L’editoriale di agosto ha sollevato molte polemiche soprattutto da parte delle aziende di vending, per cui è meglio riprendere l’argomento. Non vogliamo fare una crociata ai distributori automatici.
Chiariamo subito: non siamo contro le aziende di vending, né tantomeno le nuove tecnologie. Vogliamo semplicemente tutelare (e continueremo a farlo), un’eccellenza del Made in Italy, qual è l’espresso bar.
Sicuramente non vogliamo fare di tutta l’erba un fascio, ma vogliamo denunciare chi per risparmiare qualche spicciolo, siano essi bar o gestori di distributori automatici, ci propinano delle schifezze (e lo confermo!) come caffè espresso. E ce ne sono tanti.
Chi invece fa il suo lavoro con professionalità, attento alla qualità di ciò che offre, non ha nulla da temere perché è il mercato stesso che lo premierà. Detto questo, sono convinto che nei prossimi anni il settore del vending avrà uno sviluppo senza precedenti perché in linea con i cambiamenti delle abitudini sociali.
Però, a chi mi ha fatto rilevare che il caffè espresso erogato da distributori automatici è all’altezza se non meglio della media dei caffè espressi presi al bar, una cosa devo dirla. Probabilmente ha ragione, ma sono due cose diverse; non siamo diventati famosi al mondo per l’espresso dei distributori, ma per quello del bar e per questa ragione deve essere tutelato.
Se poi sono entrambi buoni, meglio per tutti così aumenteranno i consumi di caffè. Ma nessuno me ne voglia se dico che l’espresso dei distributori manca di un elemento fondamentale per paragonarsi all’espresso bar: la poesia nel farlo e servirlo. Ed è questa poesia che non deve essere perduta, neanche negli hotel!
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