
Al via in Sicilia la vendemmia 2025
I primi grappoli di Chardonnay, Pinot Grigio e Viognier per gli spumanti sono stati raccolti con largo anticipo sul calendario canonoco dai viticoltori delle Cantine Ermes Tenute Orestiadi di Gibellina (Trapani).

Con qualche giorno di anticipo rispetto all’anno scorso, ma in linea con i cambiamenti climatici che ormai da qualche anno costringono gli operatori del pianeta vino a rivedere i calendari, in Sicilia ieri è iniziata la vendemmia 2025.
E non è un caso che, ogni anno, il taglio dei primi grappoli di uva, in Italia, avvenga proprio nell’isola del Mediterraneo ribattezzata Trinacria dai Greci.
Un’attesa trepidante, quest’anno, non solo per gli effetti del cambiamento climatico, ma anche per le preoccupazioni legate ai minacciati dazi di Trump e alle giacenze in cantina: 43,5 milioni di ettolitri.
Sicilia Cantine Ermes, la più grande realtà cooperativa italiana per superficie biologica

Il record della vendemmia più precoce quest’anno spetta alla parte Sud-Occidentale dell’isola: ieri i primi grapoli sono stati raccolti a Gibellina dai viticoltori delle Cantine Ermes, la più grande realtà cooperativa vitivinicola italiana per superficie biologica con oltre 14.394 ettari vitati, di cui 3.118 certificati, e più di 2.700 soci distribuiti su sei regioni italiane.
La vendemmia ha interessato i vigneti delle Tenute Orestiadi attorno al famoso “Cretto di Burri” a Gibellina (Trapani), dove il vino è simbolo di rinascita della Valle del Belìce dopo il devastante terremoto del 1968. Ierie sono stati raccolti i primi grappoli di Chardonnay, Pinot Grigio e Viognier per le basi degli spumanti.
La raccolta dei primi grappoli è il momento clou per il mondo del vino, che, solo in Sicilia, si concluderà in ottobre sull’Etna, mentre nel resto del BelPaese continuerà, regione per regione, fino ad ottobre inoltrato.
Il presidente Rosario Di Maria parla di stime prudenzialmente ottimistiche

La vendemmia presso le Cantine Ermes segna, in particolare, l’avvio di una campagna che si preannuncia impegnativa, ma ricca di soddisfazioi per qualità e per impostazione gestionale – ha dichiarato il presidente Rosario Di Maria – con stime prudenzialmente ottimistiche.
In un momento storico in cui il settore vitivinicolo si confronta con nuove sfide ambientali, commerciali e normative, la vendemmia 2025 non è solo l’inizio di un nuovo ciclo produttivo, ma il frutto di un lavoro collettivo, che guarda al futuro valorizzando qualità e tradizioni locali.
In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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