
Dazi USA Potenziano l’Italian Sounding L’Allarme Falsi per il Made in Italy:
L’applicazione di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti sui prodotti agroalimentari importati minaccia di aggravare ulteriormente il problema dell’“Italian Sounding”, ovvero l’imitazione di cibi e bevande italiani. Secondo le analisi di The European House – Ambrosetti (TEHA), l’Italian Sounding negli USA potrebbe aumentare di oltre 1 miliardo di euro, passando dagli attuali 7,5 miliardi a 8,6 miliardi di euro.
Questa tendenza è particolarmente preoccupante perché i prodotti Made in Italy più colpiti dalle imitazioni sono spesso quelli senza alternative sul mercato americano, e di conseguenza, più difficilmente sostituibili. Il fenomeno dell’Italian Sounding, a livello globale, vale già 69 miliardi di euro, superando l’intero export agroalimentare italiano. Ciò significa che una lotta efficace contro queste imitazioni potrebbe addirittura raddoppiare l’export del nostro Paese.
L’Italia è il paese dell’UE più esposto agli effetti di questi dazi, anche considerando che gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di esportazione per il cibo e le bevande italiane. Sebbene le stime iniziali indicassero una potenziale riduzione di 1,3 miliardi di euro nell’export, l’unicità dell’offerta Made in Italy suggerisce una contrazione effettiva più contenuta, di circa 300 milioni di euro.
Dove l’Italian Sounding “Spadroneggia”
L’Italian Sounding è un problema diffuso a livello globale. In mercati come Giappone, Brasile e Germania, oltre 7 prodotti agroalimentari su 10 che evocano il Made in Italy sono in realtà imitazioni. Negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Germania, la percentuale di Italian Sounding varia tra il 60% e il 67%. I prodotti più contraffatti includono ragù, Parmigiano e Grana, aceto balsamico, pesto, pizza, prosciutto, pasta di grano duro e prosecco.
Il Fattore Prezzo e il Desiderio di Autenticità
Queste imitazioni sono spesso più attraenti per i consumatori grazie a prezzi notevolmente più bassi, a volte anche fino al 70% in meno rispetto agli originali, come nel caso dell’olio d’oliva negli USA. Nonostante ciò, il desiderio di prodotti italiani autentici rimane forte in molti paesi, in particolare in Cina, Giappone e Canada, dove i consumatori sono disposti a pagare di più per la vera origine italiana, specialmente per prodotti come olio d’oliva, aceto balsamico e gorgonzola.
TEHA, attraverso il “Manifesto per il contrasto all’Italian Sounding”, continua a sottolineare l’importanza di ridurre le barriere tariffarie e doganali, proponendo nuovi accordi di libero scambio e rafforzando i rapporti bilaterali per le imprese agroalimentari.
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