Stile e Società

Un vitigno antico sul Palatino

Palatino Il Parco archeologico del Colosseo avvia il progetto di coltivazione dell’uva "pantastica" in collaborazione con l'Aziendaa Vitivinicola Cincinnato

Un vitigno antico sul Palatino

Nella giornata del 25 maggio, il Parco archeologico del Colosseo ha presentato l’impianto di un piccolo vigneto nell’area della Vigna Barberini, sul colle Palatino, così denominata dall’omonima famiglia romana che nel XVII secolo ne deteneva la proprietà.

L’iniziativa, rientra nel più ampio programma “PArCo Green” che prevede differenti iniziative per la valorizzazione dell’eccezionale ambiente monumentale e paesaggistico del Parco. L’appuntamento è stato organizzato per presentare il progetto della messa a dimora di barbatelle della varietà Bellone, un antichissimo vitigno autoctono che lo storico Plinio il Vecchio chiamava “uva pantastica”, coltivato ancora oggi nei territori intorno a Roma.

Il senso del progetto per i responsabili del Parco è costruire qualcosa insieme in un posto di tutti, a introdurlo ha pensato l’Architetta Gabriella Strano illustrando i riferimenti archeologici dell’area e tracciandone i tratti salienti sugli utilizzi, l’impiego e  la suddivisione nella storia, comunque sempre destinata a verde.

Un viaggio dall’antica Roma ai tempi della proprietà della famiglia Barberini, che detiene l’area fino al 909 quando passa al demanio pubblico e quindi nuovamente aperta. L’Architetta ha poi spiegato la lunga gestazione del progetto e la scelta del vitigno da impiantare, motivata dagli scritti di Plinio che si riferivano al Bellone come vino tipico di quell’area.

A seguire l’intervento di Alessandro Brizi delegato Onav di Roma, che ha attraversato una cultura enoica millenaria focalizzandosi sulla trasformazione culturale e sociale del vino nel passaggio dall’Antica Grecia a Roma.

Organizzato in collaborazione con lo sponsor del progetto, l’Azienda vitivinicola Cincinnato, l’evento prevedeva una degustazione guidata del vino Bellone, che Cincinnato produce ancora oggi nel territorio di Cori sui monti Lepini, e il racconto di tutti gli stadi di lavorazione nell’ambito della produzione da agricoltura biologica.

Per questi aspetti è intervenuto il Presidente Nazzareno Milita insieme alla responsabile della comunicazione Giovanna Trisorio, che hanno sottolineato il valore culturale della coltivazione della vite a partire dall’epoca romana attraverso il tentativo di riprodurre una fotografia dell’epoca spiegandone i principali aspetti tecnici.

Anche il Presidente di Cincinnato ha confermato come la scelta di produrre il Bellone sia stata la più appropriata: “ne parlava Plinio nel I secolo d.C. e tutt’oggi è il vitigno identitario, per le uve bianche, del territorio di Cori, sui monti Lepini, dove viviamo e lavoriamo quotidianamente la terra. Il modo di procedere nell’area di Vigna Barberini avviene con lavorazioni esclusivamente manuali per creare il minor impatto possibile; i pali di sostegno sono in castagno, la produzione sarà in regime biologico, senza alcun sistema di irrigazione. Un impianto che riconduce a quelli di inizio del Novecento, pensato soprattutto per tramandare ed educare alla “cultura del vino”, che vedrà la sua prima vera vendemmia nel 2023”.

Sullo sfondo di un contesto unico di bellezza inarrivabile come quello rappresentato dalle vestigia dell’antica Roma, il progetto renderà possibile osservare il ciclo annuale della vite fino alla maturazione dei grappoli. Attraverso il piccolo vigneto i milioni di visitatori provenienti da ogni parte del mondo porteranno con loro l’immagine dell’intimo e millenario rapporto dell’Italia con la produzione del vino.

 

 

 

 

 

 

 

 


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