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Consiglio di Stato dice NO a Mcdonald’s a Terme di Caracalla

Consiglio di Stato dice NO a Mcdonald's a Terme di Caracalla

Consiglio di Stato dice NO a Mcdonald’s a Terme di Caracalla

 

terme di Caracalla
terme di Caracalla

Il Consiglio di Stato ha sancito definitivamente il NO alla apertura di un punto vendita della catena del cibo unto e bisunto nel cuore della Roma archeologica.

L’idea aveva fatto insorgere cittadini, enti, associazioni culturali, intellettuali, storici dell’arte.

In un primo tempo erano state concesse alcune autorizzazioni che erano state successivamente revocate.

La catena fondata nel 1955 in California ha sempre privilegiato ove possibile ubicare i propri punti vendita nei centri storici di tutto il mondo.

Ultimamente ha cercato di migliorare la propria immagine annunciando progetti antispreco e che adotterà confezioni completamente riciclabili entro il 2025. I menù proposti saranno più salutari e con impiego di carni cruelty free ossia ottenuti da animali ammazzati dolcemente.

A Roma la catena ha stretto un accordo con la Elemosineria Apostolica per la distribuzione di pasti ai bisognosi.

La prima richiesta di permessi è datata 2015 allo scopo di riconvertire una parte della ex area Eurogarden situata in Via Baccelli a pochi passi dalle Mura Aureliane e le Terme di Caracalla.

Il progetto prevedeva 10000 metri quadrati targati mcdonalds dei quali 800 riservati al “ristorante” (?), altri riservati ad un caffè e ad un mc-drive per poter ritirare il cibo senza scendere dalla macchina.

La catena avrebbe approntato un parco giochi e un’area didattica per complessivi 3000 metri quadrati, un ampio parcheggio e avrebbe risanato l’area e gli spazi attigui.

Si è appurato che sul complesso archeologico di Caracalla c’è un vincolo del 1956 che impedisce la realizzazione di nuove costruzioni.

Terme di Caracalla
Terme di Caracalla

E oltre a ciò è stato netto il NO del Ministero dei Beni Artistici e Culturali arrivato nel 2019, NO appoggiato dalla sindaca Virginia Raggi che affermava giustamente: “Le meraviglie di Roma” vanno tutelate”.

Il cantiere è stato bloccato e la catena ha fatto ricorso al TAR che nel Maggio 2020 ha respinto il ricorso.

La multinazionale ha fatto istanza al Consiglio di Stato per far valere le autorizzazioni avute nel 2015. Essendo l’area vincolata è arrivato il giusto NO definitivo al progetto. Dura lex sed lex.

Umberto Faedi 


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Redazione

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