Stile e Società

Cresce la Doc Pinot Grigio delle Venezie

Cresce la Doc Pinot Grigio delle Venezie

Cresce la Doc Pinot Grigio delle Venezie

 

Il Consorzio di Tutela punta a rilanciare la denominazione sul mercato interno nazionale dopo i successi internazionali soprattutto negli Stati Uniti.

Alcuni grappoli di Pinot Grigio

Chi non conosce Venezia, la magia di una città unica al mondo, sospesa tra l’acqua, le calli e i campielli? Chi non conosce la magnificenza delle sue chiese e dei palazzi nobiliari testimoni dell’epoca d’oro della Serenissima Repubblica marinara, faro di civiltà per oltre un millennio? Pochi, viceversa, conoscono la storia delle “Tre Venezie”, storia che prende le mosse a metà dell’Ottocento e che identificava quel vasto territorio che comprendeva la Venezia Tridentina (oggi Trentino Alto Adige), la Venezia Euganea (l’odierno Veneto) e la Venezia Giulia (l’odierno Friuli Venezia Giulia). Per quanto riguarda quest’ultima regione è da precisare che all’epoca la Venezia Giulia comprendeva anche il litorale sloveno, l’Istria,le isole del Quarnaro e la città di Fiume. 

Un territorio vastissimo: dalle Dolomiti al Carso, dal Garda all’Adriatico

Il calice con il logo del Consorzio Vini Doc delle Venezie

Tale denominazione oggi è sostituta nel linguaggio comune dal termine “Triveneto”, toponimo che indica tre regioni italiane: il Trentino Alto Adige, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. Ma al cuore non si comanda per cui meritevoli d’encomio sono stati – a mio avviso – i padri costituenti del Consorzio di Tutela Vini Doc delle Venezie che hanno usato l’espressione “Venezie” ricordando il periodo storico durante il quale furono messe a dimora le prime barbatelle di Pinot Grigio. Consorzio nato per valorizzare un territorio dalle caratteristiche ambientali, climatiche e culturali affini: dalle Dolomiti al Carso, dal Lago di Garda alla Laguna di Venezia, dalle colline della Pedemontana veneta all’Adriatico. Località dove è concentrata la quasi totalità della superficie vitata del Pinot Grigio italiano: 27 mila ettari per una produzione di 250 milioni di bottiglie.

Una distesa di vigneti di Pinot Grigio in Valdadige

Tale premessa è importante per comprendere meglio la filosfia del Consorzio di Tutela della denominazione Vini Doc delle Venezie oggi presieduta da Albino Armani, figura che con i suoi vigneti (400 ettari distribuiti sulle tre regioni) rappresenta al meglio l’insieme dei produttori, conosce il trend dei mercati e può orientare le scelte future per puntare a nuovi traguardi.

 

Simbolo del vino bianco italiano nel mondo, prima ancora, molto prima del “boom” del Prosecco (parliano degli anni Sessanta quando il conte Gaetano Marzotto, patron di  Santa Margherita, ebbe la lungimirante intuizione di produrre un vino fresco, profumato, versatile a dispetto dei vini pesanti dell’epoca) il Pinot Grigio incontrò immediatamente il favore dei wine lover e dei consumatori grazie soprattutto a quel suo caratteristico color rosa brillante con riflessi ramati.

Vino elegante, raffinato, bouquet floreale, bella sapidità e struttura 

Albino Armani presidente del Consorzio Vini Doc delle Venezie

Vanta, il Pinot Grigio, un genitore importante: è infatti, una mutazione gemmaria del Pinot Nero. Le sue origini si possono ricondurre in  Francia (Alsazia, Borgogna, Champagne), Germania (Reno e Mosella) e Austria. Ma è soprattutto nel Nordest della Penisola, nelle “Tre Venezie”, che ha trovato l’habitat ideale per esprimere al meglio le proprie potenzialità (intensità aromatica, sapidità, struttura) e per raggiungere l’eccellenza dal punto di vista organolettico-degustativo.

Vino molto elegante e raffinato, dal bouquet floreale e agrumato, dal gusto morbido, fresco, con una stimolante sapidità, si presta per accompagnare a tavola, anche  grazie alla sua struttrura, una ampia gamma di piatti: dagli antipasti al pesce, dalle fritture ai primi piatti, dalle verdure ai formaggi freschi e stagionati.

