Stile e Società

Come si Beveva Male (e Bene!) sui Lidi Ferraresi negli Anni Ottanta

Come si Beveva Male (e Bene!) sui Lidi Ferraresi negli Anni Ottanta I favolosi anni Ottanta: un decennio indimenticabile, segnato dalla disco music

Come si Beveva Male (e Bene!) sui Lidi Ferraresi negli Anni Ottanta

Veduta Lido Nazioni Ferrara

I favolosi anni Ottanta: un decennio indimenticabile, segnato dalla disco music, dall’avvento delle radio libere e da ristoranti e pizzerie aperti fino all’alba. L’eco dell’austerity, che aveva limitato la mobilità, non scalfiva la voglia di ballare e di fare festa, una spinta inarrestabile che animava le persone.

 

In quel periodo fiorivano le prime paninoteche e iniziavano a spuntare le birrerie.

Top Kapi ridotto a un ricordo del passato

Nessuno era davvero esperto di cibo, birra o vino, ma bastava citare un’etichetta come “Chardonnay” per essere subito elevato al rango di intenditore nella compagnia.

La panna era onnipresente in quasi tutti i piatti dei ristoranti alla moda, e il Galestro Capsula viola era il vino più venduto nei ristoranti e nelle discoteche. Era un vino terribile, sgarbato, decisamente cattivo.

Eppure, la moda imponeva di averlo nel secchiello. Tanto, nessuno lo beveva davvero, e permetteva di fare serata senza prosciugare il portafoglio già risicato.

Dal punto di vista della comunicazione, il Galestro fu un vero colpo di genio.

In Toscana, per produrre il Chianti, si usavano ben cinque uve, tra cui anche Trebbiano e altre varietà bianche presenti nei vigneti.

Con il cambiamento dei disciplinari di produzione, i vini bianchi furono esclusi, lasciando i produttori con una montagna di vino bianco. Ecco allora l’intuizione geniale di Antinori: creare il Galestro.

Un’ottima campagna stampa fece il resto, e noi tutti a berlo.

Le Estati Infinite dei Lidi

Le estati degli anni Ottanta sui lidi erano un susseguirsi ininterrotto di divertimento, dal lunedì alla domenica. Il lunedì sera allo Sporting del Lido Nazioni, le ragazze entravano gratis e si ballava fino all’una di notte.

Per chi non doveva lavorare, la festa continuava al Lido Estensi e Spina, dove si poteva tirare tardi al Cutty Sack, servendo whisky Glen Grand.

Il martedì, alla Rotonda, il mitico Odone Carli organizzava party in pigiama o il carnevale estivo. Ricordo un pomeriggio in cui arrivò al Lido Nazioni una decappottabile americana azzurra con un palco di corna sul cofano: Odone ci coinvolse subito per organizzare una festa western. D’altronde, Odone Carli era stato un divo dei fotoromanzi in gioventù!

Gnocchetti verdi in salsa rosa

Un altro personaggio storico era Amilcare, che ha gestito il Ristorante Aroldo a Lido Spina fino a pochi anni fa.

Mi confessò che rimaneva aperto fino a tardi perché alle tre di notte arrivava lo staff del Top Kapi a gustare i favolosi “Gnocchetti verdi in salsa Rosa”.

Il Top Kapi era una discoteca leggendaria, frequentata da un pubblico un po’ più maturo. Si sapeva che le “tardone” apprezzavano i ragazzini, e noi, poco più che ventenni, trovavamo compagnia di ragazze sulla trentina… Lascio a voi il giudizio sul termine “tardone”.

Il Piccolo Bar di Porto Garibaldi era meta di qualche festa, soprattutto la domenica pomeriggio d’inverno. Lì si ballava il liscio ed era frequentato da signore e coppie sposate, quindi non era certo in cima alle ambizioni dei ragazzi.

Un vino che ha fatto storia in quegli anni fu il Pinot Grigio Santa Margherita Ramato, con il suo bel colore e un gusto tutt’altro che sgradevole. Il suo prezzo accessibile lo rese molto appetibile, anche perché gli enologi tendevano a produrre vini bianchi “carta”. Il Santa Margherita è ancora oggi sul mercato, con colori e zone di produzione diverse, ma questo non è il punto.

Verso la metà degli anni Ottanta, però, fece la sua comparsa Livio Felluga con il suo Pinot Grigio del Collio. Onestamente, passare dal Galestro a questo era come passare dalla Fiat 500 alla Mercedes! Poi arrivarono anche gli altri grandi produttori del Friuli.

Negli stessi anni spopolavano anche il Greco di Tufo, il Fiano D’Avellino e il Lacrima Christi di Mastroberardino. Erano vini costosi, ma i giovani li bevevano per due motivi: il primo, per farsi vedere e apparire intenditori; il secondo, per ubriacarsi senza il mal di testa che davano i cocktail. Ah, i beveroni! Erano intrugli micidiali: con uno di quelli eri già “fuori come un balcone”.

Il cocktail Negroni era la carica del sabato sera. Che fosse al Barracuda a Lido di Spina, alla Rotonda del Lido Nazioni o alla Fattoria a Scacchi, se volevi rimorchiare, avevi bisogno della giusta spinta, e il Negroni era il compromesso perfetto: “palla” e prezzo ragionevole.

Le Nuove Onde degli Anni Ottanta

La bellezza di quegli anni era la continua scoperta di novità, in tutti i sensi.

Il mitico Pinot Grigio si diceva dammi un Livio

Si passava dagli stereo otto degli anni Settanta alle musicassette che permettevano di registrare e creare playlist dalla radio, sintonizzati sulla mitica Hit Parade di Lelio Luttazzi. Poi arrivarono le radio locali, come Radio Lidi di Fioravanti, leggendario imprenditore radiofonico dei lidi.

La musica imperversava nei bagni, sulle spiagge e nelle case del territorio. In TV arrivò Drive In. Erano tutte novità, e vivevamo tranquilli con il mito dell’America, mentre a Est c’era la cortina di ferro.

Le novità erano davvero grandi, ma tornando a come si beveva, si iniziava a vedere il Prosecco tra le bollicine. A parte Carpenè Malvolti, c’erano gli Champenois.

El Loco, sul Lago delle Nazioni, era un locale innovativo, con un’entrata scenografica su una cascatella e un impianto stereo da favola: il posto perfetto per passare la serata. Lì si poteva bere il Berlucchi Cuvée Impérial, e qui già la qualità si faceva sentire.

Diciamo che con l’arrivo degli champenois, era in voga anche il La Versa, che tentava di rubare il posto al Berlucchi.

 Oggi il Ferrari è il più conosciuto, ma a quei tempi non era ancora così noto, e comunque la parte del leone sui Lidi la faceva il Berlucchi.


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