Curiosità

A Singapore la cucina italiana fa scuola

Non è una novità che Singapore sia una delle città più progredite al mondo, con indici di crescita ai massimi livelli, qualità della vita alle stelle e progetti di sviluppo sempre nuovi e competitivi.
Nella città-stato risiedono alcuni dei fondi sovrani più importanti del mondo come il Gic e il Temasek – che sono fra i più cospicui del mondo – e proprio per l’incredibile flusso di fondi esteri e locali Singapore è ormai al centro di un progetto di ampliamento degli scambi commerciali con l’Europa che in una catena virtuale unisce Shanghai, Singapore, Venezia e Trieste, esattamente come ai tempi di Marco Polo. Incredibile l’evoluzione che questo piccolo Stato ha avuto dal 1965, anno dell’indipendenza dalla Malesia. Forse neanche le più rosee aspettative dei padri fondatori di questa giovane nazione si sarebbero aspettati di aver dato il via ad una delle economie più competitive e floride del mondo, ormai punta di diamante della finanza del Sud est asiatico.

 

Proprio negli ultimi anni grazie a questo incredibile sviluppo, la città si è trasformata nell’hub della via della seta del XXI secolo. Sulla scia di queste evoluzioni anche il turismo cresce a vista d’occhio e il Paese sta diventando uno dei più visitati dell’Asia, non solo grazie all’appeal dato dai casinò e da uno stile architettonico peculiare che mischia sapientemente antico e moderno, capitalizzando al massimo lo spazio (poco) a disposizione.

 

Singapore negli ultimi anni si è infatti anche saputa trasformare in un centro di scambi e sperimentazioni culturali soprattutto a livello culinario e grazie alle frequentazioni internazionali e all’importante giro di soldi e affaristi che la frequentano, sta diventando anche un potente catalizzatore delle tendenze del momento. Ai fornelli alcuni chef di grido che si sono stabiliti in città stanno già facendo tendenza… 
Tra questi non mancano naturalmente anche cuochi italiani. Del resto quando si parla di cucina gli italiani sono ancora maestri nel mondo e nella lista dei ristoranti più rinomati di Singapore ci sono alcuni rappresentanti della tradizione tricolore e qualche curiosa sorpresa fusion.

Tra questi c’è Lino Sauro, fondatore del ristorante di mare Gattopardo nel modernissimo quartiere di Marina Bay. Questo chef siciliano di Gangi, in provincia di Palermo, ha aperto uno dei suoi locali proprio nel cuore dell’economia singaporiana e dividenoesi con l’Olio di Sydney, altro suo locale di caratura internazionale aperto più di recente, a colpi di carpaccio (il pesce è d’importazione giapponese), caponata e cannoli, è diventato un ambasciatore della cucina della Trinacria in quest’angolo d’Asia.

 

Dal 2010 questo ristorante è tra i primi posti in classifica dei migliori ristoranti di Singapore grazie ad uno stile radicato nel territorio ma al contempo raffinato e curato.

Altro portabandiera del gusto italico è Denis Lucchi, chef bresciano che dal ristorante Buona Terra di Scotts Road nel quartiere di Newton si è fatto profeta della buona cucina lombarda e italiana in genere, mettendo tutto il meglio degli ingredienti che riesce a trovare, anche perché la reperibilità della materia prima è cambiata drasticamente rispetto a qualche anno fa e ora è possibile trovare praticamente tutto da queste parti.

 

I suoi cavalli di battaglia sono i tagliolini con farina di tartufo, funghi e scaglie di tartufo nero in salsa di parmigiano 36 mesi e zafferano di Navelli e l’agnello in crosta d’erbe con topinambur. 
Esempio principe del meltin’ pot culturale di Singapore e dei fortunati scambi tra culture che qui avvengono e si coltivano è lo Chef Masahiro Takada che nel suo ristorante Takada propone una cucina fusion tra Giappone e Italia che si è meritata la stella Michelin nel 2017.

 

Forte di un’esperienza pluriennale in diversi ristoranti stellati italiani, lo chef giapponese ha trasformato il suo locale in una sorta di cattedrale del buon cibo dove, oltre ad offrire riuscitissime crasi culinarie nippo-italiche come le tagliatelle all’amatriciana di maiale dell’Hokkaido e il filetto d’anatra arrosto con fagioli bianchi e bottarga, fornisce ai suoi ospiti una fornitissima cantina con oltre 500 etichette italiane. Il posto da visitare per una cena fusion indimenticabile.


Grazie per aver letto questo articolo...

Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi.
Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri

Redazione

Club olio vino peperoncino editore ha messo on line il giornale quotidiano gestito interamente da giornalisti dell’enogastronomia. EGNEWS significa infatti enogastronomia news. La passione, la voglia di raccontare e di divertirsi ha spinto i giornalisti di varie testate a sposare anche questo progetto, con l’obiettivo di far conoscere la bella realtà italiana.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio