Notizie Italiane

Vola il Made in Italy

Ottime notizie per il Made in Italy agroalimentare dopo la sospensione delle assurde gabelle imposte dallo squallido ex presidente Usa.

L’accordo siglato tra Ursula Von Der Leyen presidente della Commissione UE e il presidente americano Biden ha consentito un incremento dell11,5 % per un valore di oltre 50 miliardi di euro.

Mai negli anni si era registrato un balzo così importante e la situazione è ulteriormente migliorata dopo la vittoria agli europei di calcio e il record di medaglie alle olimpiadi.

L’accordo entrato in vigore l’11 Marzo ha eliminato gli iniqui dazi doganali aggiuntivi del 25 % applicati a tantissimi prodotti agroalimentari.

I nostri ottimi formaggi, salumi, crostacei, molluschi, agrumi, pasta, olio EVO, succhi, liquori sono stati liberati dalle catene causate dalla controversia Airbus – Boeing. 

I nostri clienti principali sono gli Usa ma colà c’è da contrastare la diffusione dei prodotti taroccati, la Germania e la Francia con un 7 % in più, Cina addirittura con un + 58 %, Federazione Russa con + 18 % nonostante l’assurdo blocco imposto dalla UE.

Nel regno ancora unito stanno ripartendo le nostre esportazioni dopo i grossi problemi derivati dalla brexit e dalle difficoltà causate dalle assurde pratiche burocratiche che l’esecutivo british voleva imporre.

Una sorta di dazi mascherati come misure necessarie che avevano fatto lievitare la bolletta logistica legata ai trasporti e alle movimentazioni delle merci.

Il DEFRA – ministero british per l’ambiente, l’alimentazione e l’agricoltura ha decretato che non sarà più necessario il famigerato modulo V1 -1 richiesto per importare da paesi terzi in UK.

Non sarà più obbligatorio sia per i paesi UE che per tutte le altre nazioni. L”odioso documento unico di accompagnamento per l’importazione dei prodotti vitivinicoli era nel mirino della WSTA – Wine and Spirit Trade Association.

Questa associazione rappresenta oltre 300 imprese che operano nel settore vitivinicolo.

La stima aveva calcolato in un aumento di 70 milioni di sterline all’anno l’incremento delle spese per importatori ed esportatori.

Subito dopo il risultato del referendum sulla brexit la WSTA aveva chiesto all’esecutivo di evitare un aggravio di pratiche burocratiche con conseguenti spese aggiuntive.

Il mercato Inglese dei vini e dei prodotti agroalimentari è un settore strategico nel regno ancora unito.

Il 99 % dei vini consumati in UK sono importati e circa il 60 % proviene dalla UE.

Ogni anno la filiera del vino muove nel regno ancora unito un giro d’affari pari a quasi 12 miliardi di euro e dà lavoro a quasi 140000 persone.

L’eliminazione del famigerato modulo V1 -1 eviterà un aggravio di 13 pences sul prezzo di ogni bottiglia di vino acquistata in Uk. 

Umberto Faedi 


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Redazione

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