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Vale di più la salute o la libertà?

Se vale di più la salute o la libertà è la domanda che sta ricorrendo da un paio di settimane nei dibattiti televisivi e nelle discussioni sul web, anche ascoltando il cuore di tanti lavoratori che hanno perso retribuzione, speranza e fiducia.

Certo, di primo impatto, non è semplice rispondere a freddo, senza una adeguata riflessione, pregressa, sul significato di questi due valori basilari dell’esistenza umana.

Con la giustificazione di tutelare la salute pubblica (Art. 32 – «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività»), non il Presidente di questa nostra Repubblica, il Capo dello Stato (art. 87), bensì il Presidente del Consiglio, capo dell’Esecutivo, ossia colui che ha il compito di «dirigere la politica generale, mantenere l’indirizzo politico e amministrativo», finalizzandolo «alla realizzazione del programma esposto in Parlamento», si è preso tutte le prerogative in merito alla “sicurezza sanitaria” del Paese.
E pure senza passare dal Parlamento, di fatto anche scavalcando un compito che la Costituzione affida allo Stato, rappresentato dal Capo della Repubblica.

D’impulso tanti cittadini, qualora intervistati in proposito della domanda, sicuramente risponderebbero che vale di più la salute. E come dare torto. La salute vale più dei soldi e di ogni ricchezza di questo mondo, è indiscutibile. Ma se si mette sul piano della bilancia la Libertà, ecco qualche tentennamento nelle opinioni.
Opinioni che si dividono sul dilemma se il bene fondamentale della vita di ciascuno e della comunità sia la Salute o la Libertà.

In questo attuale fenomeno definito pandemia, le restrizioni della libertà individuale e collettiva (in questo e in tanti i Paesi del mondo) sono adeguate per raggiungere l’obiettivo della salvaguardia della salute dei singoli e della comunità dei cittadini?

È anche un problema su cui si stanno confrontando non solo gli opinionisti sui media o i filosofi che vanno a scavare tra le pagine dei ragionamenti degli antichi, e certo i pareri sono discordanti, perché forse il problema stesso è mal posto.

Se salute vuol dire vita, ci può essere vita senza libertà?
La Storia insegna che molti popoli, privati della libertà, sono scomparsi, e che molti cittadini hanno perduto la vita, oltre la salute, in nome della libertà.

Oggi, il secondo “lockdown” (chiamiamolo pure con il suo nome primaverile), imponendo la chiusura delle attività commerciali e culturali, e limitazioni alla vita sociale, stanno mandando milioni di persone in rovina economica, psicologica e financo fisica.

Allora, vale più la libertà del popolo o la propria singola salute?

Maura Sacher


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