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A fine anno non posso che fare considerazioni sull’esistente

A fine anno non posso che fare considerazioni sull’esistente

Per concludere l’anno come lo posso dire, come lo posso gridare il mio turbamento?

L’ho già scritto un paio di volte in modo abbastanza esplicito, e pare che pochi in Italia abbiano recepito, concentrati sull’oggi.

Tutti a preoccuparsi dei ristoranti e dei bar aperti o chiusi, e di farsi la terza dose, anche per salvare il proprio impiego, oltre che la propria salute dalla spaventevole minaccia pandemica.
E tutti terrorizzati ai “buh” che il Gran Capo vi fa dietro alla porta della sua Cabina di Regia o dal Gabinetto e non si guarda oltre.

Avevo messo in evidenza un paio di passi della relazione programmatica di Draghi il 17 febbraio 2021 e avevo concluso con questa considerazione/profezia: “Mi sa che gli Italiani non mangeranno carne né di venerdì né altri giorni e non solo fino a Pasqua di quest’anno”.

I passi evidenziati erano questi:
– «Anche nel nostro Paese alcuni modelli di crescita dovranno cambiare. Ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente».
– «La scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi».

Quanti dei diretti interessati hanno capito bene questi concetti?
Accompagnare a quale cambiamento? “Accompagnare” come? Quali attività proteggere?

Come non collegare il dragopensiero alla raccapricciante frase di Bill Gates «Nessuno può continuare a lavorare come al solito o rallentare la chiusura».
L’obiettivo, esplicitamente dichiarato, dei Grandi, dei Potenti, è di proporre “modelli di gestione della società alternativi a quelli esistenti”.

È chiara la prospettiva?

A fine anno non posso che fare considerazioni sull’esistente

L’introduzione obbligatoria del Green Pass anche in versione Super, altrimenti i lavoratori non devono lavorare (un bel calcio all’articolo 1 della Costituzione), sta mettendo in ginocchio le attività economiche, anche se tanti non vogliono vedere.
Il settore della ristorazione sta annaspando e il turismo langue.

Non solo le piccole attività, ma anche quelle un po’ più grandi.

Si vuole il crollo economico totale, alla greca, per poi decretare quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento?

Il neo nominato capo dell’esecutivo, ad un certo punto del suo discorso, ha parlato di un «futuro che partirà dopo che la pandemia sarà debellata», e «in Italia questo non accadrà prima della fine del 2022».
Non prima della fine del 2022?!?

A fine anno non posso che fare considerazioni sull’esistente

Abbiamo capito bene? Come faceva il signore a febbraio 2021 a stabilire che l’emergenza sanitaria durerà ancora per tutto l’anno prossimo?
Ma certo, perché questi accordi erano già scritti nei documenti dei Potenti riuniti a Davos.

La parola pandemia è stata pronunciata 21 volte, tutto il discorso è girato attorno al fatto virale e alla necessità di avviare una “Nuova Ricostruzione”.

A fine anno non posso che fare considerazioni sull’esistente

Se Draghi passerà al Colle, a Palazzo Chigi verrà nominata una figura di suo comodo.
E certamente non assisteremo più alle scenette di Maurizio Crozza quando prendeva in giro il premier Gentiloni burattinato.
È chiaro chi comanderà? E come sarà trattata la libertà di espressione?

La strada della “Nuova Ricostruzione” continuerà a passi veloci, verso la “destrutturazione” sociale e dell’impalcatura economica.

E non servirà più dire che i vaccini sono la salvezza dell’economia e passaporto per la libertà.
Non importerà più se i bar o i ristoranti o le piste di sci saranno frequentate dai ligi e osservanti cittadini ai decreti sparati a raffica.

Avremo uno stato di emergenza, o di necessità, fino a che sarà “utile” ai poteri sovrannazionali che tirano i fili.

La Salute e la Libertà saranno un’altra cosa, ce le dovremo guadagnare da soli.

Con ciò, vi lascio alle vostre intelligenti riflessioni ed auguro a tutti, e ai figli di tutti, che il prossimo anno sia davvero un anno migliore!

Maura Sacher

 


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