 

Le attività promozionali del Consorzio presieduto da Albino Armani

Con il 2023 si apre un nuovo capitolo per il Consorzio DOC delle Venezie che, forte dei risultati raggiunti nell’anno che si è appena concluso, è pronto a ripartire con attività promozionali ed informative volte a rafforzare la presenza sui mercati nazionali e ad aumentare sempre più il valore identitario della Denominazione a livello internazionale. 

Con quali strumenti abbiamo chiesto ad Albino Armani, presidente del Consorzio di Tutela?

“Attraverso azioni strategiche e mirate che hanno portato la DOC delle Venezie a calcare le scene delle principali fiere di settore, eventi e manifestazioni, masterclass e seminari in America, Europa e Asia, eventi destinati sia ad operatori professionali che a consumatori. Il Consorzio di Tutela è oggi testimone di un percorso di crescita della percezione qualitativa della Denominazione d’Origine delle Venezie da parte del mercato e di una sempre maggiore fidelizzazione dei partner commerciali esteri, che continuano a scegliere e a sostenere la sua unicità.”

Obiettivo 2023: dopo l’estero, rafforzare la presenza sul mercato nazionale

 Tra gli obiettivi principali per il 2023, il Consorzio di Tutela ha inserito il rafforzamento delle attività promozionali e di conseguenza, molto importante, la presenza sul mercato nazionale, che ad oggi assorbe circa il 5% del consumo totale. L’Italia è il paese di cui la DOC Delle Venezie si fa ambasciatrice nel mondo, diventando veicolo di uno stile sempre più apprezzato e ricercato, cui molte aree produttive si ispirano per inseguire i trend di mercato. Uno stile elegante e versatile, ma al tempo stesso accessibile. 

Il Consorzio rappresenta la tipicità di uno stile italiano

“Gli occhi sono puntati su di noi, in particolare sul Nordest italiano – sottolinea Albino Armani, presidente del Consorzio di Tutela – poichè è in queste regioni che proviene l’85% del Pinot Grigio prodotto nel BelPaese. Stiamo aumentando l’impegno per fidelizzare sempre più il mercato domestico, certi che possa replicare lo straordinario successo conseguito all’estero dalla DOC delle Venezie”.

“Rappresentiamo – continua Albino Armani – la tipicità di uno stile, quello del Pinot Grigio italiano, che ha conquistato il consumatore di tutto il mondo e che grazie ai valori intrinseci legati alla storia, alla cultura e alla civiltà di un territorio unico al mondo, alle sue caratteristiche di freschezza e versatilità, nonché al lavoro del Consorzio, fornisce garanzie sull’origine, sull’intera filiera produttiva e sull’elevata qualità della materia prima e della sua trasformazione. Questo è il grande valore aggiunto della nostra denominazione”.

Trend positivo a fine 2022 con ulteriore crescita del valore economico 

Bandiera del Nordest – con tutte le varie specificità e tipicità territoriali – la DOC delle Venezie ha registrato a fine 2022 un’ulteriore crescita del valore economico con un +10% (dati delle Camere di Commercio). Il trend, iniziato nel 2020, si sta consolidando, coadiuvato dall’azione del Consorzio di Tutela che da sempre promuove misure di gestione del potenziale produttivo del Pinot Grigio delle Venezie (blocco degli impianti e stoccaggio amministrativo), in un quadro di una sempre più ampia sinergia con le altre Denominazioni del Sistema Pinot Grigio del Triveneto. Un Sistema che con il nuovo anno verrà ancora tenuto in equilibrio dalla DOC delle Venezie, chiamata anche a gestire i quantitativi di Pinot Grigio riclassificati delle altre denominazioni di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino.

Paesi di riferimento: Germania, Usa, Austria, Regno Unito, Canada, Francia

Nel 2022 la DOC delle Venezie è riuscita a garantire una media mensile di 135.407 ettolitri messi in bottiglia, in linea con la media degli ultimi cinque anni. Prosegue infine il sostegno dei partner oltreconfine, che credono negli alti standard qualitativi della Denominazione e contribuiscono in modo significativo alla sua crescita. I grandi imbottigliatori ed acquirenti esteri di Germania, Stati Uniti, Austria, Regno Unito, Canada e Francia – citando i principali Paesi di riferimento – nell’ultimo anno hanno messo in bottiglia 161.065 ettolitri, ossia l’equivalente di oltre un mese di imbottigliamento, dei 1.624.879 ettolitri totali messi in archivio a fine anno dalla DOC.

In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)

 


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