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Chi la fa se l’aspetti

Ieri pomeriggio dalle 17.30 e le 18, mezzo mondo si è fermato, al buio, tutti nel panico, un black out completo di tutti gli utenti di WhatsApp, Facebook e Instagram.

Paralisi totale delle comunicazioni via social, proprio nel bel mezzo degli spogli elettorali, quando tutti i giornalisti che seguivano gli esiti delle votazioni trasmettevano i dati e i politici volevano scambiarsi le loro trepidazioni.

Sembrava addirittura un attacco di qualche malizioso hacker per beffarsi della democrazia.
Roba da far tremare i polsi.

Io stavo proprio messaggiando con mia figlia, quando mi accorgo che il mio post non ha il segnale dell’invio. Beh, penso, sovraccarico di whatsapp.
Poi vado a face book e non va, sparito. O santo cielo, ho un baco che mi ha infettato il pc?
O mi hanno oscurato la pagina, ma cosa ho scritto ultimamente di tanto politicamente scorretto??

Google, però, funziona. Digito un altro profilo e appare la stessa pagina bianca con le scritte standard.
Allora comincio la ricerca e non appena scrivo “face book” una sfilza di link sul black out e tra questi già un illuminante articolo con tutte le spiegazioni.

Il blocco di Facebook, WhatsApp, Instagram e Messenger era esteso a tutta l’Italia, a quasi tutta l’Europa, in gran parte degli USA, e persino in Israele e in Turchia.

E mi sono immaginata le reazioni di sconcerto degli abitanti di questi due ultimi Paesi: il preavviso di un pericolo di attacco missilistico o un colpo di Stato in corso?

Ebbene, il blocco dei social è avvenuto proprio alla fonte, all’interno dell’impero di Zuckerberg, a casa sua, sul cervellone centrale a Menlo Park, in California.

Pare stessero operando degli aggiornamenti e si è verificato un blocco tecnico.
Quello sì che doveva essere panico vero!
Anche i pass dei dipendenti non funzionavano ed essi non potevano nemmeno accedere alle stanze.

Sette ore di duro lavoro tutto a mano … mentre il mondo aspettava impaziente.

Ai miliardi che Zuckerberg ha perso in Borsa, ad ogni ora che passava, si devono aggiungere i milioni di danni all’utenza che con i social trae guadagno. Penso anche a tutte le aziende e gli uffici che usano i servizi del web.
Paralisi totale, mondiale!

Insomma, un errore nella configurazione dei server, forse un algoritmo di nuova invenzione, uno più potente – più furbo, più spione ? – ha cancellato la rete stessa, l’ha annullata, l’ha spenta.

Proprio come migliaia di volte è stato fatto alle pagine personali degli utenti, anche personaggi celebri, controllati e censurati.

Della serie, chi la fa l’aspetti.

Maura Sacher

 


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