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“Experienze” al tartufo

La formazione dei giornalisti dell’agroalimentare è un momento importante di confronto e di acquisizione di competenze sui temi trattati. A Forcoli presso il Museo del tartufo si è svolto un interessantissimo corso organizzato da Arga Toscana sul tartufo, che ha trattato di ambiente, legislazione per una corretta informazione del consumatore.

L’accoglienza del sindaco di Palaia, Marco Gherardini, che ha raccontato con entusiasmo il suo territorio, ha avvalorato ciò che tutti i presenti avevano notato arrivando a Forcoli: colline boscose, ampi vigneti, olivete, borghi antichi che dall’alto si aprono su un panorama che spazia per una delle più belle zone della Toscana.messo-del-tartufaio-

Partendo dall’esperienza di giornalisti esperti, come Fabrizio Mandorlini, giornalista enogastronomico e vice presidente di Arga Toscana, i presenti si sono confrontati sul tema “Scrivere sul tartufo: corretta terminologia sul tartufo, la geografia e le tipologie del tartufo italiano e nel mondo, enti ed associazioni che operano sul tartufo, il tartufo patrimonio dell’Unesco, come si riconoscere il tartufo, le frodi alimentari”. Riccardo Buti, agronomo, ha brillantemente relazionato su “Come si forma il tartufo, l’habitat, il clima e il terreno favorevole; le piante tartufigene, il bosco tartufigeno”.

Interessante l’intervento di Cristiano Salvini su “Aspetti della lavorazione e della commercializzazione del tartufo” che ha evidenziato le carenze della legislazione italiana e quindi della mancanza di tracciabilità del prodotto aprendo anche l’informativa sul versante dell’aggiunta di aromi e della possibilità di frode.

Atteso e necessario l’intervento delle ricercatrici Manuela Giovannetti e Cristiana Sbrana del Dept. of Agriculture, Food and Environment dell’Università di Pisa che hanno descritto il percorso affrontato per poter arrivare ad una identificazione che indichi la zona di provenienza del tartufo.

20151107_133125Non è mancato il saluto del presidente dell’Associazione Stampa Toscana che tanto si batte per la categoria e del consigliere regionale Andrea Pieroni che porta aventi le istanze dei territori salvaguardandone l’integrità.

Tornando alla scelta che un consumatore consapevole deve fare acquistando un tartufo possiamo dire che la prima cosa è acquistare da un produttore che dia garanzia di serietà. Sapere anche che tipo di tartufo è più adatto al nostro gusto può essere un altro importante passo verso un acquisto intelligente. Anche se il più ricercato è il tartufo bianco esistono tartufi altrettanto piacevoli come il Tuber Melatosporum o nero pregiato solo per fare un esempio.

Ogni zona tartufigena dovrebbe inoltre essere menzionata,  infatti,  non basta dire che un tartufo bianco è stato trovato in Toscana maè necessario specificare la zona di provenienza classificata, per esempio: tartufo bianco delle colline samminiatesi, tartufo bianco delle Crete Senesi, tartufo bianco del Mugello e così via.

Da queste poche indicazioni si comprende quanto ci sia da sapere sul tartufo e sul suo mondo. Va calcolato infatti che questa eccellenza italiana è “attaccata” da prodotti che arrivano dall’estero che hanno costo minore anche per le minori pressioni fiscali ma hanno anche caratteristiche diverse.peschiole-savini-

Possiamo concludere dicendo grazie al Museo del tartufo, ideato dalla Savini, un’azienda ormai alla quarta generazione, dove la professionalità e l’accoglienza sono caratteri distintivi,  una realtà che esporta in 40 paesi nel mondo pur rimanendo aperti al contatto con il consumatore. Interessante e consigliabile, infatti, la Truffe Exsperience , un tuffo nel mondo del tartufo.

 

Roberta Capanni

 


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Sonia Biasin

Giornalista pubblicista, diploma di sommelier con didattica Ais e 2 livello WSET. Una grande passione per il territorio, il vino e le sue tradizioni.

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