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Addio Gianni Pasolini, “poeta del vino” 

Addio Gianni Pasolini, "poeta del vino" 

Addio Gianni Pasolini, “poeta del vino”

Gianni Pasolini con l’ultimo gioiello della Cantina Vivallis, Arminio.

Sommelier, ristoratore, brand ambassador di molte cantine trentine (Vivallis in particolare) si è spento all’età di 47 anni.

 

Dal 2021 gestiva la storica Osteria “Due Spade” di Trento.

Lo avevo incontrato una quindicina di giorni fa alle “Due Spade” e, scambiando alcune impressioni sull’ultima etichetta assaggiata (la Riserva Arminio 1899 Valentini di Weinfeld, formato magnum)

ero rimasto, come sempre d’altronde, affascinato dalla competenza, dalla proprietà di linguaggio,

 

dalla passione che lo animava nel descrivere in questo caso le bollicine e in altre circostanza altre tipologie di vini per i quali aveva dedicato la vita.

Porterò, per sempre, nel cuore, il ricordo di quell’ultimo incontro, il suo sorriso, contagioso, il suo tratto gentile, l’ironia, sottile, che illuminava il suo volto.

Non sapevo – confesso – del male subdolo e crudele che lo aveva aggredito e contro il quale ha lottato come un leone fino all’ultimo istante.

Nei nostri incontri parlavamo di vini, di vignaioli, delle tendenze del mercato, di come cambia velocemente il gusto dei consumatori.

 

Parlavamo di comuni amicizie nel campo della ristorazione. Parlavamo soprattutto delle cose belle che la vita ci regala.

Milanese d’origine, trentino d’adozione, fin da giovanissimo Gianni Pasolini si era lasciato coinvolgere dalla

Gianni Pasolini con lo chef delle Due Spade Simone Bordignon e Andrea Coluccia

passione per il vino diventando sommelier professionista, manager del vino, uomo marketing, brand ambassador di molte cantine trentine (Vivallis in particolare), infine ristoratore.

Per questa sua innata passione e per la straordinaria capacità di emozionare era stato ribattezzato, ricordando nel cognome il mitico Pier Paolo Pasolini, il “poeta del vino”.

 

Dopo gli esordi giovanili al ristorante “Chiesa” con lo chef stellato Peter Brunel e alla trattoria “Ai Vicoli” (sempre a Trento) per 10 anni aveva collaborato con il patron delle “Due Spade” Massimiliano Peterlana curando la carta dei vini e proponendo agli ospiti le etichette più consone da abbinare ai vari piatti. 

L’anno scorso, assieme all’imprenditore milanese Andrea Coluccia e al giovane chef Simone Bordignon, era subentrato nella gestione della storica Osteria trentina fondata nel 1545 in occasione dell’apertura dei lavori del Concilio Tridentino. 

 

Purtroppo non ha avuto il tempo per raccogliere appieno gli attestati di stima per questo suo nuovo percorso professionale. 

Unanime il cordoglio nel mondo della ristorazione trentina e tra quanti (io tra questi) hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di apprezzarne lo stile, la signorilità, la bontà d’animo.

Buon volo, Gianni, lassù dove ora potrai brindare con altri amici ristoratori e vignaioli che recentemenre ci hanno prematuramente lasciato. (Giuseppe Casagrande)


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