Vino e Ristoranti

Durello in crescita e Champagne in calo? La rivoluzione delle bollicine

Una vera rivoluzione nel mondo enologico, qualcuno ha voluto sfidare l’insfidabile il pigmeo Monti Lessini metodo classico vs Champagne.

Certo che ai produttori italiani il coraggio non manca, devo dire che anche tra i giornalisti c’è animo, ma forse….!

Il fatto: applicando la regola “Dove quando e perché”.
All’azienda Dal Maso di Nicola dal Maso con le Sorelle titolare della omonima azienda ha organizzato una tavola rotonda con esperti del settore.

In aiuto è arrivato Nicola Frasson di Gambero Rosso, che ha suggerito i metodi classici da far assaggiare agli oltre quaranta presenti.

L’impeccabile servizio dei sommelier di Ais Veneto, ha versato rapidamente gli otto spumanti e da lì è iniziata la discussione.
Sapevamo che erano tutti metodo classico e ci poteva essere anche qualche cugino d’oltralpe.

Ogni persona ha fatto le proprie deduzione e se togliamo i produttori, solo l’enologo Giovanni Ponchia ha azzeccato i tre Durelli che erano tra i mitici otto.

Personalmente all’assaggio del Moet Chandon brut Imperial, avevo scambiato per il Durello in purezza che avevo sentito anni fa.
Essendo curioso ho voluto sbirciare sui notes dei miei vicini e quasi tutti hanno scambiato il Durello con lo champagne.

Anche se lo si dice a denti stretti “Il Monte Lessini è l’unico metodo classico che non ha nulla da spartire con gli altri metodo classici italiani”. La sua eleganza, il nervo e acidità sono molto vicine alle caratteristiche del più blasonato vino del mondo.

Poi anch’io ne ho azzeccati due su tre ed è quello che succede nelle degustazioni alla cieca.

Mi ricordo che qualche anno fa venne a Soave Daniele Cernilli, secondo molti il miglior assaggiatore italiano, e degustando il Durello metodo classico lo paragonò allo champagne.

Tornando alla nostra degustazione, e alla luce di quanto è emerso, il Monti Lessini ha molte più similitudini con lo Champagne che con tutte le altre declinazioni delle bollicine italiane.

Ad onor del vero erano tutti molto buoni e la degustazione ha messo in luce che i produttori della Lessinia sono sulla strada giusta.

Mi rendo conto che i lettori probabilmente mi diranno insolenze, ma se fanno una prova e in piena libertà fanno un assaggio alla cieca probabilmente mi perdoneranno il paragone.


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