Vino e Ristoranti

Il Lazio del vino si fa prezioso

Dopo decenni di oblio finalmente il territorio del Lazio reclama a pieno titolo una propria affermazione nel panorama dei terroir italiani. La conferma arriva direttamente dai saloni dell’Hotel Westin Excelsior di Roma, dove la rivista Cucina & Vini ha messo in scena la seconda edizione di “Lazio Prezioso” dedicato al vino ed alle eccellenze dell’enogastronomia Laziale.

L’evento ha confermato tutte le indicazioni emerse già lo scorso anno, registrando contemporaneamente la continua crescita qualitativa della aziende distribuite su tutto il territorio regionale. La produzione è ormai lontana dagli antichi stereotipi che autorizzavano a riferirsi a questi vini come “vinello dei castelli”, perché la viticultura del Frascati e dei Castelli Romani riesce oggi ad esprimere le potenzialità di un territorio tra i più vocati in Italia per quanto riguarda i vini bianchi.

Inoltre parlare di vino del Lazio oggi significa riferirsi anche al Cesanese o alle Aziende del Viterbese, zone di grandissimo interesse che stanno scalando rapidamente il gradimento del pubblico, ma anche di altre micro realtà di grande personalità disseminate in tutta la regione. A riprova di ciò l’evento ha fatto registrare un importante risultato in termini di presenze già in fila all’apertura.

Un dato significativo per parlare di contenuti è quello riferito alle Aziende presenti, che hanno dato si la misura dell’ampiezza qualitativa, ma non erano certo “tutto quello che il Lazio può fare”. Il merito di “Lazio Prezioso” è infatti quello di aver sottolineato con forza il grande momento qualitativo di crescita vitivinicola di tutta la regione, invitando il pubblico ad esplorare oltre i banchi d’assaggio in sala per scoprire una realtà  ben più ampia e destinata, se i produttori non si siederanno sugli allori, ad un successo duraturo nel tempo.

Tra le presenze più significative naturalmente quella del Consorzio Tutela e Denominazione Vini Frascati, che presentando insieme molte delle sue Aziende ha reso l’idea dei contenuti del consorzio in termini di risultati raggiunti. Tra questi il Luna Mater di Fontana Candida e il Vigneto Filonardi di Villa Simone, hanno espresso ampiamente il concetto.

A rappresentare la Denominazione, erano presenti in sala anche Eremo Tuscolano e Merumalia, che con la gamma completa dei suoi vini è certamente una delle migliori espressioni del Frascati Docg e di come riesca ad esprimersi un territorio di forte vocazione vulcanica.

Per i vini rossi a parte isolate eccezioni il primato Laziale spetta sicuramente al Cesanese, rappresentato in sala dall’Azienda L’Avventura con diverse espressioni della Denominazione Piglio tra cui il Picchiatello e l’Amor. Esempi che  dimostrano come la vinificazione di questo vitigno abbia da tempo abbandonato le caratteristiche di rusticità per intraprendere la strada dell’eleganza. Stesso discorso vale per il Romanico di Coletti Conti, con cui chiacchierando piacevolmente si scopre la sua personale ricetta di qualità come diretta conseguenza della passione smodata verso la Vite ed il suo ciclo di vita.

Tornando ai vini bianchi ottime notizie anche dal Viterbese con le conferme di Paolo e Noemia D’Amico, il Poggio Triale Grechetto di Tenuta la Pazzaglia, Il Ferentano di Famiglia Cotarella ottenuto dall’autoctono Roscetto e il Nethun di Muscari Tomajoli da uve Vermentino e già ben noto agli appassionati.

Una varietà regionale che nel suo complesso presenta vini di grande blasone e tradizione, come quelli della Tenuta di Fiorano, insieme a novità di estremo interesse come quelli di Emiliano Fini, giovane Azienda familiare che produce il Cleto e il Libente, un Grechetto e una Malvasia Puntinata entrati da subito nel cuore degli appassionati locali.

Una viticultura ricca di sorprese e che superate le impasse degli anni passati si sforza di esprimere sempre più la propria personalità. Un occhio alla tradizione come per il Moscato di Terracina di Tenuta Sant’Andrea e, uno alla sperimentazione come per il Segreto Verde, Trebbiano verde di Cantina Imperatori. Vino ottenuto da vinificazione in anfora e caratterizzato da un profilo olfattivo di estrema eleganza su note di rosmarino ed erbe aromatiche. Quella del Lazio è certamente un’enologia in pieno fermento, tra quelle che in chiave futura sapranno catalizzare sempre più la curiosità degli appassionati.

Bruno Fulco


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