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Il pane è buono, ma non tutto, meglio leggere l’etichetta

Il pane è uno dei fondamenti base della alimentazione.

È presente in vari formati e composizioni in quasi tutte le nazioni del mondo.

Azimo, abbrustolito, nero, arabo, piadine, tigelle, crescentine, crackers, grissini, fette biscottate, pane carasau, pancarrè, friselle, sempre pane è.

Fino a non molti anni fa e ancora in alcuni territori si cuoceva il pane per una settimana o addirittura per mesi o per tutto l’anno dai fornai o nei forni comuni.

Il pane veniva poi riposto nelle madie e tagliato all’occorrenza.

Nelle città e nei villaggi c’erano molti fornai, a Bologna quasi in ogni strada c’era una bottega che faceva vari formati di pane e altri prodotti da forno.

Ai nostri giorni oramai i panificatori artigianali sono sempre meno.

Molte botteghe che recano l’insegna forno vendono svariati prodotti come pasta e latte e comprano il pane dai forni industriali.

E qui cominciano i problemi. Per rendere il pane appetitoso i forni industriali usano i dolcificanti e gli antiossidanti che prevengono il deterioramento allungando la durata e la conservazione.

Altri additivi chimici fanno raggiungere la consistenza e la lievitazione desiderata. Questi composti sono legali, tollerati e considerati sicuri ma non lo sono assolutamente.

Si deve leggere sempre con moltissima attenzione l’etichetta e soffermarsi sugli ingredienti.

I nemici della nostra salute sono molteplici.

Il bromato di potassio aiuta a far maturare la farina.

L’IARC – Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro lo considera pericoloso.

I cereali raffinati sono presenti nel pane bianco, in alcuni tipi di riso, nei crackers bianchi e nei panini bianchi. Aumentano il rischio di attacchi di cuore e rende resistenti alla insulina.

La azodicarbonamide dà forza all’impasto dei pani industriali.

È riportato nelle etichette come ADA.

Il consumo prolungato di pani che contengono ADA aumenta il rischio di tumori.

Lo sciroppo di mais è un dolcificante usato per caramelle, snacks, merendine, cibi confezionati e pani.

È classificato dall’IARC come tossico e velenoso.

L’olio parzialmente idrogenato si trasforma durante la cottura del pane in grasso pericoloso.

Viene impiegato per rendere il pane più resistente alla ossidazione e al deterioramento.

La dicitura in etichetta è un segnale che il pane contiene grassi potenzialmente pericolosi.

Ingerire grassi aumenta il colesterolo cattivo e aumenta l’infiammazione sistemica dell’organismo.

Il colorante E 150 Caramello è usato per scurire il pane di grano e di segale e i prodotti da forno.

È considerato a rischio cancerogeno per l’uomo.

La L – Cisteina si trova nel pane industriale e nella pasta per biscotti.

È composta da piume d’anatra e capelli umani!

Aiuta a velocizzare la produzione su larga scala.

Sintetizzata in laboratorio viene poi fornita ai produttori di pane industriale.

Direi che ce ne è abbastanza per scegliere di comprare pane dai panificatori artigianali ed eventualmente leggere con estrema attenzione le etichette se si decide di acquistare pane confezionato industriale.

Umberto Faedi 


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Redazione

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