Tribuna

Vignaioli in passerella, storie di vigne e vini

Vignaioli in passerella, storie di vigne e vini Dal 20 al 26 ottobre nelle 101 enoteche, osterie, wine bar e ristoranti FIVI

Vignaioli in passerella, storie di vigne e vini

Illustrazione di Sarah Mazzetti per il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti.

Dal 20 al 26 ottobre nelle 101 enoteche, osterie, wine bar e ristoranti FIVI di tutta Italia sarà possibile incontrare i produttori, condividendo un buon calice di vino in attesa, a metà novembre a Bologna, della Fiera dei Vini dei Vignaioli Indipendenti.

“Il peggior vino contadino è migliore del miglior vino industriale.”

E’ una delle frasi più famose e provocatorie che Veronelli, filosofo illuminato, anarchico coraggioso e irriverente, eretico enoico come lui stesso amava definirsi (non enologo, cioè tecnico di cantina, come taluni semplicisticamente ed erroneamente lo definivano) dedicò alla sacra bevanda.

Una frase che racchiude il suo pensiero filosofico e che, in tempi bui, diede dignità e nobiltà alla civiltà contadina ed in particolare ai piccoli “vignaioli”. 

La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti fu fondata nel 2008 a Colorno

Rita Babini, la presidentessa della FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti)

Ecco la parola magica: “vignaioli”.  Figura, un tempo bistrattata, che ha trovato nella FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) l’organismo unitario che la rappresenta nel mondo  vitivinicolo.

La Federazione è stata fondata con la prima Assemblea Costituente a Colorno, in provincia di Parma, il 17 luglio 2008.
È nata per tutelare e promuovere la figura del vignaiolo indipendente, colui che segue l’intero ciclo produttivo del vino: dalla vigna alla bottiglia. Oggi la FIVI 
 riunisce 1.800 produttori di tutte le regioni italiane che coltivano oltre 18.000 ettari di vigneto.

Le 101 enoteche, osterie, wine bar e ristoranti Puni d’Affezione della FIVI 

Leonildo Pieropan, (scomparso qualche anno fa) uno dei pionieri della Fivi nonchè padre della denominazione Soave, con Costantino Charrère

Oggi ci sono molti modi per conoscere i vignaioli. Si possono andare a trovare in azienda, viaggiando su tutto il territorio italiano alla ricerca di paesaggi, tradizioni e culture senza tempo.
Ma, spesso, sono gli stessi vignaioli a venire incontro agli appassionati per raccontare la loro storia ed il loro territorio, grazie ai loro vini.
E ci sono locali in cui questo avviene, e che, più di altri, hanno a cuore il loro lavoro e che offrono una scelta molto ampia delle loro etichette: enoteche, wine bar, ristoranti ed osterie che, come i vignaioli, hanno fatto dei valori di territorialità, artigianalità, qualità e sostenibilità i pilastri della loro attività. 

Sono 101 i Punti di Affezione della FIVI, la Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti, dove, dal 20 al 26 ottobre, grazie all’iniziativa diffusa “Essere Vignaioli. Storie di vigne e di vini”, sarà possibile incontrare e conoscere, condividendo un buon calice di vino, i piccoli produttori che seguono tutta la filiera, dalla vigna allo scaffale. 

A Bologna a metà novembre il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti

L’enologo trentino Mario Pojer fu tra i fondatori della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.

L’iniziativa dei 101 Punti d’Affezione precede di qualche giorno il “Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti”, l’evento di riferimento della FIVI in programma a BolognaFiere (15-17 novembre), evento che si conferma sempre più “hub” del vino come ha spiegato Gianpiero Calzolari, presidente della fiera bolognese con la quale FIVI ha rinnovato il suo accordo fino al 2028.
Tanto che, il 22 ottobre, ci sarà un’edizione speciale in sei locali di Bologna in collaborazione con Amo, l’Associazione Mescitori Organizzati, e con i Vignaioli Bolognesi che abbineranno i loro vini alla gastronomia bolognese, promuovendo la neonata “Denominazione Comunale sugli abbinamenti tra cibo e vino” del Comune di Bologna dal “sapore veronelliano”.

I Vignaioli vogliono ricreare tra i banchi d’assaggio il clima d’amicizia che li anima

Giulio de Vescovi Ulzbach, nume tutelare del Teroldego, il rosso delle Dolomiti.

Qual è la peculiarità degli appuntamenti di “Essere Vignaioli”, tra degustazioni, aperitivi e cene dedicati al “bere indipendente”?
Ciò che è speciale è che in ogni locale, uno o più Vignaioli FIVI  racconteranno ad eno-appassionati e curiosi innanzitutto che cosa significa essere un Vignaiolo Indipendente e qual è lo spirito, ma presentando e facendo degustare i vini di altri colleghi, in un clima di amicizia e collaborazione. 

“Ascoltare un vignaiolo delle Alpi che presenta il vino di una vignaiola siciliana, o il giovane vignaiolo piemontese che racconta il lavoro di una storica cantina campana, è il modo migliore per respirare lo spirito che anima la Fivi – ha spiegato la presidente della FIVI Rita Babini – e quello stesso spirito di festa e amicizia lo vogliamo ricreare ogni anno tra i banchi di assaggio al Mercato dei Vini.”

Le Masterclass con i vignaioli Mario Pojer, Giulio de Vescovi e Andrea Pieropan

All’edizione n. 14, il “Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti” 2025, l’evento Fivi, organizzato da BolognaFiere con il patrocinio di Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna e Ascom Bologna – tornerà a Bologna dal 15 al 17 novembre, con numeri importanti. Ad accogliere il pubblico saranno 1.000 vignaioli, provenienti da ogni regione italiana, insieme a tre delegazioni di vignaioli europei in rappresentanza delle associazioni nazionali appartenenti a Cevi – Confédération Européenne des Vignerons Indépendants, e a 28 soci Fioi-Federazione Italiana Olivicoltori Indipendenti: di tutti quanti, con gli inconfondibili carrelli, sarà possibile acquistare i prodotti. 

Arricchiranno il programma le masterclass dedicate a “Vino, vigne, Vignaioli: una storia di famiglia” (“Il Moscato di Canelli: ritorno al futuro” dedicata alla piccola ma prestigiosa Canelli Docg con il vignaiolo trentino Mario Pojer, ed i produttori piemontesi Gianmario Cerutti, Margherita Forno e Ignazio Giovine; “Cataldo Calabretta: il Cirò nel cuore, da quattro generazioni”, un viaggio nel tempo e nell’evoluzione del Gaglioppo in cui il produttore calabrese Cataldo Calabretta dialoga con il vignaiolo veneto Andrea Miotto; “Un rosso dolomitico: il Teroldego secondo Giulio de Vescovi Ulzbach” che dialoga con il vignaiolo veneto Andrea Pieropan; e “Viticoltura su suolo vulcanico: l’identità del Lazio in degustazione” i cui produttori dialogano la vignaiola siciliana Enza Saitta), il “Premio Leonildo Pieropan” alla memoria di uno dei pionieri della Fivi, ed il “Premio Vignaiolo come noi”.

In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE )


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