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La Federazione Russa aumenta i dazi per le importazioni di vini

La Federazione Russa aumenta i dazi per le importazioni di vini

La Federazione Russa aumenta i dazi per le importazioni di vini

I vini di Graspo in degustazione

Una cattiva notizia è in arrivo dalla Federazione Russa per l’Italia e altre 48 nazioni definite ostili dal governo di Mosca. 

L’ aumento del 7,5 % sui dazi praticati fino ad ora porta la cifra dal 12,5 al 20 % con le immaginabili ripercussioni negative per le aziende. 

L’economia della Russia era prevista in rapido declino dopo l’inizio della Operazione Speciale. 

In realtà non è stato e non è così. 

La Russia ha trovato altri importanti partner commerciali quali Repubblica Popolare Cinese, India e Brasile e non ha avuto proprio nessuna difficoltà a vendere il suo petrolio, l’ottimo gas e gli altri prodotti che propone. 

In più assieme ai paesi fondatori del BRICS ossia Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica e a quelli che si stanno aggiungendo soprattutto dall’Africa e dalla America Latina sta varando un circuito alternativo al dollaro. 

Il mercato interno russo continua a chiedere alimenti e prodotti da consumare.

 Il provvedimento non è ancora esecutivo e fa parte di un pacchetto di misure di ritorsione nei confronti delle sanzioni varate dalle nazioni che sostengono l’Ucraina. 

Questo aumento avrà conseguenze significative per il comparto dei vini italiani che nonostante le sanzioni hanno continuato a essere spediti in Russia attraverso canali alternativi. 

L’Italia potrebbe perdere il primato di esportazione che ha visto negli ultimi anni un incremento costante di acquisti di vini DOP. 

La quota di mercato era di circa il 30 % con una percentuale di oltre il 60 %  per il comparto degli spumanti.

 La Russia è da decenni un importante mercato per i produttori di vini italiani e questo aumento li renderà meno competitivi rispetto a quelli che vengono importati da nazioni che non sono assoggettati all’aumento dei dazi di importazione. 

A soffrire saranno certamente i vini di fascia bassa e media perché i consumatori russi potrebbero preferire in alternativa vini che non subiscono l’aggravio dei dazi. 

La domanda interna dei consumatori russi verrà soddisfatta probabilmente da un aumento della produzione nazionale e dalle nazioni amiche quali Armenia, Cile, Georgia che non subiranno le nuove tariffe dei dazi. 

Alcune delle nazioni colpite da questo provvedimento potrebbero decidere di attuare nuove misure restrittive nei confronti della Federazione Russa. 

Questa ipotesi potrebbe dare il via a un circolo vizioso di ritorsioni commerciali che danneggerebbero l’economia di tutti. 

Il provvedimento rappresenta una mossa forte del governo russo e avrà sicuramente ripercussioni per il comparto vino italiano e può orientare i produttori a cercare alternative valide per mantenere la competitività nei mercati internazionali e in quello russo.

Umberto Faedi 


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Redazione

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