I Viaggi di Graspo

La fine e l’inizio, tutto in un giorno

La fine e l’inizio, tutto in un giorno  Al CREA di Arezzo con ricercatori, produttori e giornalisti G.R.A.S.P.O. presenta i vini dei vitigni più interessanti scoperti e studiati

La fine e l’inizio, tutto in un giorno

 Al CREA di Arezzo con ricercatori, produttori e giornalisti G.R.A.S.P.O. presenta i vini dei vitigni più interessanti scoperti e studiati e rilancia i nuovi progetti di ricerca 2026 in sinergia con l’Academy del Ciliegiolo e le Università della Tuscia e di Pisa.

 

A volte occorre ottimizzare tempo, kilometri e .. progetti.

in primo piano Paolo Storchi

Ci sono pochi posti in Italia dove è possibile realizzare tanti obiettivi in una solo giornata di intenso lavoro sui tanti progetti attivati da GRASPO.

Uno dei nostri luoghi del cuore è sicuramente il CREA di Arezzo guidato con passione e competenza da Paolo Storchi che da sempre ci accompagna e guida quando operiamo come GRASPO nelle Regioni del Centro Italia.

Anche se focalizzato principalmente sulle tematiche forestali – spiega Storchi – nella sua sede di Viale Santa Margherita, il CREA di Arezzo si occupa specificamente di viticoltura.

In particolare con la conservazione del germoplasma viticolo con una collezione di oltre *500 accessioni* di vitigni, provenienti principalmente dall’Italia centrale, tra cui la più grande collezione al mondo di cloni e biotipi del Sangiovese, del miglioramento genetico della vite, con l’obiettivo di creare nuove varietà di uva da vino e da tavola, resistenti alle malattie e adattate ai cambiamenti climatici e conduce ricerche sulla viticoltura, con particolare attenzione alle tecniche colturali, alla difesa delle piante e alla valorizzazione dei vitigni autoctoni.

Abbiamo un ruolo importante nella certificazione dei materiali di moltiplicazione della vite e nella gestione del Registro Nazionale delle Varietà di Viti. Collaboriamo inoltre con altre istituzioni di ricerca e università per promuovere la ricerca e la sperimentazione in viticoltura.

Rosario Muleo

 

E qui GRASPO ha portato i risultati ed i vini dei progetti più interessanti degli ultimi anni attivati in sinergia con Università e produttori per una validazione scientifica premessa per una condivisione dei risultati con le Istituzioni interessate.

Estremamente qualificato il panel di degustatori coinvolti che ha visto oltre a giornalisti e produttori di Toscana, Umbria e Lazio anche un qualificato gruppo di ricercatori del Centro.

Paolo Caciorgna

Partendo dai progetti in chiusura sono stati presentati i risultati degli ultimi tre anni delle azioni di ricerca attivate da GRASPO in sinergia con l’Università della Tuscia ed in particolare con la supervisione del Prof. Rosario Muleo

Si tratta in particolare di cinque vitigni di cui tre in attesa della autorizzazione alla coltivazione come Brepona, Quaiara e Liseiret, e due che devono iniziare il percorso del riconoscimento Ministeriale come Denela e Pomella.

Grande attenzione poi a tre nuovi progetti :

 

Ciliegiolo e Terroir  promosso da  Ciliegiolo Academy.                                                                                                

Parte dei componenti della Ciliegiolo Accademy con al centro Edoardo Ventimiglia

L’idea di creare questa Academy – spiega il presidente Edoardo Ventimiglia, produttore di Sassotondo a Pitigliano – parte dell’esigenza di comprendere e far capire come questa uva si adatti e risponda ai vari territori nei quali si trova a crescere. Questa ricerca è prima di tutto uno strumento di studio, ma anche un progetto culturale.

In collaborazione con GRASPO (Gruppo di Ricerca Ampelografica per la Salvaguardia e la Promozione della viticoltura) e con il supporto scientifico delle Università di Pisa e Firenze, questa ricerca intende dimostrare in maniera sistematica e documentata come il Ciliegiolo sappia esprimere la propria identità in differenti terroir, mantenendo freschezza, originalità e dinamismo.

parte dei Gioielli di Graspo

Le microvinificazioni delle uve raccolte nelle diverse aree in questa ultima vendemmia ci consentono di valutare il potenziale qualitativo e la duttilità enologica del Ciliegiolo, per lasciare spazio all’espressione autentica dei diversi terroir – ha spiegato Luigino Bertolazzi, enologo di GRASPO – siamo veramente lusingati di poter portare il nostro contributo a questo coraggioso progetto che lega indissolubilmente questo intrigante vitigno ai suoi diversi areali.

