sta identificando i responsabili delle aziende per iscriverli nel registro degli indagati. Il pm procede per il reato di commercializzazione di prodotti di alimentari pericolosi.

Il ministero aveva lanciato l’allarme il 13 agosto scorso, non appena ricevuti i dati periodici del Sistema epidemiologico integrato dell’Epatite virale acuta dell’Istituto superiore di sanità: accertati in Italia da fine maggio a fine luglio risultavano 502 casi di Epatite A (+70% annuo, +264% rispetto alla media degli ultimi tre anni). Il maggiore incremento del numero dei casi si è verificato in Piemonte, Lombardia, Veneto e Puglia.

Secondo gli esperti dell’Unione Europea la causa è legata all’uso di acqua non potabile durante il lavaggio dei frutti di bosco prima del confezionamento.

Abbiamo quasi fatto l’abitudine, purtroppo, nel sentire i numeri sulle tonnellate di cibo avariato o contraffatto sequestrato, e forse anche questa notizia scivola via presto, confusa tra le serie preoccupazioni degli italiani per la ripresa economica, e in fondo si è trattato solo di un trafiletto mimetizzato in qualche foglio di quotidiano.

Ma se ci riflettiamo, c’è un nemico che mina la salute nostra e dei nostri figli e nipotini, e che costerà migliaia di euro alla Sanità pubblica, quindi attenzione alle crostate e cestini con decorazioni degli deliziosi frutti di bosco che tentano il nostro palato dal bancone delle pasticcerie. Non facciamo allarmismi, ma fino a che non ci sarà chiarezza e i nomi delle ditte fornitrici non salteranno fuori, io personalmente mi asterrò dal portare a casa qualunque prodotto che possa aver utilizzato frutti di bosco provenienti dall’Est Europa.
 
Maura Sacher
m.sacher@egnews.it


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