Un occhio sul mondo

L’antica pratica di ricerca e cava del tartufo è Patrimonio Culturale Unesco

L'antica pratica di ricerca e cava del tartufo è Patrimonio Culturale Unesco

L’antica pratica di ricerca e cava del tartufo è Patrimonio Culturale Unesco

L’esito positivo dell’iter è arrivato dopo otto lunghi anni alternati tra stop e riprese della pratica.

Nel 2020 la FNATl – Federazione Nazionale Tartufai Italiani e l’Associazione Nazionale Città del Tartufo hanno presentato la domanda attraverso il Ministero degli Esteri con il coordinamento tecnico scientifico del segretariato generale del Ministero della Cultura.

La richiesta è stata approvata a Parigi dove si è riunito il Comitato Intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale.

Il comitato ha esaminato sessanta richieste e candidature approvandone quarantadue. Due sono stati gli esiti favorevoli per il settore agroalimentare.

Uno per il Ceebu Jen che è il piatto nazionale del Senegal a base di riso, pesce e verdure.

E l’altro assenso ha riguardato il tartufo non come tale ma l’intero universo di conoscenze, tecniche, storia, tradizione e cultura agricola italiana.

 

L’antica pratica di ricerca e cava del tartufo è Patrimonio Culturale Unesco

 

Grande soddisfazione è stata espressa dalla Associazione Nazionale Città del Tartufo che riunisce 55 città in tutta Italia fondata ad Alba nel 1990.

Analogo entusiasmo è stato manifestato dalla Coldiretti che definisce il riconoscimento un passo molto importante volto a difendere un intero sistema connotato da uno speciale rapporto con la natura.

Una ritualità così ricca di aspetti antropologici, storici e culturali meritava di essere riconosciuta.

Questa tradizione che si perpetua da moltissimi decenni è fondamentale per l’economia di moltissimi territori rurali e montani.

In queste zone svantaggiate dal punto di vista turistico ed enogastronomico la ricerca e la cava dei tartufi rappresenta una risorsa e una fonte di guadagni per moltissime persone e famiglie.

Umberto Faedi 


Grazie per aver letto questo articolo...

Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi.
Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri

Redazione

Club olio vino peperoncino editore ha messo on line il giornale quotidiano gestito interamente da giornalisti dell’enogastronomia. EGNEWS significa infatti enogastronomia news. La passione, la voglia di raccontare e di divertirsi ha spinto i giornalisti di varie testate a sposare anche questo progetto, con l’obiettivo di far conoscere la bella realtà italiana.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio