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Villa Franciacorta, l’emozione della bollicina

È nel cuore della Franciacorta, a Monticelli Brusati, a 5 minuti dal lago d’Iseo, che l’azienda Villa Franciacorta produce i suoi vini di grande carattere.
Le ragioni di questa unicità sono molteplici. Primo tra tutti il suolo: i terreni di Villa Franciacorta sono argille sedimentarie e marne stratificate con ricci e ricche di fossili marini, eredità di ere geologiche lontane nel tempo, quando era il mare a possedere la terra.
Ma anche la ricerca minuziosa della qualità che la famiglia Bianchi persegue con produzioni attente, con vini solamente millesimati, con uve coltivate e raccolte in azienda, senza alcun conferitore; scelta questa molto penalizzante come nel 2016, anno in cui una gelata si è presa il raccolto facendo saltare quasi completamente la produzione.
Un’azienda di circa 100 ettari tra seminativo e vitato, che ha iniziato i suoi primi esperimenti di «bollicina» nel lontano 1961 uscendo definitivamente con quello che fino al 1978 si chiamava Pinot di Franciacorta, ora semplicemente Franciacorta, punta di diamante dell’azienda che produce anche Chardonnay fermi e vari rossi tra taglio bordolese, Merlot e Barbera in purezza.
Già dal claim aziendale «Dalla vigna alla cantina, l’unico passaggio possibile è il cuore» si intuisce che, quello che Villa Franciacorta vuole trasmettere con i suoi vini è emozione. Quella stessa emozione che si vive durante i tasting in cantina, per le sale finemente arredate tra vintage e art nouveau e le magnifiche vetrate affacciate al piccolo borgo antico, ora agriturismo al servizio di ogni turista curioso e amante della natura.
Scavata nella roccia, la Cantina Villa Franciacorta nasconde metri e metri di gallerie in cui le preziose bottiglie, una volta preparate per la fermentazione, possono riposare anni nella quiete e nella frescura di questo edificio il cui corpo centrale risale al 1200.
Una gestione aziendale orientata alla qualità, che mai soccombe agli interessi di mercato. Ci racconta Paolo,  compagno nella vita e nel lavoro di Roberta Bianchi, erede della tenuta che il padre Alessandro acquisì negli anni ‘60:  «Usiamo solo uva proveniente dai nostri vigneti. Se non c’è, niente vino. Come nel 2016 dove la gelata ci ha portato via il raccolto. O anche quest’anno con la grandine. È davvero dura a volte!».
Villa Franciacorta ha intorno a se circa 100 ettari tra vitato e seminativo con una produzione, tutta millesimata, di circa 250 mila bottiglie marcatamente figlie dell’annata da cui provengono, con caratteristiche diverse ogni stagione.
Per lo spumante, una media di tre anni sui lieviti e dopo il degorgement ancora 3-4 mesi di sosta in bottiglia prima della vendita. per le riserve molti di più.
Una ricerca della qualità che si esprime anche con il progetto di collaborazione  con l’Università di Firenze per uno studio sui lieviti autoctoni isolati in vigna e che dallo scorso anno caratterizza la cuvet di prima fermentazione con Il proprio lievito autoctono. Un grande orgoglio per l’azienda che nel 2014 ha dato anche il via alla conversione al biologico e che dal 2017 è ufficialmente certificata.

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Sonia Biasin

Giornalista pubblicista, diploma di sommelier con didattica Ais e 2 livello WSET. Una grande passione per il territorio, il vino e le sue tradizioni.

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