Stile e Società

Corrotti e corruttori, chi è peggio?

Scandali in Italia non ne mancano, emergono marciumi da tutte le parti, partendo dalle truffe agroalimentari che particolarmente ci toccano ai casi aberranti che da oltre quarant’anni periodicamente segnano profonde ferite nella vita democratica di questo Paese, intrecciando politica, servizi segreti, funzionari di varie categorie ministeriali, anche con indosso divise e gradi, e di enti locali a diversi livelli.

Anche l’assenteismo è una piaga, che continua a resistere, nonostante migliaia di dipendenti da anni vengano beccati sul fatto e denunciati, persino arrestati, sì ma per poco tempo, solo per dare un esempio, che evidentemente non fa da deterrente ad alcuno.
Se questo è già di per sé gravissimo (e non è vero che l’impiegato pubblico sia inamovibile, anni fa una legge ha equiparato il lavoratore pubblico a quello privato, in quanto a sistema disciplinare, solo che forse qualcuno fa finta di niente), il massimo dell’orrore dei cittadini onesti è assistere alla spudorata disinvoltura delle bustarelle e della spartizione dei bottini. corruzione-concussioneCiliegine, ah, sì, perché una tira l’altra …

“Pizzi”, trine e trame, a tutti i livelli, non se ne può più. Non di sentire le notizie in tv, ma di sapere che c’è troppa gente disonesta in giro!

Il codice penale prevede diverse ipotesi di reato nel novero dei delitti contro la Pubblica Amministrazione, negli articoli dal 317 al 322: concussione, corruzione, abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio. Attenzione, concussione e corruzione sono reati “bilaterali”, ossia a concorso sono sempre due parti, una che propone e una che accetta. Infatti, il legislatore ha stabilito vadano colpiti entrambi i soggetti coinvolti (corrotti e corruttori), benché a quantità diverse di anni di detenzione, giacché ognuno può addurre lo stato di necessità o le pressioni psicologiche, “cooptazione della volontà” si dice.
Tuttavia, moralmente uno non è peggio dell’altro.
mazzetta
Inoltre i processi durano troppo e, specie in questi casi, si arriva al punto che il reato rischi di diventare prescritto per decorrenza dei termini. Anni di congelamento di uno ‘status quo’, durante i quali i dipendenti, corrotti e corruttori, macchiatisi di un reato a danno di una P.A., in qualità di “indagati” o semplici “destinatari di avvisi di garanzia” (“imputati” lo diventano solo all’apertura del processo), con l’intervento dei sindacati, e degli avvocati specialisti in Diritto del Lavoro, raramente vengono sospesi ‘a divinis’ dall’incarico e tantomeno licenziati in tronco per il c.d. “giustificato motivo”.

Questa è l’altra faccia della medaglia “giustizia”: mentre la lumachina va avanti con le sue indagini e gli avvocati presentano memorie difensive, i furbetti continuano a prendere lo stipendio, anche quelli che sono stati temporaneamente arrestati. Hai voglia di attendere il terzo grado di Giudizio! Ammesso si arrivi al Processo di primo grado.

Onesti secondo me si nasce, ma è una virtù messa alla prova ogni giorno.
Ricordando le parole di Papa Francesco «La corruzione spuzza, la società corrotta spuzza», quando riusciremmo ad avere meno ammorbata l’aria che respiriamo?

Maura Sacher


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