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Villa Rospigliosi da Clemente IX al Realismo

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V.Rospigliosi—ph-massimo-camplone

Ci sono luoghi la cui vista è un’esperienza che trasmette sensazioni intense: Villa Rospigliosi  a Spicchio è una di queste.  Ho avuto la fortuna di visitare la Villa con la nuova proprietà che ha provveduto ad un restauro che ne ha rispettato e recuperato le sue caratteristiche seicentesche.
Fu papa Clemente IX, al secolo Giulio Rospigliosi,  ad affidare  a Gian Lorenzo Bernini, il più importante architetto del barocco italiano, autore del Colonnato di San Pietro e della Fontana dei Quattro Fiumi in piazza Navona a Roma, il progetto di questo edificio la cui vista abbraccia le colline toscane tra Vinci, Pistoia, Firenze e Lucca.

La Villa accoglie il visitatore in un ampio salone circolare interamente affrescato  da Ludovico Gimignani. Le figure allegoriche  si alternano  e invitano ad alzare lo sguardo verso l’alto. Due scale elicoidali portano al piano superiore dove si trova il salone reale e altre stanze oggi trasformate in due splendide suite per viaggiatori che ricercano l’estrema bellezza dell’armonia. È facile immaginarsi nobiluomini che si aggiravano in queste stanze, personale di servizio che silenziosamente cammina lungo gli stretti, incurvati insoliti corridoi  che assecondano l’andamento ovale dei saloni principali.2015-05-28-cioccolato-nocciola-half

Davanti alla Villa, la Cappella Gentilizia e la “Villa Vecchia” annessi della fattoria e un Viale alberato che scende verso il paese.  Al piano interrato, nelle antiche cucine, si trova il ristorante che la nuova gestione ha affidato, dal maggio 2015, a Igles Corelli chef del ristorante Atman. Uno chef stellato per una cucina d’eccellenza,  cucina circolare, dove niente viene sprecato. Corelli, i cui piatti non sono mai scontati, sempre “impegnativi”, mai ovvi e tutti da scoprire.
E lui, esuberante,  sornione mentre  ci racconta delle erbe che cerca in zona, o dei funghi e dell’orto  o mentre parla con la nuova gestione della necessità di una stanza per fare anche i formaggi. Sì, perché ogni boccone che portate alla bocca da Atman  proviene dalle cucine del ristorante.

E anche qui, niente di scontato: le migliori  e più innovative attrezzature,  personale giovane e preparato (che ti accoglie con il miglior sorriso), una cantina non banale con oltre 600 proposte in continua evoluzione.

E se mentre mangi alzi  la testa vedi  sopra di te i quadri della collezione “Fondazione Antonio e Giannina Grillo”, gli stessi quadri che, insieme alle sculture, animano tutte le pareti della dimora, in una mostra permanente di circa 400 opere di artisti come Ampelio Tettamanti o Ernesto Treccani.
Una collezione unica che sarà  inaugurata  il 24 ottobre 2015 dal titolo: Realismo e altre cose Opere della collezione “Fondazione Antonio e Giannina Grillo”.

Roberta Capanni

 

 

 


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Sonia Biasin

Giornalista pubblicista, diploma di sommelier con didattica Ais e 2 livello WSET. Una grande passione per il territorio, il vino e le sue tradizioni.

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