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Al via il 32° Merano Wine Festival

Al via il 32° Merano Wine Festival La giornata d'apertura, venerdì 3 novembre, sarà dedicata ai ai vini biologici

Al via il 32° Merano Wine Festival

La giornata d’apertura, venerdì 3 novembre, sarà dedicata ai ai vini biologici, biodinamici, naturali, alle varietà Piwi e ai vini da agricoltura integrata.

Sarà la rassegna dedicata ai vini biologici, biodinamici, naturali, alle varietà Piwi e ai vini da agricoltura integrata ad aprire venerdì 3 novembre il 32° Merano WineFestival. 

Dopo anni anomali per l’intero pianeta, nel corso dei quali il valore della sostenibilità come unica politica per preservare il territorio che ci ospita è ritornato al centro dell’interesse per tutti, il ritorno del Merano WineFestival alla formula originaria non poteva non coincidere con la rassegna “Bio&dynamica”.

Il salone “Bio&Dynamica”: boom di vini biologici, biodinamici e Piwi 

L’etiope Agitu Ideo Gudeta con le sue caprette in Valle dei Mocheni.

L’appuntamento con il futuro della viticoltura è fissato per venerdì 3 novembre nelle sale del Kurhaus dove protagonisti della giornata di apertura della trentaduesima edizione del Merano WineFestival sono i vini biologici, biodinamici, naturali, orange, le varietà Piwi e vini da agricoltura integrata. 

Grazie alla crescente diffusione di questo segmento del mercato, quest’anno il Merano WineFestival vedrà in esposizione ben 160 produttori e più di 300 etichette bio&dynamica, il che significa un +50% rispetto all’anno pre-pandemico. 

Tra gli appuntamenti da non perdere il convegno “Percorrendo l’Italia” con l’enologo Luca D’Attoma.

Dopo il flagello della fillossera, ecco i vitigni resistenti alle malattie fungine

Il Kursaal in stile liberty con le vetrate, le colonne in marmo e i dipinti sul soffitto

Uno spazio sempre più importante la rassegna meranese riserva alle varietà Piwi. Ricordiamo che Piwi è un acronimo della parola tedesca Pilzwiderstandfähig che significa “viti resistenti ai funghi”. 

E’ strano – sottolinea Fabio Giavedoni respopnsabile della Guida Slow Wine – che siano state battezzate con un nome tedesco quando i primi studi su queste varietà si sono sviluppati in Francia tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.

L’obiettivo originario di queste ricerche era ben definito: incrociare in maniera efficace alcune varietà di vite da vino europee con varietà di vite americane tentando di combinare la resistenza delle varietà americane alle crittogame e alla fillossera della vite – malattie che in quel tempo stavano devastando buona parte dei vigneti in Europa – alla qualità organolettica dei vini ottenuti dalle varietà europee.

Clinton, Isabella, Herbemont erano gli ibridi di prima generazione  

Il Kurhaus, sede prestigiosa del 32° Merano WineFestival (3-7 novembre 2023).

Da queste ricerche nacquero all’epoca, tra le altre, le varietà Isabella (ibridazione di specie di vitis labrusca x vitis vinifera), Clinton (vitis labrusca x vitis riparia) e Herbemont (vitis aestivalis x vitis cinerea x vitis vinifera), definiti ibridi di prima generazione, che però non mostravano una buona propensione alle vinificazioni di qualità.

Negli ultimi decenni invece la ricerca si è focalizzata sulla tecnica degli incroci multipli, di gran lunga più complessi ed efficaci: gli ibridi di prima generazione sono stati cioè ripetutamente incrociati con altre varietà del genere vitis così da ottenere dei vitigni che possano avere la quasi totalità del proprio DNA riconducibile alla vitis vinifera, manifestando allo stesso tempo quelle resistenze alle malattie fungine proprie delle specie caucasiche e americane.

 

Vitigni resistenti per una viticoltura sostenibile, amica dell’ambiente

Helmuth Köcher, patron del WineFestival, un evento sempre più glamour

Ma torniamo al Merano WineFestival. «Puntare su vitigni resistenti e sostenibili  – ha spiegato il patron della kermesse meranese, Helmuth Köcher – significa intraprendere la strada migliore e più efficace per una reale viticoltura sostenibile. Infatti, è nota la loro naturale resistenza alle malattie fungine grazie alla quale è possibile ridurre drasticamente il numero dei trattamenti, in questo modo aumentando di molto la tutela dell’ambiente, dei territori e delle persone. 

