Campofiorin ha celebrato la 60. vendemmia
Il vino icona del Gruppo Masi era nato dall’esigenza di conciliare la semplicità e la freschezza del Valpolicella classico con la complessità dell’Amarone. Esperimento riuscito. Il giudizio di Burton Anderson.
Campofiorin, il vino-icona del Gruppo Masi, nei giorni scorsi ha celebrato la sua sessantesima vendemmia. Era nato dall’esigenza di conciliare la semplicità e la freschezza del Valpolicella con la complessità dell’Amarone diventando trasversale alle epoche e contemporaneo come ogni grande classico.
Nel corso degli anni, Campofiorin è diventato un simbolo dello stile italiano, come tante altre creazioni della moda, dell’arte e del design nate durante il boom degli anni Sessanta e rimaste l’emblema senza tempo del Made in Italy.
Una storia lunga 60 vendemmie e l’evoluzione nel tempo
Dalla sua prima vendemmia nel 1964 Campofiorin (un blend di Corvina, Rondinella e Molinara) non ha mai smesso di evolversi dimostrando di sapersi adattare ai tempi che cambiano e di superare ogni aspettativa.
Ricco, rotondo e vellutato, è cordiale ed eclettico a tavola. Sposa semplicità e grazia con la forza e la maestà di un grande vino. Campofiorin, il vino icona del Gruppo Masi, è considerato dalla critica internazionale uno dei vini classici della tradizione italiana più amati al mondo. Burton Anderson lo ha definito “un vino di taglia e complessità stupende, creatore di una nuova categoria di vini veneti ispirati alla tecnica dell’Amarone”.
Con l’annata 2020 il patron del Gruppo Masi, Sandro Boscaini, ha introdotto una lieve evoluzione stilistica: un leggero ritardo nella vendemmia e un incremento della percentuale di uve appassite per ottenere un vino ancora più armonico, rotondo ed avvolgente, con una componente fruttata più integra e piacevole.
L’annata 1997 da cinque stelle: un vino quanto mai eclettico a tavola
Tra le grandi annate di Campofiorin i wine lover amano l’annata 1997, un’annata valutata da cinque stelle (e non possiamo non essere d’accordo). Color rosso rubino intenso, un bouquet che ricorda la ciliegia matura, i piccoli frutti di bosco e le spezie, in bocca è intenso, persistente, vellutato, suadente con i quei tannini morbidi ed eleganti. Il primo sorso richiama un secondo sorso soprattutto a tavola vista la straordinaria ecletticità.
Il Campofiorin annata 1997 si può accompagnare con un’ampia varietà di cibi e in diverse occasioni di consumo: come vino da meditazione al caminetto o come grande vino ad una cena importante. Si sposa perfettamente con le paste, con sughi ricchi della cucina mediterranea, con le carni rosse grigliate, con gli arrosti, con il tartufo e così pure con i sapori speziati della cucina esotica.
In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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