Stile e Società

Enoemozioni siciliane all’Oste dello Stabile

Serata speciale al ristorante l’Oste dello Stabile con una verticale di Rosso del Conte  di Tasca d’Almerita, in abbinamento con un menu adeguato ai vini in degustazione.

 

Quattro sfumature di Rosso del Conte, un vino che non ha bisogno di presentazioni, inconfondibile biglietto da visita della cantina Tasca d’Almerita, per indurre emozioni in una serata organizzata dal ristorante l’Oste dello Stabile di Palermo.

Il Rosso del Conte rappresenta la storia enologica della Sicilia; nato nel 1970 grazie alla felice intuizione del Conte Giuseppe è la prima espressione di grande qualità e longevità di un vino prodotto in Sicilia. Proviene dalla vigna di San Lucio, della Tenuta Tasca d’Almerita, primo vino da vigna unica in Sicilia, nasce come blend di Perricone e Nero d’Avola, ma la sua storia è fatta di numerose evoluzioni. Generalmente non si produce ogni anno, ma solo le annate migliori, infatti dal 1970 mancano all’appello otto annate.

 

“Un vino che emoziona ad ogni sorso – ha spiegato Corrado Maurigi, brand ambassador di Tasca d’Almerita – e che rappresenta la storia di chi, come il Conte Giuseppe, ha fortemente creduto nelle potenzialità del territorio siciliano scommettendo su di esso”.

La degustazione delle quattro annate di Rosso del Conte, è stata impreziosita dal menu appositamente creato per la serata dallo chef patròn dell’Oste dello Stabile, Daniele Napolitano che, insieme agli altri due soci, Giuseppe Caradonna e Davide Conigliaro, ha reso l’Oste dello Stabile un punto di riferimento per tutti coloro che hanno voglia di una cucina che parli siciliano.

 

“Sono molto soddisfatto di avere contribuito – ha detto Daniele Napolitano – a rendere omaggio ad un vino che da solo è protagonista della tavola. Quando si confronta con un simile mostro sacro lo chef deve stare attento a non rubargli la scena preparando piatti che siano all’altezza avendo cura di restare sempre un passo indietro”.

In abbinamento col Rosso del Conte Tasca d’Almerita del 2014, l’antipasto con una tartare di vacca, un marinato di vacca di limone e mandarino su lamelle di finocchio e un roast beef su spuma di pecorino e croccante di carciofi. Il Rosso del Conte Tasca d’Almerita del 2007, è stato abbinato con un primo a base di ravioloni ripieni di suino nero, asparagi selvatici su fonduta di ragusano, mentre il Rosso del Conte Tasca d’Almerita 2000 è stato gustato con ditali di tumminia alla glassa di agnello e scaglie di tartufo nero uncinato.

 

Come secondo lo chef Napolitano ha preparato uno stracotto di cinghiale con polenta di frascatula ai funghi delle Madonie che è stato abbinato col Rosso del Conte Tasca d’Almerita del 1998. Fra le quattro annate degustate, tutte interessanti, si è distinta l’annata 2000 per l’esplosione dei profumi al naso e per il perfetto equilibrio gustativo.

 

Per chiudere la serata, un dolce di antica memoria, la pesca, che rivive grazie all’arte di Santi Palazzolo della pasticceria Palazzolo costituito da due brioche intrise di liquore e ripiene di crema all’arancia col Passito Diamante Tasca d’Almerita  2016.


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Piero Rotolo

Direttore Responsabile vive a Castellammare del Golfo Trapani

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