Allo stesso tempo, questi vini sono capaci di raggiungere vette di eccellenza assoluta», ricorda il patron del Merano WineFestival che aggiunge: «Sostengo quanto detto, dopo avere visitato decine tra le aziende presenti nella rassegna bio&dinamica, 

alcune di queste trasformate anche in fattorie didattiche o fattorie sociali. Ho toccato con mano come la drastica riduzione dei trattamenti in queste aziende coincida con un minor consumo energetico e il compattamento del suolo, oltre all’abbattimento delle emissioni di Co2. 

Le aziende presenti al Merano WineFestival in grado di produrre vini non solo sostenibili, ma anche eccellenti, saranno quelle che tracceranno il solco della viticoltura di domani», ha concluso Helmuth Köcher.

I primi risultati delle aziende pionieristiche resistenti di Nicola Biasi 

 

Helmuth Köcher premia il trentino Nicola Biasi pioniere dei Vitigni Resistenti

Bio&dynamica significa vini che uniscono, partendo dal vigneto fino alla bottiglia, l’eccellenza qualitativa indispensabile per poter essere parte del Merano WineFestival, a un concetto di reale e concreta sostenibilità̀. Dallo studio scientifico in collaborazione con “Climate Partners” e condotto presso l’azienda Albafiorita, ma nato da un’idea delle aziende Resistenti Nicola Biasi, emerge ad esempio che la gestione dei vitigni resistenti produce il 37,98% di CO2 in meno rispetto a quella dei vitigni tradizionali. 

Lo studio pioniere in questo campo ha misurato l’impronta di carbonio nella produzione di vini da varietà tradizionali rispetto a quella prodotta da vini da varietà resistenti. 

A parità di condizioni climatiche e territoriali, si è registrato un -37,98% di emissioni in termini di CO2 prodotta nella gestione di un vigneto con vitigni resistenti rispetto a quella emanata da uno con varietà classiche! Uno studio che fa riflettere, perché mette in luce in modo chiaro l’impatto delle scelte aziendali sull’ambiente dal quale nascono i prodotti stessi. 

Lo studio, condotto nel 2022 presso l’azienda Albafiorita in provincia di Udine, ha tenuto in considerazione tutti gli aspetti globali della produzione, dal vigneto alla commercializzazione, mettendo in luce l’importanza delle scelte imprenditoriali in tema di impatto ambientale. 

I dati rilevati, vale la pena precisare, coinvolgono anche il packaging e la chiusura, passando per la tipologia di bottiglia utilizzata fino alla scelta di vitigni resistenti. Il risultato è eccellenza, alta sostenibilità e minori emissioni di CO2 nell’atmosfera. 

Infine, dati alla mano, varietà resistenti alle principali malattie della vite come la peronospora, l’oidio e la botrite, permettono una sensibile riduzione dei trattamenti, così come un utilizzo moderato di antiparassitari e un risparmio nei consumi di acqua ormai diventato bene prezioso, viste le siccità che sempre più sfideranno l’agricoltura. 

Sabato il Merano WineFestival ricorderà l’etiope Agitu Ideo Gudeta

 

Sostenibilità e rispetto del territorio era uno dei principi di vita in Agitu Ideo Gudeta. Di origine etiope, 

Agitu era diventata nel mondo una persona di riferimento per chi voleva intendere la montagna come luogo di pace tra uomo e natura. La sua Azienda casearia “La Capra Felice” per tanti rappresentava una meta di pellegrinaggio per incontrare una donna che raccontava di un futuro migliore per le nuove generazioni. Tragicamente scomparsa il 29 dicembre 2020, Agitu è oggi simbolo di quel connubio tra ambiente e il concetto “difficile” di antropizzazione sostenibile del territorio. 

La Trentaduesima edizione del Merano Wine Festival vuole ricordare la donna gentile venuta dall’Etiopia, intitolandole il Mercato della Terra di Slow Food Alto Adige Südtirol. Per questo motivo, sabato 4 novembre 2023 alle ore 10 in Piazza della Rena a Merano sarà la stessa presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, a dedicare il mercato contadino alla lungimiranza di una donna arrivata dai luoghi più poveri dell’Etiopia per arricchire di saggezza il nostro futuro. 

Al mercato parteciperanno 15 piccole aziende agroalimentari e artigiani del gusto, e saranno inoltre ospiti la comunità dei Cibi Fermentati, Il presidio dei Mieli di Alta Montagna Alpina, una rappresentanza del Mercato della Terra della Comunità degli Altopiani Cimbri nonché i vini e i vignaioli dell’Alto Adige. (GIUSEPPE CASAGRANDE)


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