In degustazione le 12 prime espressioni di questo vitigno provenienti da terroir selezionati che fanno riferimento alle prime aziende aderenti: Leonardo Bussoletti (Narni), Sassotondo (Pitigliano e Sovana), Cantina di Pitigliano, Villa Corano (Pitigliano), Montauto (Manciano), Antonio Camillo (Manciano), Cinelli Colombini (Scansano), Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano (Scansano) con quasi tutti i protagonisti presenti a questa intrigante anteprima.

 

Inizio il Recupero e valorizzazione dell’Uva Greca Puntinata

le sette campionature di Greco Puntinata più un Dilupercio

Il merito di questo progetto va sicuramente ad un programma proposto e sviluppato da ALICENOVA, una Associazione che in ATI con Fattorie Solidali Società Cooperativa Sociale Agricola  ha inserito la salvaguardia e la valorizzazione dell’Uva Greca Puntinata in una più strutturata azione di promozione dei prodotti locali nell’ambito  del progetto TREVINANO RI-WIND – spiega Elisa Calanca responsabile del progetto.

da sx Massimo Bedini, Elida Calanca , Aldo Lorenzoni, Carlo Zucchetti e Luigino Bertolazzi

Un percorso di ricerca e condivisione che inizialmente ha coinvolto tutti gli attori sul territorio a partire dal Comune di Acquapendente in Provincia di Viterbo, dall’A.R.S.I.A.L., dal Ministero della Cultura, fino alla Riserva Naturale di Monte Rufeno, ai vivaisti locali e quindi a tanti produttori che hanno voluto raccogliere da Alvio Fusi il testimone per la tutela di questo vitigno.

Da queste premesse nasce anche il coinvolgimento diretto di G.R.A.S.P.O. cui è stata affidata una parte significativa del progetto che prevede non solo una ricognizione sul territorio delle testimonianze residuali di questo storico vitigno ma una vera caratterizzazione viticola ed enologica del suo comportamento nei diversi areali con il coinvolgimento diretto di sette produttori locali coordinati da Massimo Bedini.

In degustazione quindi i primi magnifici sette vini di questa ultima vendemmia che hanno testimoniato come questo vitigno possa veramente diventare un nuovo vero marcatore territoriale non solo di Acquapendente ma di tutto il Viterbese come ha testimoniato il giornalista Carlo Zucchetti.

 

La Chiavennasca tra altitudini e pendenze

L’idea progettuale di questa ricerca attivata in Valtellina vuole indagare se esiste una differenza tra il microbiota (lieviti in primis, funghi e batteri)  di questo vitigno quando posizionato in diversi areali- hanno spiegato il giovane ricercatore Mattia  Fianco ed il Professore Rosario Muleo  dell’Università della Tuscia.

In questo caso sono stati presi in considerazione due terrazzi dello stesso appezzamento il più alto si trova a circa 700 m sul livello del mare il più basso si trova a circa 580 m.

In entrambi i siti  sono state fatte analisi eco fisiologiche delle viti presenti 

e le conseguenti microvinificazioni sono state affidate a GRASPO per essere valutate nel corso del tempo.

fasi della degustazione

Questa degustazione  di Ciliegiolo, Uva Greca Puntinata e Chiavennasca – spiega Giuseppe Carcereri de Prati enologo di GRASPO e responsabile di tutto le analisi dei mosti e dei vini – ci ha dato già delle interessanti indicazioni, non solo sul fatto che quando le microvinificazioni sono fatte bene danno risposte veloci ed utilissime per produttori e ricercatori ma confermano fin da subito l’identità e le potenzialità di ogni singolo vitigno posizionato in quel particolare territorio.

Non ci resta ora che seguire l’evoluzione nel tempo di questi vini ma le premesse testate qui al CREA di Arezzo sembra siano già confortanti e condivise. 

E lo stesso vale per i vitigni presentati da GRASPO e dal CREA, vitigni dal passato che sono già nel futuro.

Il viaggio continua…

Di Aldo Lorenzoni, foto di Giuseppe Casella


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