Tribuna

Crisi dei buoni pasto, Fipe delibera aiuto alle imprese associate ma resta problema dei lavoratori

Da FIPE, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, arriva un aiuto concreto a sostegno delle imprese associate colpite dal fallimento di QUI!Group, società dei sistemi a pagamento elettronico nel circuito dei buoni pasto aziendali, e che da mesi non ricevevano i rimborsi.

FIPE ha stipulato un accordo con Banca Intesa Sanpaolo, affinché questa metta a disposizione, esclusivamente per gli associati FIPE, un finanziamento dedicato, facendosi garante di un plafond di 100 milioni di euro. Il finanziamento consentirà ai creditori di QUI!Group di far fronte all’eventuale carenza di liquidità generata dal mancato pagamento delle fatture da parte della società emettitrice dei buoni pasto.
Ciascun finanziamento prevede un importo massimo di 50.000 euro, a tassi competitivi e con spese di istruttoria gratuite, e sarà assistito da una garanzia fino all’80% dell’importo concesso rilasciata dal “Fondo di Garanzia”, la garanzia pubblica che facilita l’accesso al credito delle MPMI. Si precisa che l’accesso al Fondo di Garanzia, nelle regioni Toscana, Marche, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia, è possibile solo tramite l’intervento di un Confidi.

«Con questa iniziativa vogliamo aiutare in modo concreto le numerose aziende che possono trovarsi in difficoltà finanziaria, a testimonianza della nostra attenzione a ciò che accade sul territorio. Ci siamo attivati prontamente per mettere a disposizione un finanziamento semplice, immediato e adeguato alla situazione» ha dichiarato Andrea Lecce, responsabile Direzione Sales & Marketing Privati e Aziende Retail di Intesa Sanpaolo.

«Daremo assistenza ai nostri associati e stiamo valutando di chiamare in causa Consip perché risponda in solido», ha annunciato il presidente di Fipe Confcommercio Lino Stoppani.
Consip, la Centrale per gli acquisti della pubblica amministrazione, è chiamata in causa in quanto, già convenzionata con Qui!Group per i buoni pasto ai dipendenti della PA, i principali fruitori dei buoni pasto aziendali, a giugno di quest’anno ha disdetta la convenzione relativamente alla fornitura in alcune regioni, “per reiterato, grave e rilevante inadempimento delle obbligazioni contrattuali”, lasciando nel contempo inesigibili 25 milioni di euro di ticket pasto già assegnati ai dipendenti.

Sono stimate in oltre 23mila le aziende del settore dei pubblici esercizi, verso cui la società di buoni pasto, fallita lo scorso settembre, è in debito, debito che ammonterebbe a oltre 200 milioni di euro. Inoltre, con il fallimento del Gruppo sono in bilico i destini lavorativi di 200 dipendenti diretti della società fornitrice di buoni pasto e welfare aziendale, ma anche di ulteriori 400 lavoratori circa che fanno riferimento a una galassia di società controllate.

Maura Sacher


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